Un luogo magico e fuori dal tempo, incastonato in una delle più belle isole dell’arcipelago delle Eolie, che, dopo aver fatto innamorare, oltre vent’anni fa, la storica famiglia Tasca, ha colpito dritto al cuore un imprenditore italiano (di cui, ad oggi, non si conosce l’identità, ndr), che se ne è infatuato ed è riuscito ad acquistarlo, dopo una lunga trattativa: la griffe siciliana Tasca d’Almerita annuncia di aver raggiunto un accordo per la cessione del resort “Capofaro”, la propria struttura ricettiva situata nell’isola di Salina. L’azienda, focalizzandosi sul suo core business, ovvero il vino, continuerà a gestire tutti i vigneti e la produzione eoliana, con nuovi progetti di crescita, mentre lancia una strategia - con l’entrata di nuove figure-chiave - per le proprie cinque tenute diffuse in Sicilia, che ne fanno una delle aziende più belle e variegate dell’isola. La trattativa su “Capofaro” non ha mai coinvolto (come erroneamente riportato in passato da qualche media, ndr), la proprietà della cantina Tasca d’Almerita, che rimane saldamente nelle mani della famiglia Tasca, tra le protagoniste indiscusse del Rinascimento enologico siciliano.
Dopo oltre vent’anni, l’iconico relais di Salina passa, dunque, ad un nuovo proprietario: acquisito nel 2001, grazie a un’intuizione che la famiglia Tasca ebbe sul potenziale della Malvasia delle Lipari, “Capofaro Locanda & Malvasia” si è affermato come wine retreat di eccellenza ed unica dimora eoliana a far parte del circuito “Relais & Chateaux”. Alla base del progetto, un originale connubio tra vino e alta ospitalità. Nei due decenni di attività, Tasca d’Almerita ha perseguito la missione di posizionare Salina e le Isole Eolie quale destinazione turistica di altissimo profilo. Questo obiettivo è stato motivato da una scelta di sostenibilità a monte: l’arcipelago eoliano ha dimensioni ridotte, equilibri ambientali delicatissimi e una limitata disponibilità ricettiva. Mantenere i flussi turistici limitati era l’unico modo per tutelare un habitat tanto prezioso. Al tempo stesso, connettere le attività leisure al mondo del vino ha consentito di valorizzare e rilanciare una vocazione storica delle Eolie, stimolando un volano economico e sociale importante per l’intero arcipelago. Ma le numerose problematiche legate alla complicata logistica dell’isola - dovute proprio a ragioni di salvaguardia e tutela dell’ecosistema - hanno limitato l’attività del resort, che, di fatto, era aperto solo da maggio a settembre. Una gestione che, per un’azienda vinicola, era diventata particolarmente difficile. Da qui la decisione di affidare a professionisti dell’hospitality il proprio “gioiello” eoliano.
“Capofaro è diventato il primo boutique hotel 5 stelle delle isole Eolie - spiega Alberto Tasca - abbiamo iniziato a studiare il vigneto locale e le sue peculiarità, recuperandone e rigenerandone la parte storica. Abbiamo ristrutturato, negli anni, anche il borgo di pescatori e abbiamo ridato vita a uno dei più importanti fari del Mediterraneo. Tutto questo rimarrà come nostra legacy, per gli ospiti che continueranno a frequentare questo luogo unico. Oggi lasciamo la struttura ricettiva “Capofaro Locanda & Malvasia”, un nome scelto per sottolineare lo stile spontaneo e autentico dell’ospitalità, ma continuiamo a custodire le spettacolari vigne a picco sul mare eoliano che danno origine a Capofaro, Didyme, e Vigna di Paola le versioni dolce e secca della Malvasia”.
La cessione della struttura ricettiva rientra in un quadro più ampio di riorganizzazione e specializzazione del gruppo. Tra le novità annunciate, vi è un ampliamento della squadra, con il coinvolgimento di nuove figure-chiave. La direzione commerciale è affidata a Leonardo Vallone che, grazie a una solida esperienza manageriale, lavorerà al consolidamento e all’incremento della presenza del brand sui diversi mercati, affrontando i fenomeni di mutamento e diversificazione dei consumi che attraversano l’intero scenario internazionale. “E’ un onore per me poter lavorare con la famiglia Tasca - afferma Leonardo Vallone - un’azienda di indiscusso valore, sull’affascinante varietà di suoli ed aree coltivate nelle 5 Tenute, unita alla straordinaria attenzione alle buone pratiche in vigna e ad una storia che si intreccia con quella più autorevole della viticultura nazionale”. Entra a far parte del team marketing Alessia Maranzano, giornalista di settore e sommelier Ais e Wset 2, che coordinerà nuovi progetti di digital marketing e comunicazione integrata. In cantina, si consolida il ruolo trasversale di Lorenza Scianna, enologa e viticoltrice, che accompagnerà la direzione enologica delle tenute. Il suo lavoro è caratterizzato da una specifica sensibilità antropologica verso il rapporto tra l’uomo e la vite, che contribuirà a rafforzare l’impegno di Tasca d’Almerita nel tutelare i patrimoni intangibili della Sicilia. Sull’Etna l’agronomo Michele Brusaferri coordina il progetto di ricerca e studio del territorio, individuando le nuove espressioni delle contrade, con il supporto di Vittoria Cerniglia, Sommelier Ais esperta in hospitality management, che segue e sviluppa le esperienze enoturistiche a Pianodario e a Rampante. Poi c’è Mozia, dove il fascino dell’archeologia accompagna un vino ricco di storia in un ecosistema dove la vite ha da molto tempo un ruolo rilevante, e Sallier de La Tour, un areale ricco di storia e sapienza agricola, a pochi chilometri da Palermo, un angolo sorprendente di Sicilia che trae origine dalla vicinissima Monreale, gioiello arabo-normanno e patrimonio Unesco.
Prosegue così il racconto di Tasca e di una Sicilia inedita, autentica, un approccio fondato sul rispetto per il territorio, le risorse locali e la comunità, che trova radici profonde nella visione di Tasca d’Almerita come prima cantina siciliana certificata B Corp.
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