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L’ANALISI

Stati generali del food & beverage, il settore vale 200 miliardi, ma l’aumento dei prezzi preoccupa

A Roma l’evento Italgrob (Federazione Nazionale Distributori Horeca) con i principali player del mercato per guardare al futuro
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Il Food & Beverage in Italia vale 200 miliardi di euro

Oltre 200 miliardi di euro di valore tra consumi domestici e consumi extradomestici, per 2 milioni di persone occupate, dalle produzioni agricole alle industrie di trasformazione, passando per distribuzione, punti vendita e punti di consumo. Un settore importante per l’economia italiana, ma che, dopo aver superato bene il periodo post-pandemia Covid, sta adesso affrontando alcune criticità con i consumi dei cittadini in calo a causa del potere di acquisto sempre più limitato. Ecco, in sintesi, la fotografia di mercato del food & beverage in Italia, presentata da Italgrob (Federazione Nazionale Distributori Horeca), oggi, a Roma, dove i principali player del mercato si sono incontrati per discutere dei temi più critici, aumento dei prezzi in primis.
Tutti presenti, dunque, dai produttori (Centromarca) ai ristoratori (Fipe/Confcommercio), passando per i due principali canali di sbocco delle produzioni food & beverage, ovvero il canale dei consumi domestici e quello horeca rappresentati rispettivamente da Federdistribuzione e dalla Federazione Italgrob, con l’obiettivo di affrontare, nella loro complessità e in maniera sinergica e collaborativa, le problematiche urgenti del mercato a partire dall’aumento dell’inflazione.
Secondo lo studio, realizzato dalla società di ricerche e analisi di mercato Circana, che ha analizzato i dati e trend in atto, sia nel canale retail che in quello horeca, dopo aver recuperato le gravi perdite accusate nel periodo pandemico, il comparto della distribuzione alimentare e bevande è tornato ai livelli di volume del 2019. Tuttavia, sotto la pressione delle dinamiche inflattive degli ultimi dodici mesi, che hanno generato un aumento dei prezzi di oltre il 7%, la tendenza positiva che ancora si leggeva ad inizio anno si sta progressivamente esaurendo proiettando una chiusura d’anno in parità con il 2022. Le prospettive per il 2024 sui consumi fuori casa rimangono poco ottimistiche.
In misura più rilevante, la distribuzione moderna, toccata da una crescita dei prezzi media dell’11,2% nell’anno, ha subito una riduzione degli acquisti di oltre il 2%. Nello specifico, per quanto i fattori climatici siano stati favorevoli ai consumi di settore, la distribuzione di bevande all’ingrosso ha visto nei primi nove mesi dell’anno un effetto inflazione pari al 6,9% e vendite verso i canali di sbocco ancora poco sopra la parità in confronto ad incrementi prezzo del 10,5% nella grande distribuzione con un rispettivo -4% di sell-out. Nel contesto attuale, con l’arresto del travaso di volumi tra “fuori-casa” e “in-casa”, si impone quindi la necessità di rinvigorire l’offerta complessiva verso il consumatore facendo leva sulle peculiarità dei canali, ovvero ampiezza, specializzazione e servizio nei grossisti, convenienza e comodità nella distribuzione moderna, sostenuta da politiche di sviluppo da parte dell’industria di marca, con l’innovazione come leva principale. “L’obiettivo degli stati generali - ha dichiarato il presidente Italgrob, Antonio Portaccio - è quello di ricercare e attuare quelle modalità di collaborazione per affrontare sfide sempre più complesse. Di fronte ad uno scenario caratterizzato dall’aumento dell’inflazione che ha eroso fortemente il potere di acquisto delle famiglie rallentandone i consumi, bisogna creare le condizioni di benessere diffuso favorendo la ripartenza della domanda interna e gli investimenti. In questa fase più che mai, è fondamentale alzare lo sguardo fuori dal proprio perimetro e fare sistema, attraverso un confronto costruttivo, per individuare le soluzioni e superare le difficoltà”. Per Sergio Marchi, capo della segreteria tecnica del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida , “occorre ragionare secondo un’ottica di filiera, come sistema Italia. Proveniamo da un periodo non facile con il caro prezzi che condiziona in maniera significativa il mercato. Per invertire la tendenza bisogna incentivare il sistema delle filiere con investimenti importanti, al fine di dare risposte al settore agroalimentare nel suo complesso. In questo contesto è stato fondamentale lo stanziamento di risorse da parte del Governo volto a sostenere il potere d’acquisto e quindi i consumi. In questa prospettiva contiamo di ottenere ulteriori finanziamenti e di poter dare altre risposte al settore agroalimentare”. Secondo Raffaele Langella, dg Confindustria , “il quadro economico per il 2024 appare particolarmente complesso. Alcuni settori come il turismo, tuttavia, presentano margini di crescita e questo lascia ben sperare. Il sistema di Confindustria, pertanto, intende mettere a disposizione ulteriori strumenti che possono rivelarsi molto utili per esplorare nuove possibilità di business e prospettive di mercato”. Giorgio Santambrogio, vicepresidente Federdistribuzione , prevede che “le caratteristiche culturali, la propensione all’utilizzo delle tecnologie e la disponibilità di tempo del cliente incideranno in maniera significativa sull’ibridazione dei diversi canali. La tecnologia assumerà un ruolo sempre più importante, per tale ragione occorrerà fare sistema. Non dobbiamo più considerare i diversi settori come isole a sé stanti ma sarà il cliente a decidere”. Un processo d’ibridazione che per Vittorio Cino, dg Centromarca , “è in atto da tempo, la difficoltà di oggi è che non capiamo in quale direzione stanno andando i consumatori. Il valore, la qualità e l’innovazione resteranno un elemento distintivo di un prodotto. È necessario, in quest’ottica, porre l’attenzione sulla rivoluzione digitale e sulla sostenibilità che stanno impattando enormemente sull’innovazione del prodotto e sul servizio”. Luciano Sbraga, direttore Centro Studi Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) , si sofferma sul “mondo del fuori casa, che Fipe/Confcommercio rappresenta, è un mondo che ha reagito con molta intensità a diverse tempeste. Se noi guardiamo al rendimento dei consumi, a valore la ristorazione ha recuperato molto mentre la distribuzione commerciale ha perso a volume. Sono due mondi completamente diversi dove esiste l’esperienza di consumo e vanno trattati in modo diverso. Nel fuori casa il prodotto è il luogo dove si consuma e si fa l’esperienza. La competizione fa parte di questo mondo ed è un settore molto attrattivo, naturalmente non fa paura ma occorre farlo ad armi pari con le stesse regole”. Dino Di Marino, dg Italgrob , sottolinea come “adesso abbiamo il dovere di agire, partendo dal mettere in pratica in maniera concreta le idee, le soluzioni, le proposte che oggi sono emerse. I distributori che Italgrob rappresenta non sono solo operatori logistici, ma operatori di servizi evoluti ed essenziali capaci di garantire sia a livello locale che nazionale un alto contenuto di servizio in termini di consulenza di prodotti e di formazione. Oggi Italgrob è pronta a cogliere le opportunità che il settore alimentare offre, con la consapevolezza che solo attraverso la collaborazione costruttiva potremo affrontare le complesse sfide che abbiamo dinanzi”.

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