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LO SCENARIO

Superalcolici primi per quota di mercato in Usa (42,2% nel 2024): più di birra e vino

Gli spirits conquistano i consumatori americani con innovazione, varietà e personalizzazione. A dirlo Aawe e Discus

Negli Stati Uniti, il consumo di bevande alcoliche sta attraversando una fase di profonda trasformazione, sospinto da due forze parallele: da un lato, un’ondata salutistica sempre più diffusa che spinge molti consumatori a ridurre o eliminare l’alcol; dall’altro, un mercato in evoluzione che vede i superalcolici guadagnare terreno grazie a innovazione e premiumizzazione. Eppure, a guardare i dati, qualche paradosso sembra emergere, come la crescita dello spazio dei superalcolici rispetto a vino, abbastanza stabile, e birra, in netto calo, in un orizzonte temporale di 25 anni. Dazi permettendo, come quelli annunciati da Trump al 30% su tutti i prodotti in arrivo dalla Ue, alcolici compresi, dal 1 agosto, e negoziati a parte. In particolare, secondo i dati pubblicati dall’American Association of Wine Economists (Aawe) su “Alcoholic Beverage Market Shares in the U.S. 1999-2024”, i superalcolici hanno conquistato la vetta del mercato per volumi di vendita, superando la birra per la prima volta. In particolare - afferma l’Aawe - nel 1999, la birra dominava con una quota di mercato nettamente superiore a tutti (56%), mentre i superalcolici rappresentavano solo il 28,2% del consumo totale. Invece, nel 2024, la situazione si è completamente ribaltata: i superalcolici hanno raggiunto una quota di mercato del 42,2%, diventando la categoria dominante già a partire dal 2022, quando hanno toccato il 42,1% contro il 41,9% della birra.
“Questo sorpasso non è casuale, ma riflette un cambiamento profondo nelle preferenze dei consumatori. Il calo della birra è in gran parte attribuibile alla sua minore capacità di innovazione rispetto al settore dei superalcolici - afferma il Distilled Spirits Council of the Us - Discus nel rapporto economico annuale dell’11 febbraio 2025 - che ha saputo distinguersi per un’offerta sempre più premium e diversificata. I superalcolici hanno beneficiato di un forte impulso creativo, con l’introduzione di nuove etichette artigianali, formati innovativi e cocktail ready-to-drink, rispondendo così alle esigenze di un pubblico alla ricerca di esperienze più sofisticate e personalizzate”. Al contrario, la quota di mercato del vino è rimasta relativamente stabile, oscillando, secondo l’Aawe, tra il 15,2% e il 17,3%. “Segno di una domanda costante ma anche di una categoria che ha mostrato meno dinamismo in termini di innovazione e rinnovamento dell’offerta”, conclude Discus.

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