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TAR DEL LAZIO, MONTEFALCO BATTE MINISTERO SULLA “DOC SPOLETO”: TROPPO VICINI E TROPPO SIMILI, E CON SEGNI DELLA PRESENZA STORICA DEL “TREBBIANO SPOLETINO” PERCHÉ MONTEFALCO E BEVAGNA RESTINO FUORI DALLA ZONA DELLO “SPOLETO DOC”

Italia
Un panorama di Montefalco

Troppo vicini e troppo simili, e con segni della stessa storia viticola, per essere esclusi dal disciplinare: anche i produttori di Montefalco e Bevagna potranno produrre “Spoleto Doc”, denominazione nata nel 2011, per valorizzare lo storico vitigno Trebbiano Spoletino. Così Montefalco batte, caso raro, il Ministero delle Politiche agricole: il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dal Consorzio Vini Montefalco e da alcuni produttori top, come Caprai e Antonelli San Marco, tra gli altri, contro l’esclusione dei territori di Montefalco e Bevagna dalla zona di produzione prevista dal disciplinare della “Doc Spoleto” firmato dal Ministero, che comprendeva i comuni di Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Foligno, Montefalco (solo in parte), Spoleto e Trevi. “Si tratta di un riconoscimento molto importante per noi - ha commentato il sindaco di Montefalco Donatella Tesei - per il nostro territorio e per le nostre cantine ingiustamente escluse, che sana un “vulnus” che si era inspiegabilmente venuto a creare nell'originario disciplinare di produzione”.

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