La crescente contrarietà agli organismi geneticamente modificati nel piatto e il fatto che aumenta il numero di italiani che consumano prodotti tipici e biologici conferma che in Italia non c’è mercato per latte e carne provenienti da animali clonati come la pecora Dolly che arriveranno presto nel piatto degli americani, dopo la notizia del via libera della Food and Drug Administration (Fda): emerge dall’“Indagine 2006 Colidretti-Ispo sulle opinioni degli italiani sull’alimentazione” del Forum di Cernobbio organizzato dalla Coldiretti.
Tre italiani sui quattro (74 per cento) che esprimono la propria opinione è convinto che i prodotti contenenti Organismi Geneticamente Modificati (Ogm) non fanno bene alla salute, con un aumento del 4 per cento rispetto allo scorso anno. Il deciso orientamento verso la qualità e la sicurezza alimentare è confermato dal fatto che - continua la Coldiretti - quasi otto italiani su dieci (77 per cento) hanno acquistato prodotti tipici a denominazione di origine (+2 per cento rispetto allo scorso anno) mentre sette su dieci (71 per cento) alimenti biologici garantiti per l’assenza di contaminazioni chimiche (+3 per cento) rispetto allo scorso anno. I “parenti” piu’ o meno stretti della pecora Dolly (morta per artrite e per una malattia polmonare irreversibile che ha costretto gli scienziati a ricorrere all'eutanasia), alcuni dei quali ottenuti con la sperimentazione anche in Italia come il toro Galileo, la cavalla Prometea ed anche un muflone selvatico, non hanno quindi nulla da temere dai consumatori nazionali che - sottolinea la Coldiretti - ritengono i prodotti ogm nell’86 per cento dei casi meno salutari di quelli tradizionali con una convinzione che cresce con il titolo di studio raggiungendo i valori più elevati tra i laureati.
Dopo dieci anni dalla creazione della pecora Dolly le autorità americane - riferisce la Coldiretti - hanno deciso di consentire la vendita di carne e latticini provenienti dal bestiame clonato che oltre alle pecore riguarda anche maiali, bovini e cavalli. I risultati dell’Indagine indicano chiaramente che l’Italia ha scelto la direzione giusta puntando su una agricoltura che guarda al mercato, libera da organismi geneticamente modificati, che ha conquistato la leadership europea nel biologico e nei prodotti tipici, ha affermato il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni nel sottolineare che l’agricoltura nazionale può contare su 155 prodotti tipici (20 per cento del totale comunitario) che sviluppano un fatturato di 9 miliardi di Eruo e su un terzo delle imprese biologiche europee ed un quarto della superficie bio dell’Unione superando il milione di ettari (1.067.101,66 ettari) con 49.859 imprese agricole coinvolte.
Gli italiani bocciano le manipolazioni genetiche nel piatto
- Il 86 % non è d’accordo sul fatto che i prodotti ogm sono più salutari dei tradizionali;
- Il 78 % non è d’accordo sul fatto che contengono più elementi nutritivi degli altri;
- Il 74 % di quelli che esprimono una opinione è convinto che non fanno bene alla salute;
Fonte: indagine 2006 Coldiretti-Ispo
Le abitudini di consumo alimentare degli italiani (acquistati regolarmente o talvolta)
- Prodotti a denominazione di origine controllata e protetta, 77% (+2 %)
- Cibi biologici, 71% (+3%)
- Alimenti garantiti come OGM free, 60% (+2%)
- Prodotti del commercio equo e solidale, 44% (-2 %)
- Arricchiti con nutrienti, 41% (+3 %)
Fonte: indagine 2006 Coldiretti-Ispo
Consumi: paura nel piatto, il “made in italy” non ha prezzo.
La maggioranza degli italiani paga di piu’
per garantirsi l’origine nazionale degli alimenti
La maggioranza degli italiani è disposta a pagare di piu’ pur di assicurarsi l’origine nazionale degli alimenti dopo il ripetersi di emergenze sanitarie, dalla mucca pazza all’influenza aviaria, e il rincorrersi di scandali alimentari, dalla carne agli ormoni del nord Europa all’importazione illegale di riso contaminato da organismi geneticamente modificati. È quanto emerge dall’“Indagine 2006 Coldiretti-Ispo sulle opinioni degli italiani sull’alimentazione” presentata al Forum di Cernobbio organizzato dalla Coldiretti che sottolinea come l’88 per cento dei consumatori preferisce prodotti nazionali e per assicurarsi l’origine italiana degli alimenti la metà degli italiani (49 per cento) si è detta addirittura disposta a pagare di più. La preferenza crescente (+3 per cento rispetto allo scorso anno) accordata ai prodotti alimentari made in Italy è giustificata per il fatto che secondo l’indagine - sottolinea la Coldiretti - hanno migliori caratteristiche qualitative (39 per cento), sono i piu’ sicuri per la salute (22 per cento) e garantiscono l’eticità del processo di produzione (16 per cento). Un vantaggio competitivo che i consumatori ritengono debba essere reso trasparente in etichetta con il 92 per cento degli italiani (+ 6 per cento rispetto allo scorso anno) che ritiene che “dovrebbe essere sempre indicato il luogo di allevamento o coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti” . Si tratta di accelerare il percorso già iniziato a livello europeo dove sono state adottate le norme per l'etichettatura di origine della carne bovina a partire dal primo gennaio 2002 dopo l'emergenza mucca pazza, per l'indicazione della varietà, qualità e provenienza dell'ortofrutta fresca, il codice di identificazione delle uova a partire dal primo gennaio 2004, il Paese di origine in cui è stato raccolto il miele dal primo agosto 2004, mentre in Italia è stata prevista, grazie alla mobilitazione della Coldiretti, l'etichetta di origine anche per il latte fresco dal giugno 2005, per la carne di pollo dal 17 ottobre 2005 e per la passata di pomodoro dal 15 giugno 2006. Molto resta ancora da fare e - rileva la Coldiretti - l'etichetta resta anonima per carne di maiale, conserve vegetali e succhi di frutta, ma anche per pasta ed extravergine di oliva con la possibilità di commercializzare olio ottenuto da miscele di origine diversa senza che questo venga indicato in etichetta. I prodotti alimentari made in Italy hanno dimostrato essere al top della sicurezza a livello internazionale con addirittura il 100 per cento dell’olio di oliva, del riso, dei vini a denominazione e del grano duro per fare pasta e pane che rispettano le norme di legge sui residui derivanti da agrofarmaci, secondo i risultati sul “Controllo Ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti” divulgato dal Ministero della Salute su migliaia di campioni di derrate fresche e alimenti trasformati in tutta Italia. Particolarmente confortanti - continua la Coldiretti - sono i risultati relativi alla frutta e verdura commercializzata in Italia che con ben il 98,5 per cento dei campioni regolari (addirittura il 100 per cento nel caso di pomodori, radicchio, cipolle, cetrioli e melanzane) risulta la piu’ sicura a livello comunitario dove la media delle irregolarità arriva al 5 per cento. I risultati di queste analisi sono il frutto dell’impegno degli imprenditori agricoli che ha reso il Made in Italy alimentare leader nelle garanzie di qualità e sicurezza alimentare, ma - ha affermato il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni - rappresentano anche una impegno di responsabilità in piu’ per rispondere alla fiducia accordata. Il settore agroalimentare - conclude la Coldiretti - ha sviluppato un fatturato pari oltre 180 miliardi di Euro e rappresenta circa il 15 % del PIL, secondo solo al comparto manufatturiero. Circa 40 miliardi di Euro è il valore della produzione del solo settore agricolo dove opera quasi un milione di imprese (il 16% del totale delle imprese italiane). Rilevanti sono i primati quantitativi dell'agricoltura italiana che è in Europa il primo produttore di riso, tabacco, frutta fresca e ortaggi freschi; il secondo produttore di fiori, uova, pollame vini e mosti; il terzo produttore di barbabietola da zucchero, di frumento, di carne bovine.
Il “made in italy” sulle tavole degli italiani
- L’88 per cento degli italiani preferisce consumare prodotti made in Italy;
- Il 49 per cento degli italiani è disponibile a pagare di piu’ per assicurarsi l’origine nazionale degli alimenti;
- La preferenza al made in Italy è accordata per migliori caratteristiche qualitative (39 per cento), per sicurezza per la salute (22 per cento), per l’eticità del processo di produzione (16 per cento);
- Il 92 per cento ritiene che dovrebbe essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola;
Fonte: indagine 2006 Coldiretti-Ispo
Consumi: televisione e giornali responsabili informazione cibi
Sono la televisione e i giornali ad avere la maggiore responsabilità nel divulgare informazioni sugli alimenti in vendita: emerge dall’“Indagine 2006 Coldiretti-Ispo sulle opinioni degli italiani sull’alimentazione”, che sottolinea come piu’ della metà degli italiani (53 per cento) si informa attraverso le trasmissioni televisive, mentre il 28 per cento attraverso gli articoli sui giornali. Dal lato opposto, ancora poco diffusa è la frequentazione di siti specializzati su internet (5 per cento).
Il crescente spazio che i mezzi di informazione dedicano all’informazione sui cibi è giudicato positivamente dagli italiani che attribuiscono un elevato grado di credibilità alle trasmissioni televisive (83 per cento), a quelle radiofoniche (86 per cento) ed anche agli articoli sui giornali (85 per cento), nettamente superiore alla pubblicità che raggiunge appena il 53 per cento.
Il ruolo acquisito dai mezzi di comunicazione nell’informazione agroalimentare li responsabilizza soprattutto nei momenti in cui si verificano emergenze alimentari, sempre piu’ frequenti a seguito dell’intensificarsi degli scambi commerciali favoriti dalla globalizzazione.
Le fonti di informazioni sui cibi per gli italiani
Trasmissioni Tv, 53 %
Articoli sui giornali, 28 %
Pubblicità, 23 %
Riviste specializzate, 8 %
Trasmissioni radio , 8 %
Internet, 5 %
Altro, 2 %
Fonte: indagine 2006 Coldiretti Ispo
La spesa alimentare degli italiani
- Valore complessivo di 125 miliardi di euro;
- Importo per famiglia di circa 456 Euro/mese;
- Viene destinato il 19 percento della spesa familiare complessiva, la seconda voce dopo l’abitazione;
Fonte: elaborazione Coldiretti su dati Istat
La struttura dei consumi alimentari - 2005
Prodotti % sulla spesa alimentare
Pane e cereali 17
Carne 23
Pesce 9
Latte, formaggi e uova 14
Oli e grassi 4
Patate, frutta e ortaggi 17
Zucchero, caffè e altro 7 Bevande 9
Fonte: elaborazione Coldiretti su dati Istat
Il biologico sulle tavole degli italiani
Il fatturato nazionale complessivo del settore "bio" è stimabile in 1,5 miliardi di Euro. La spesa degli Italiani è destinata - sottolinea la Coldiretti per il 22 percento a prodotti in scatola, per il 21 percento a latte e derivati, per il 18 percento a frutta e verdura, per il 13 percento a pane, pasta e riso, per il 12 percento a bevande, per il 9 percento a carne e uova e per il 5 percento a prodotti dietetici. Sul piano della produzione l'Italia è leader in Europa allargata con oltre un terzo delle imprese e oltre un quinto della superficie. In Italia sono presenti oltre 44.700 imprese agricole impegnate nella coltivazione del biologico con la coltivazione di oltre 1.067mila ettari destinati a foraggio, cereali, olivi, viti, agrumi, frutta, ortaggi e l'allevamento di 222mila bovini, 825mila pecore e capre, oltre 31mila maiali, circa un milione e 300mila tra polli e conigli e circa 72mila alveari di api.
Il patrimonio agroalimentare “made in italy”
L’ultimo censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani comprende oltre quattromila specialità (4.255) che riguardano, tra l'altro, 1.252 paste e prodotti della panetteria, 1.193 verdure fresche e trasformate, 716 carni fresche o salumi, 456 formaggi e 146 bevande. Si tratta di un elenco che - precisa la Coldiretti - unisce prodotti ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni e metodiche praticate sul territorio in modo omogeneo: dal formaggio puzzone di Moena del Trentino, ai lampascioni sott'olio pugliesi, dal pane carasau della Sardegna alla grappa veneta, alla porchetta di Ariccia nel Lazio l'elenco riguarda una vasta gamma di prodotti. Tra le Regioni che possono vantare il maggior numero di prodotti tradizionali censiti - rileva la Coldiretti - figurano la Toscana, con 451 prodotti seguita da Piemonte, con 369, Veneto con 366, Lazio con 340 e Campania con 324. A questi prodotti si aggiunge - prosegue la Coldiretti - il paniere nazionale delle specialità riconosciute dall'Unione Europea come denominazioni di origine protetta o indicazione geografica protetta (Dop/Igp), che conta su 155 prodotti (oltre il 20% del totale comunitario): in testa per numero di riconoscimenti ci sono i prodotti ortofrutticoli (47), gli oli extravergini di oliva (37), seguiti dai formaggi con ben 32 prodotti riconosciuti e dai prodotti a base di carne (28). Completano la lista i prodotti da panetteria (3), le spezie e le essenze (3), gli aceti (2), i prodotti di carne e frattaglie fresche (2) e i mieli (1). Infine - conclude la Coldiretti - l’Italia può contare su un patrimonio di oltre quattrocentottanta vini Docg (34) e Doc (327) ai quali si aggiungono 120 Igt.
Il patrimonio enogastronomico nazionale in cifre
4255 - Prodotti tradizionali censiti dalle Regioni (1.252 paste fresche e prodotti panetteria, biscotteria, pasticceria, confetteria, 1.193 prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, 716 carni, frattaglie fresche e loro preparazione, 456 formaggi, 146 bevande analcoliche, distillati e liquori, 151 prodotti di origine animale come miele, lattiero-caseari e il escluso burro, 136 preparazioni di pesci, crostacei e tecniche particolari di allevamento, 126 piatti composti o prodotti della gastronomia, 46 grassi come burro, margarina e oli, 33 condimenti).
155 - Prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall’Unione Europea Dop/Igp (47 prodotti ortofrutticoli, 37 oli extravergini di oliva, 32 formaggi, 28 prodotti a base di carne, 3 prodotti da panetteria, 3 spezie o essenze, 2 aceti, 2 prodotti di carne e frattaglie fresche e 1 miele).
481 - Vini a denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica (327 vini Doc, 34 Docg e 120 Igt pari ad oltre il 60% della produzione vinicola nazionale).
Fonte: elaborazioni Coldiretti su dati Mipaf
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