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SE IL MERCATO DEL VINO DI LUSSO DI HONG KONG SI FA I CONTI IN TASCA, E I GRANDI RICCHI ASIATICI INIZIANO A FARE SELEZIONE NELLE ASTE. ALL’ULTIMA DI CHRISTIE’S BATTUTI 8 MILIONI DI DOLLARI, MA 1 LOTTO SU 3 È INVENDUTO. COSÌ IL “WALL STREET JOURNAL”

Il grande vino fa presto a diventare un vero e proprio status symbol, specie quando è una novità. Ad Hong Kong, porta d’accesso per il mercato cinese, ogni asta, che sia di Sotheby’s o di Christie’s, fa segnare nuovi record. Ma qualcosa sta cambiando: come riportato dal “Wall Street Journal”, a giudicare dall’ultima asta di Christie’s andata in scena il 10 aprile ad Hong Kong, sembra proprio che i super ricchi cinesi non siano più disposti a spendere cifre folli per qualsiasi lotto battuto. La parola d’ordine è “selezione”, tanto che un terzo dei lotti sono rimasti invenduti, nonostante un incasso totale che supera gli 8 milioni di dollari.

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