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ST. EMILION, IL BLOCCO USA E’ QUESTIONE DI ETICHETTA. LA CLASSIFICAZIONE DEL 2006 RIPORTATA ALLA SITUAZIONE DEL 1996, DOPO UN CONTENZIOSO GIUDIZIARIO TRA PRODUTTORI. NELLA PERLA DELL’ENOLOGIA BORDOLESE LA CLASSIFICAZIONE VIENE RIVISTA OGNI 10 ANNI

Dopo l’Italia, anche per la Francia arrivano problemi con l’export di vino verso gli Stati Uniti. Ad essere nel mirino dell’Alcohol & Tobacco tax & trade bureau americano sono 8 produttori di St. Emilion, perla dell’enologia nella regione del Bordeaux (che annovera produttori dai nomi mitici), per i quali l’accesso al mercato a stelle e strisce è stato temporaneamente bloccato.
La causa starebbe in una disputa legale tutta interna ai produttori di St. Emilion: nel 2006, le otto case produttrici in questione (Chateaux Pavie Macquin, Troplong Mondot, Belfont Belcier, Destieux, Fleur Cardinale, Grand Corbin, Grand Corbin Despagne, Monbousquet) erano state “promosse” allo status di “Premier Grand Cru Classe” e “Gran Cru Classe”, dopo la consueta revisione decennale della classificazione dei vini di St Emilion. In seguito ad una disputa legale con molti altri chateux della zona, però, che nell’occasione sono invece stati declassati, una legge del Governo francese di quest’anno ha riportato la classificazione alla situazione del 1996.
Di conseguenza, nelle etichette delle annate 2006 e 2007 ci sarebbero menzioni apposte si legalmente fino a quel momento, ma ora invalidate dalla nuova legge. Una situazione sulla quale l’Attb pretende chiarezza.
“Stiamo prendendo tempo per rivedere la situazione delle etichette del 2006 e del 2007, con la guida del Governo francese, e su cosa fare con l’utilizzo dei termini Premier Cru Classe e Grand Cru Classe”, ha detto Gail Davis dell’Attb al sito www.decanter.com.
L’Attb, secondo quanto riportato da Decanter, non è sicuro che la vicenda riguardi tutti gli otto vini in questione. Il Bureau ha fatto sapere che è stato in grado di sbloccare un numero di altri vini francesi sui quali stava investigando come parte della disputa sulla classificazione, dopo aver ricevuto una lista di cui si è occupato il governo Francese la scorsa settimana.
“Non è una questione di salute o di sicurezza, ma di possibile frode”, ha precisato Davis. La vicenda, che si è aggiunta alla debacle della riclassificazione del 2006, ha lasciato gli 8 produttori francesi in una posizione difficile.
“Non abbiamo fatto nulla di sbagliato, è una cosa ingiusta” ha detto Francois Despagne, vicepresidente della St. Emilion Wine Union, e proprietario di uno degli chateaux formalmente promossi.
Despagne si è recato a Parigi come rappresentante di una delegazione da St. Emilion che incontrerà il consigliere per la viticoltura del presidente francese. Per spiegare sia l’ingiustizia che il danno che è stato fatta alla regione, al Bordeaux ed a tutta la Francia”.

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