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DA OGGI AL 19 GIUGNO

“The World’s 50 Best Restaurants” 2025 a Torino, un omaggio alla creatività italiana

Il più importante evento della gastronomia mondiale, che incorona i migliori 50 chef, è una grande vetrina per l’Italia dove arriva per la prima volta
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“The World’s 50 Best Restaurants” 2025 per la prima volta in Italia, a Torino

Un omaggio alla bellezza italiana, rappresentata da un patrimonio culturale, naturale e enogastronomico che rende il Belpaese unico al mondo e del quale gli chef, attraverso i loro piatti e il racconto che c’è dietro ogni ingrediente, fatto delle storie sulle materie prime, sui territori e sulle loro comunità, sugli artigiani del cibo e sulle loro tradizioni, sono sempre di più ambasciatori. E che è capace di rubare anche un po’ la scena ai migliori chef al mondo. È una delle tante letture possibili della scelta di “The World’s 50 Best Restaurants” 2025, il più importante evento della gastronomia mondiale, di svelare per la prima volta in Italia i migliori chef al mondo, il 19 giugno a Torino, elegante e raffinata città-salotto, con i suoi caffè e ristoranti storici in cui è stata scritta parte della storia italiana, e anche della nostra cucina candidata a Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco, “capitale” di una regione, il Piemonte, tra le più famose al mondo grazie a “gioielli della corona” che vanno dalle Residenze Sabaude ai Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, dai Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino ad Ivrea, città industriale del XX secolo, ed ai Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte Langhe-Roero e Monferrato, tutti nella “World Heritage List”. E dove nascono grandi vini, a partire dal “re” dei vini italiani, il Barolo, e dal Barbaresco alla Barbera, dall’Asti all’Alta Langa, dal Roero al Gavi, per citare solo alcune delle 19 Docg e 41 Doc, ma anche il Vermouth, accanto ad eccellenze made in Italy come il Tartufo Bianco d’Alba, i tajarin e gli agnolotti del plin, il riso e il cioccolato (i Gianduiotti), le nocciole e i grissini, la carne fassona e i formaggi Dop. Frutto, come raccontano i promotori, di quell’ingegno e quella creatività di famosi personaggi come Camillo Benso Conte di Cavour, primo Presidente del Consiglio, Luigi Einaudi, primo Presidente della Repubblica Italiana, il Premio Nobel Rita Levi Montalcini, numerosi scrittori, da Vittorio Alfieri a Gianni Rodari, da Cesare Pavese a Beppe Fenoglio, da Umberto Eco a Primo Levi, cantautori come Luigi Tenco, sportivi come Fausto Coppi e Gianni Rivera, e molti altri, e dai quali sono nate tante invenzioni come la Moka Bialetti, la Nutella Ferrero, la Fiat degli Agnelli, l’Olivetti e l’Editore Einaudi, ma anche il movimento dello Slow Food fondato da Carlin Petrini. E, per sintetizzare, dai quali è nata l’Italia stessa, con la Città di Torino e Regione Piemonte che hanno fatto sistema per ospitare il più ambito riconoscimento al gotha della ristorazione mondiale.
Un mondo quello del fine dining che “ha vissuto una trasformazione profonda. Si è passati da una visione più rigida e formale a un approccio più fluido e orientato al significato. La sostenibilità è diventata un valore fondante, non più solo una parola di moda, ma un imperativo etico che influenza ogni aspetto, dall’approvvigionamento del cibo alla gestione del personale. Allo stesso tempo, il racconto e l’identità sono diventati centrali nell’esperienza gastronomica: la cucina è oggi un mezzo di narrazione, di memoria culturale e di espressione personale. Molti chef si stanno riconnettendo con le proprie radici, pur continuando a spingere i confini della creatività. È un momento entusiasmante, in cui l’eccellenza viene ridefinita dalla profondità dell’intento, non solo dalla perfezione tecnica”, ha detto William Drew, direttore dei contenuti “The World’s 50 Best Restaurants” in un’intervista su “La Repubblica” con la giornalista Eleonora Cozzella.
L’attesa, ora, è quella di scoprire se “The World’s 50 Best Restaurants” - nella prestigiosa cerimonia al Lingotto Fiere con main partner S.Pellegrino & Acqua Panna e con oltre 1.500 ospiti tra chef, operatori del settore, giornalisti e invitati (tra cui WineNews, ma che sarà trasmessa come sempre anche in livestream), confermerà, farà salire nell’Olimpo o scendere di qualche gradino, gli chef che nel 2024 ha inserito nella classifica dei 50 migliori al mondosecondo i voti di oltre 1.000 anonimi esperti culinari mondiali elaborati in modo indipendente da Deloitte - guidata dal tristellato Disfrutar di Barcellona del trio di chef Oriol Castro, Eduard Xatruch e Mateu Casañas - che esce dalla lista, ed entra nella hall of fame dei “Best of the Best” con i ristoranti che sono stati n. 1 al mondo, tra cui l’Osteria Francescana di Modena dello chef tristellato Massimo Bottura - seguito sul podio da Asador Etxebarri di Atxondo, n. 2, e da Table by Bruno Verjus a Parigi, n. 3. E con l’Italia rappresentata da Lido 84 dello chef Riccardo Camanini a Gardone Riviera (1 stella Michelin, alla posizione n. 14), Reale dello chef Niko Romito a Castel di Sangro (3 stelle Michelin, n. 19), Piazza Duomo dello chef Enrico Crippa ad Alba (3 stelle Michelin, n. 39), e Uliassi dello chef Mauro Uliassi a Senigallia (3 stelle Michelin, n. 50). Intanto “The World’s 50 Best Restaurants”, nei giorni scorsi, ha svelato le posizioni da 51 a 100 dell’edizione 2025, dove figura un solo nome italiano, peraltro una new entry, Al Gatto Verde di Modena, il ristorante stellato del progetto Casa Maria Luigia di Massimo Bottura con la chef Jessica Rosval. Nel 2024, invece, vi erano anche Le Calandre di Rubano dei fratelli Alajmo, al n. 51, e l’Atelier Moessmer di Norbert Niederkofler a Brunico, al n. 52 (la new entry più alta in questa parte della classifica nella scorsa edizione).
Il brindisi? Piemonte Land of Wine sarà presente come partner “con le più brindate denominazioni vinicole piemontesi, dal Barolo al Barbaresco, dalla Barbera d’Asti, al Gavi, dall’Alta Langa all’Asti Spumante, dal Moscato d’Asti al Brachetto d’Acqui, in un mosaico vinicolo di altissimo livello abbinato ai piatti dei 50 migliori chef al mondo - dice il presidente del Consorzio che raggruppa i consorzi dei vini del Piemonte, Francesco Monchiero, produttore nel Roero - sarà una formidabile occasione di promozione per i nostri vini accostati agli chef e ai ristoranti più prestigiosi del mondo. Una vetrina internazionale imperdibile per il Piemonte del vino e del gusto”.
Ma “The World’s 50 Best Restaurants” 2025 vede anche un altro simbolo del made in Italy protagonista: il Consorzio del Parmigiano Reggiano per la prima volta nel ruolo di “Official Cheese Partner”, con l’apertura di una forma alla “Chefs’ Feast”, domani, a Villa Bria, di fronte a 350 chef stellati, e al 50 Best Closing Party, il 20 giugno all’Nh Piazza Carlina, dove il Parmigiano Reggiano sarà anche presente come ingrediente principale nel menù, caratterizzando con il suo gusto unico le creazioni di chef di fama mondiale quali Mauro Colagreco di Mirazur, tre stelle Michelin, ed Elena Reygadas del ristorante stellato Rosetta. Inoltre, nella cerimonia di premiazione, quando verrà svelato l’elenco dei 50 migliori ristoranti al mondo, si potranno assaggiare gli 11 Parmigiano Reggiano 24 mesi vincitori dei “Casello d’Oro Awards” 2024, ovvero i premi conferiti ai formaggi vincitori delle gare annuali denominate “Palio del Parmigiano Reggiano”. Una collaborazione triennale, con la quale il il Consorzio sostiene “50 Best” anche attraverso la “50 Best Restaurants Scholarship”, un programma internazionale di borse di studio che offrirà a un giovane chef emergente, selezionato tra oltre 480 candidati da tutto il mondo, l’opportunità unica di formazione a El Celler de Can Roca a Girona nella “Best of the Best”, e al SingleThread a Healdsburg in Usa. I tre finalisti, Christian Nawabunike dalla Nigeria, Angelica Ortis dalla Colombia ed Eva Stepak Heritier dalla Francia, visiteranno l’Emilia-Romagna per scoprire dal vivo il processo di produzione del Parmigiano, prima di partecipare alla cerimonia di premiazione. “Da sempre la ristorazione riveste un ruolo fondamentale per far conoscere le distintività del Parmigiano Reggiano in Italia e nel mondo. Attraverso questa collaborazione triennale e, in particolare, con la “50 Best Restaurants Scholarship”, vogliamo ribadire il ruolo della Dop come ingrediente d’eccellenza, capace di ispirare la creatività degli chef e raccontare i valori di un territorio unico”, sottolinea Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio.
“Essere al fianco di “The World’s 50 Best Restaurants”, per la prima volta in Italia, è per noi motivo di grande orgoglio. Acqua Panna e S.Pellegrino sono da sempre ambasciatori della cultura gastronomica italiana nel mondo, e crediamo profondamente nel valore della cucina come gesto culturale, capace di unire visioni, territori e persone - commenta Ilenia Ruggeri, dg Gruppo Sanpellegrino - la nostra partecipazione è espressione di una responsabilità che portiamo avanti ogni giorno: sostenere chi, attraverso il proprio lavoro, porta in tavola il meglio di sé con autenticità, competenza e passione”.
Ad accompagnare “The World’s 50 Best Restaurants” è un ricco programma che include, stasera un ricevimento per i media alla Reggia di Venaria firmato Regione Piemonte, e, domani, alle Ogr-Officine Grandi Riparazioni di Torino, il forum #50BestTalks per esplorare alcuni temi che riguardano il mondo dell’ospitalità con “stelle” dell’universo della gastronomia mondiale come Dominique Crenn, Virgilio Martínez, Bruno Verjus e Agnese Morandi, Jeremy Chan, Mindy Woods e Ago Perrone e Giorgio Bargiani. Ma anche la serie di eventi aperti al pubblico delle “50 Best Signature Sessions”, che vedono gli chef 50 Best cucinare insieme a rinomati talenti locali nei ristoranti più famosi di Torino, a partire dal più famoso, Del Cambio, il cui chef stellato Diego Giglio ospita gli chef australiani James Henry e Shaun Kelly di Le Doyenné a Saint-Vrain, Stella Verde alle porte di Parigi, e dal Piazza Duomo di Alba, dove lo chef Enrico Crippa e la famiglia Ceretto, alla guida di una delle più importanti cantine delle Langhe, accolgono lo chef Hiroyasu Kawate dal Florilège, due stelle Michelin a Tokyo. Infine, c’è anche “Buonissima Summer Edition”, con eventi diffusi, cene e dialoghi con oltre 50 chef italiani e internazionali.
Il tutto, per un ritorno economico pubblicitario stimato di 100 milioni di euro, per quella che è una vera e propria “expo” del fine dining mondiale, ma che accende i riflettori anche sul patrimonio enogastronomico e culturale italiano, e che, di certo, è un’occasione prestigiosa da sfruttare, anche in termini di immagine e comunicazione.

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