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TERRA MADRE SALONE DEL GUSTO

Settis: agricoltura e cultura del cibo fondamentali nella tutela del paesaggio

Dal talk “L’agricoltura di qualità tutela il paesaggio”, il grande tema della cementificazione. Il ruolo della Costituzione e della scuola
Salvatore Settis

La Costituzione Italiana, con l’Articolo 9, dice che la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Eppure, il Belpaese vive da decenni una cementificazione continua e selvaggia, che sottrae ogni giorno centinaia di ettari all’agricoltura. Del resto, la tutela del paesaggio non è solo una questione estetica, un fatto di bellezza, al contrario: il paesaggio va tutelato, anzitutto, come luogo in cui vivere. È per questo che, come racconta Salvatore Settis, storico dell’arte e archeologo, che si è occupato spesso di paesaggio dal talk “L’agricoltura di qualità tutela il paesaggio”, organizzato da Terra Madre Salone del Gusto by Slow Food, l’agricoltura di qualità è la forma migliore di tutela del paesaggio, perché lo preserva, lo mantiene, lo tutela come bene comune, a disposizione della collettività e delle generazioni future. E la scuola, in tutto questo, ha un ruolo fondamentale: dovrebbe avere, tra gli altri, il compito di trasmettere ed educare a questo messaggio.
“L’Italia è piena di misteri, ma fra i tanti ce n’è uno che non riesco a capire: come mai - si chiede Settis- un Paese che non ha alcun incremento demografico, anzi perderebbe popolazione se non ci fossero, per nostra fortuna, gli immigranti, continuiamo a costruire e cementificare, tirare su autostrade e linee per l’alta velocità ferroviaria anche dove non serve. A scapito dei terreni fertili, anche perché si costruisce meglio in pianura, e l’Italia ha alcune delle pianure più fertili del pianeta, basta pensare alla pianura Padana o alla pianura Campana, dove andiamo a costruire capannoni e case che non servono. Tutto ciò ha una spiegazione molto complessa: in sostanza, da una cultura molto arcaica il mattone è ritenuto una forma di investimento per surgelare un capitale accumulato, comunque lo si sia accumulato. Sia onestamente che dalle attività criminali”.
Scelte incomprensibili, e che non tengono conto del danno peggiore, ossia “del consumo di suolo, per cui l’Italia è al primo posto in Europa, superando anche Paesi molto più popolosi come la Germania. Una delle conseguenze peggiori è il fatto che non teniamo conto che più occupiamo suolo fertile e meno pensiamo al cibo, dovrà nutrire noi e le generazioni future. Fossimo lungimiranti sarebbe logico fare diversamente. È evidente - continua lo storico dell’arte - come questa scarsa attenzione all’agricoltura, il fatto che si ritenga positivo investire nel mattone, sia il portato di una cultura non aggiornata sui reali bisogni dell’umanità”.
A giocare un ruolo fondamentale, come detto, è la scuola. “Dovremmo ripartire dalla scuola, ma anche dalla famiglia, per spiegare che l’agricoltura di qualità è la miglior forma di tutela del paesaggio, che non è solo qualcosa di bello da vedere. È vero che la nostra Costituzione, all’articolo 9, tutela il paesaggio ed il patrimonio storico e artistico della Nazione. E non dice che potrebbe tutelarlo, ma che lo tutela, lo prescrive e lo impone a noi tutti come cittadini. La tutela del paesaggio, però, non è fatta in nome della bellezza, per quanto quelli italiani siano bellissimi. Il punto è che il paesaggi va tutelato come qualcosa da vivere, con le sue forme di vita, la vegetazione, la fauna, la presenza umana. È tutto da tutelare come bio sistema allargato, in cui l’agricoltura di qualità, quando è praticata bene, è la forma di tutela migliore. Da questo punto di vista - conclude Settis - il messaggio fondamentale che la scuola dovrebbe dare è che paesaggio ed ambiente sono beni comuni, ci appartengono, a noi come alle generazioni future. Abbiamo ricevuto dai nostri antenati un paesaggio straordinariamente ricco, abbiamo il dovere di consegnarlo ai nostri discendenti migliore di come l’abbiamo trovato, e non peggiore. Siamo i custodi temporanei di un’eredità che abbiamo ricevuto, è nostro dovere saperla trasmettere alle generazioni future. L’agricoltura e la cultura del cibo, in questo discorso essenziale per la sopravvivenza della stessa specie umana sono degli elementi assolutamente cruciali, che non dobbiamo mai dimenticare, e la scuola dovrebbe avere, tra gli altri, questo compito”.

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