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SETTIMANALE "IL MONDO" - CLASSIFICA 2006: GIV, CAVIRO, CAVIT, GIORDANO, ANTINORI, MEZZACORONA, GANCIA, MARTINI, RIUNITE: QUESTE LE DIECI AZIENDE ... LE PRIME 10 AZIENDE DEL VINO IN ITALIA. PEDRON (GIV): "COMPORTAMENTI COMMERCIALI POCO CORRETTI"

Fatturato: 2,7 miliardi. Export: 1,3 miliardi. Bottiglie: 805 milioni. Ettari vitati di proprietà: 47.430. Utile (dichiarato): 89,3 milioni. E\' la fotografia 2006 delle 58 maggiori aziende vitivinicole italiane, con più di 10 milioni di fatturato, realizzata dal settimanale Il Mondo, in edicola da domani al 30 marzo. La classifica dei grandi operatori del mercato comprende otto aziende in più sul 2005 e rappresenta uno spaccato significativo del settore che pesa per un terzo sul giro d\'affari complessivo (stimato in 8 miliardi) e per quasi la metà sul totale export (circa 3 miliardi). Il gruppo dei big comprende aziende diverse tra loro per dimensioni, caratteristiche operative e tipologia di prodotti ed è dominato dalle grandi realtà cooperative: ben quattro tra le sole sette aziende della graduatoria con un giro d\'affari di oltre 100 milioni.
Chi sono i primi dieci big? Al top c\'è il Gruppo Italiano Vini (Giv), con 266 milioni di consolidato; al secondo posto, Caviro con 187 milioni di fatturato nel settore vino su una produzione totale di 298 milioni; terza è Cavit con 172,1 milioni e quarta la Giordano vini (135,7 milioni), appena passata sotto il controllo del fondo Pep (Private equity partners); quinta in classifica è la Marchesi Antinori con 123,8 milioni, seguita al sesto posto dal gruppo Mezzacorona (111,8 milioni) e al settimo da Gancia (106 milioni); ottavo posto per la Fratelli Martini (97,5 milioni), nono per le Cantine Cooperative Riunite (81,1 milioni), decimo per Zonin che chiude la rosa con 73,5 milioni di fatturato aggregato.
Dall’inchiesta, per bocca di Emilio Pedron, ad del Gruppo Italiano Vini (Giv), emerge anche una nota di preoccupazione per alcuni comportamenti commerciali poco corretti in tema di vendita di vini non rispondente alla denominazione dichiarata, che vanno a colpire l’essenza stessa della strategia vinicola italiana.

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