02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

SERVE UN “PIANO NAZIONALE STRATEGICO” PER IL VINO ITALIANO, PER MANTENERE E AUMENTARE IL SUCCESSO CHE HA NEL MONDO, NECESSARIO SOPRATTUTTO PER QUEI TERRITORI CHE DA SOLI NON POSSONO FARCELA. LO DICONO GLI “ACCADEMICI” BOATTO E SCIENZA DA VINUM LOCI

Perché il vino italiano mantenga e aumenti il successo che ha nel mondo, serve un “piano nazionale strategico” che deve riguardare tutto il vigneto Italia, ad eccezione, forse, di quei 20-30 territori d’elite che possono giocare come player anche da soli. Piano che vuol dire anche valutare l’esistenza o meno di tante denominazioni che, probabilmente, non hanno futuro. E mantenendo ovunque la coesione tra grandi e piccole cantine dei territori. Così dal forum “Vinum Loci” (www.vinumloci.com) gli “accademici” Vasco Boatto, docente di Economia e Politica vitivinicola all’Università di Padova e Attilio Scienza, docente di vitivinicoltura dell’Università di Milano, tra i massimi esperti mondiali del settore. Che concordano anche su un altro aspetto importante: i consorzi di tutela devono diventare sempre di più agenzie di promozione dei territori e spingere i territori stessi, soprattutto quelli più “deboli” dal punto di vista economico e d’immagine, a fare davvero sistema. Insomma, un “piano nazionale strategico” per l’Italia sulla scia di quanto hanno fatto in un passato più o meno recente Paesi del vecchio mondo produttivo come la Francia, ma anche del “nuovo mondo” come Australia e Cile. E che richiede sicuramente coraggio e sacrifici, in piena sintonia con questo periodo storico ed economico.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli