Dal Piemonte alla Sicilia, per salvare i cibi in via d'estinzione, arrivano sette presidi: è l'ultima battaglia lanciata da Carlo Petrini e Piero Sardo, presidente e vicepresidente di Slow Food, il movimento internazionale che si batte per la difesa dei cibi locali, per salvare quelli in via d'estinzione. I due paladini del gusto hanno spiegato la loro iniziativa, che consiste nel reintrodurre e valorizzare con aiuti economici i prodotti che le leggi del mercato e la globalizzazione rischiano di far scomparire: "i nostri presidi - hanno detto Petrini e Sardo - ridaranno vitalità a prodotti gastronomici eccellenti, creando microeconomie in aree marginali di montagna e di collina. Potremo contare sull'aiuto d'aziende e dell'interesse di Legambiente, università ed enti di ricerca". Tra i prodotti già presidiati ci sono il pomodoro di San Marzano (si sono trovati i semi originali e avviata la cultura) ed il cardo gobbo del Piemonte, una delle verdure principe della bagna cauda. Slow Food vuole salvare circa 60 prodotti fra cui i formaggi in via d'estinzione (granone di Lodi e caciocavallo ragusano), i vini delle Cinque Terre, la fragola di Tortona, i fagioli di Balducco, il salame di Fabriano ed il Miorchino siciliano.
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