Giugno, tempo di “The World’s 50 Best Restaurants” 2019 che, come sempre, gioca sull'attesa, svelando intanto un piccolo antipasto di quella che sarà la classifica completa, che verrà svelata il 25 giugno a Singapore, con le posizioni dalla n. 50 alla n. 120 (qui la lista, https://www.theworlds50best.com/), numero non casuale, che risponde agli anni della San Pellegrino, lo sponsor della classifica che da qualche anno ha rivoluzionato la critica e la ristorazione mondiale. La prima notizia è di quelle che sarebbe stato meglio non dover dare: Niko Romito, con il suo Reale, tre stelle Michelin a Castel di Sangro, nel cuore dell'Abruzzo, dopo la scalata che l'aveva portato un anno fa al n. 36 si ritrova alla posizione n. 51. Qualcosa di buono, però, c'è, perché un anno fa la seconda parte della classifica era un deserto per la ristorazione italiana (con la parziale eccezione del mitico 8 1/2 Otto e Mezzo Bombana di chef Umberto Bombana, al n. 93), mentre oggi troviamo alla n. 61 Mauro Uliassi, nuovo tre stelle Michelin di Senigallia, quindi alla n. 78 il Lido 84 di Riccardo Camanini, di Gardone Riviera, cui è andato anche il premio “One to Watch”, al ristorante dal maggiore potenziale, mentre alla posizione n. 116 ecco un altro tre stelle Michelin, il St Hubertus di San Cassiano dello chef Norbert Niedekofler. Con l'uscita di scena di Massimo Bottura e della sua Osteria Francescana, nella Hall of Fame della 50 Best insieme a tutti gli altri ex vincitori, le speranze del Belpaese sono riposte negli altri big da alta classifica, a partire da Enrico Crippa, che l'anno scorso portò il Piazza Duomo di Alba alla posizione n. 16, e dai fratelli Alajmo, che avevano invece raggiunto, con Le Calandre di Rubano, la n. 23.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024