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TENORE DI VITA RIDOTTO IN ITALIA (77%), MA QUALITA’ PREMIATA (75%): A DIRLO ASTRA RICERCHE AL “FESTIVAL DEL FRANCIACORTA” 2009. IL PRESIDENTE ZANELLA: “IN FRANCIACORTA LA QUALITÀ HA I SUOI NUMERI. ABBIAMO IL DISCIPLINARE PIÙ RIGIDO AL MONDO”

Italia
Maurizio Zanella, presidente del Consorzio del Franciacorta

Per fronteggiare la crisi, “la più grave dal dopoguerra” con consumi privati in Italia in calo del 2,2% nel 2008, il 77% degli italiani ha ridotto il proprio tenore di vita, il 20% non ha subito scossoni e solo per il 3% il tenore e cresciuto. Il 75%, però, dichiara di non aver rinunciato alla qualità dei propri acquistati sul gennaio 2008: sono i dati che emergono da un’indagine Astra Ricerche, presentata nel “Festival del Franciacorta” 2009, di scena a Erbusco (Brescia), dal 19 al 21 settembre (info: www.festivalfranciacorta.it). E se per il settore food & beverage si arriva addirittura all’89%, in Franciacorta la qualità vinicola ha i suoi numeri e “il disciplinare più rigido al mondo”, sottolinea il presidente del Consorzio di tutela del Franciacorta Maurizio Zanella, nel convegno “Con la qualità fuori dalla crisi”.
“Un disciplinare così blindato significa che, unitamente ad un territorio estremamente vocato alla produzione spumantistica, i produttori hanno deciso che il modo migliore per distinguersi nel mercato è stato quello di puntare molto sull’importanza della formazione e dello studio, sia all’inizio che oggi. In 40 anni abbiamo fatto miracoli”, prosegue Zanella, sottolineando “la volontà, per le 97 aziende aderenti, di darsi regole severissime in ogni passaggio della produzione di Franciacorta. Come dimostra il nuovo disciplinare di produzione che, rispetto sia ad altre bollicine italiane che in un confronto comparativo con champagne e cava, ha rese ad ettaro più basse e tempi di affinamento sui lieviti più lunghi”.
Per il presidente del Consorzio del Franciacorta, “su molti altri competitors, i volumi di produzione del Franciacorta sono minimi e quindi, visto che non potremo arrivare a produrre più di 20-25 milioni di bottiglie perché le dimensioni del territorio di più non consentono, siamo costretti a puntare tutto sull’elemento qualità, facendo sia che sia essa a rendere riconoscibile il Franciacorta al mercato”.
Secondo l’indagine Astra Ricerche, con una spesa all’insegna del “meno, ma non peggio”, il 77% degli italiani afferma di non avere alcuna intenzione di “tagliare” la qualità dei prodotti che acquisterà nei prossimi 2-3 anni: si rinuncia cioè al “barocco”, con acquisti più sobri, ma non alla sostanza. L’indagine segnala poi che, nelle scelte d’acquisti degli italiani, si indebolisce la marca che non riesce più ad essere sinonimo e garanzia di qualità. Per il presidente di Astra Ricerche, Enrico Finzi, il mercato italiano “chiede qualità. Compie un gravissimo errore chi pensa di affrontare la crisi abbassando gli standard. Rivedere i prezzi, questo sì è necessario, ma fare la quality downgrading sarebbe folle”.
Un inno al top quality “condiviso e di fatto abbracciato” dal presidente del Consorzio di tutela del Franciacorta, che sottolinea come “mantenendo alto il livello qualitativo, le 97 aziende vitivinicole lombarde abbiano chiuso lo scorso anno con +16% in volumi. A conferma che il consumatore riconosce ai prodotti di qualità una particolare attenzione”. Per Zanella, la questione nodale sarà quella di “mantenere i prezzi, attualmente ad una media di 13 euro la bottiglia; una politica sulla quale i nostri produttori dovranno essere molto attenti”.
Il giro d’affari del Franciacorta, secondo dati del Consorzio, è di 160 milioni di euro, con un export del 10% appena avviato. Nel 2008 gli ettari vitati erano 2.283, ma il dato è in crescita. Lo scorso anno, tra stagionali e fissi, gli addetti alla vendemmia erano 3.000.

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