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STORICA BEFFA AL “WINE SPECTATOR”, CHE PREMIA UN RISTORANTE ITALIANO “FANTASMA” CREATO SUL WEB DA UN GIORNALISTA INGLESE: NELLA LISTA DEI VINI SOLO ETICHETTE BOCCIATE IN PASSATO DALLA RIVISTA USA

Nella lista dei vini dell’Osteria L’Intrepido di Milano figurava una selezione ad hoc di rossi italiani scelti tra i peggiori vini segnalati dal Wine Spectator negli ultimi anni: da un Amarone del 1998, definito “not clean”, ad un “aggressive” Barolo; da un “wrong” Cabernet Sauvignon a tanti altri vini giudicati mediocri. Non è tutto: l’Osteria era in realtà solo virtuale, visto che era stata creata esclusivamente sul web dal giornalista inglese Robin Goldstein, scrittore ed esperto di vini. Eppure si è aggiudicata l’Award of Excellence del Wine Spectator, la più potente e seguita “bibbia” enogastronomica del pianeta.
Una beffa di portata storica che ha fatto il giro del mondo: “dopo avere scritto il mio primo libro dedicato ai vini, ho deciso di scoprire come il magazine “Wine Spectator” assegnava i suoi premi di eccellenza ai migliori ristoranti - spiega lo scrittore - Così, come integrazione di una più ampia ricerca accademica sugli standard dei premi enologici alla quale sto lavorando, ho deciso di compilare una domanda per l’assegnazione dell’Award da parte del Wine Spectator”.
Ha così inizio il grande bluff di Goldstein, che si dichiara proprietario dell’Osteria L’Intrepido, un ristorante di Milano inventato giocando sul nome di una serie di guide culinarie. Oltre alla compilazione della domanda, invia la ricevuta di pagamento della tassa di partecipazione, pari a 250 dollari, una lettera di presentazione, una copia del menu del ristorante e una lista dei vini.

Per il menu, L’Intrepido propone una selezione dei migliori piatti della tradizione italiana, riletti in chiave contemporanea e con l’aggiunta di dettagli alla moda: si va dal culatello di Zibello al fois gras con brioche e miele di castagna, dall’uovo in raviolo al risotto con pancetta croccante, per concludere con il raffinato soufflé di parmigiano reggiano. E, nel rispetto delle consuetudini dei ristoranti più glamour, i prezzi sono naturalmente alti.
L’assegnazione del premio viene formalizzata con la pubblicazione sul numero di Agosto 2008 della rivista in edicola e subito dopo L’Intrepido viene inserito nel database del sito. Ma da qui scompare il 15 agosto, data nella quale Robin Goldstein presenta l’eccezionale risultato del suo “scherzetto” al consueto meeting dell’America Association of Wine Economists di Portland.
“Naturalmente è preoccupante che un ristorante inesistente possa vincere un premio di eccellenza - ha commentato Goldstein - ma è ancora più preoccupante che il premio non sembri affatto legato alla qualità delle liste vini dei presunti ristoranti”.

Ancor più grave poi che, nonostante i vini inseriti nella carta de “L’Intrepido” fossero stati giudicati totalmente mediocri da “Wine Spectator”, il premio sia stato ugualmente assegnato.

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