SU LIBERALIZZAZIONE DIRITTI DI IMPIANTO PREVISTA DA OCM “RISCHIO DEREGULATION, PER I PAESI TRADIZIONALMENTE PRODUTTORI DI VINO”: LO DICE MARTELLI, A CAPO DEGLI ENOLOGI ITALIANI. GANCIA (FEDERVINI E IMPRESE VINICOLE UE): “LA SITUAZIONE È IN DIVENIRE”

Con la liberalizzazione dei diritti di impianto prevista dalla nuova Ocm (Organizzazioni Comuni dei Mercati, Ocm Vino) emerge “effettivamente il rischio deregulation, in particolare per i Paesi tradizionalmente produttori di vino, come l’Italia”. Lo afferma, all’Ansa, il direttore generale di Assoenologi e presidente del Comitato Nazionale delle Denominazione d’Origine, Giuseppe Martelli, nel ribadire che la nuova Ocm vino “per il nostro Paese è un pasticciaccio”.

“Credo che sia molto difficile sfuggire ad un regolamento comunitario - ha aggiunto Martelli - come l’Ocm da poco approvata dai 27 Paesi membri, in cui quelli tradizionalmente produttori di vino, vale a dire Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Germania e Grecia, sono in netta minoranza sui Paesi emergenti o a quelli consumatori che hanno tutto l’interesse a sviluppare al massimo il proprio settore vitivinicolo, supportati anche da un’economia favorevole”. In definitiva, conclude Martelli, “siamo di fronte all’unica Ocm fatta non per i Paesi produttori ma per “altri””.

Di diverso avviso, è Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini e del Comitato Europeo delle Imprese Vinicole che afferma che la “situazione è in divenire e che certi allarmismi dovrebbero rientrare. Come Comitato, proprio l’altro ieri, abbiamo avuto una riunione sulla questione e dato le nostre indicazioni: stiamo lavorando per evitare ulteriori problemi in un momento economico difficile in cui bisogna pensare a favorire il mercato”.