SEI ANNI SENZA VERONELLI. L’UOMO CHE CONTINUA AD OPERARE “PER IL BEN VIVERE D’OGGI, IL CHE SIGNIFICA, SE SOLO UN POCO CI PENSI, RENDERSI GARANTI DEL FUTURO”

Sono passati sei anni dalla scomparsa di luigi Veronelli. Un’assenza pesante, certo, ma che pare non essere troppo spesso ricordata. Eppure, un personaggio come lui sarebbe stato fondamentale nella valutazione di un mondo del vino che, forse più che in passato, non può più fare affidamento su certezze e, anzi, e in continua proiezione verso l’ignoto, sia dal punto di vista delle sfide commerciali (perché, in fondo, il vino poi lo si deve vendere) sia da quello produttivo, ambientale e culturale.

Conviene però, dare ancora una volta la parola a Luigi Veronelli stesso, come ha fatto Gigi Brozzoni che lo conosceva bene. “Vivrei in costante stato di gioia, sicuro di leggere nell’al di là i miei necrologi, se credessi nell’immortalità dell’anima. Non ci credo. e ne scrivono, su me vivo, d’ogni fatta. Tutto sommato non mi preoccupo più di tanto. Vogliono “asseccà ‘o mare cu ‘a ciuttulella” (asciugare il mare con una ciottolina)? Ci si dedichino. Quant’a me continuo a fare, con infinita pazienza, ed ironia, quello c’ho sempre fatto. Opero per il ben vivere d’oggi, il che significa, se solo un poco ci pensi, rendersi garanti del futuro”.

La straordinaria contemporaneità di Luigi Veronelli sta in queste poche righe scritte nella primavera 1990 - ci fa notare Brozzoni, che prosegue aggiungendo soltanto che sono “Inutili ulteriori commenti, meglio stappare una buona bottiglia, una bottiglia del suo privilegio”.

WineNews si unisce all’invito di Gigi Brozzoni e stappiamo anche noi una buona bottiglia, per ricordarlo e per ricordarci che, in fondo, è proprio vero che operiamo, nel bene e nel male, ma molto semplicemente operiamo un po’ tutti, noi “abitatori” a vario titolo del pianeta vino, “per il ben vivere d’oggi, il che significa, se solo un poco ci pensi, rendersi garanti del futuro”.