02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

TORNARE A COLTIVARE LA VITE TIPICA E AUTOCTONA DENTRO LE ANTICHE MURA DI SIENA: E’ LA MISSION DI “SENARUM VINEA”, PROGETTO di CITTA’ DEL VINO E UNIVERSITA’ DI SIENA, ESEMPIO VIRTUOSO PER L’UNIONE EUROPEA DI BUONE PRATICHE PER LA TUTELA DEL PAESAGGIO

Conoscere, recuperare e tornare a coltivare i vitigni tipici e autoctoni - dal Gorgottesco al Tenerone, dalla Salamanna all’Occhio di Pernice - dentro le mura medievali della città di Siena: è la mission di “Senarum Vinea”, il progetto promosso dalle Città del vino e dal Laboratorio di Etruscologia e Antichità Italiche del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Siena in collaborazione con la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, riconosciuto tra i migliori in Europa per le buone pratiche per la tutela del paesaggio, ammesso alla fase finale del programma comunitario dell’Unione Europea “Med-Pays.Med.Urban - Qualità del paesaggio come chiave di sostenibilità e competitività delle aree urbane del mediterraneo”, per essere sottoposto al vaglio di una giuria internazionale, e inserito nel “Catalogo delle buone pratiche per il paesaggio 2011” (info: www.cittadelvino.it).
L’idea del progetto nasce all’interno di un percorso sperimentale di riqualificazione storico paesaggistica e ambientale di Siena e delle sue valli, attraverso il recupero delle forme storiche della viticoltura toscana come le viti a pergola, le viti maritate su sostegno vivo, alberate. “Senarum Vinea”, che ha come obiettivo la valorizzazione del patrimonio viticolo autoctono e delle forme storiche di coltivazione della vite presenti nella città murata e negli spazi suburbani di Siena, ha finora consentito il recupero di alcuni vitigni come il Gorgottesco, il Tenerone, la Salamanna, l’Occhio di Pernice, il Prugnolo Gentile, il Procanico, il Sangiovese piccolo precoce, varietà già iscritte e segnalate come rare e ad alto rischio di estinzione nella banca dati del Germoplasma Autoctono Toscano.
In particolare, l’indagine è condotta sulle aree verdi all’interno e all’esterno della cinta muraria, concentrandosi in particolare sugli orti dei complessi conventuali, delle Contrade e su quelli coltivati a ridosso della città. Siena ha infatti mantenuto i suoi orti urbani e poderi suburbani, in cui spesso si conservano tracce di vigneti “obsoleti” per produzioni di vino limitate all’autoconsumo. È questa una realtà preziosa che va tutelata, se si vuole evitare il depauperamento del patrimonio vitivinicolo locale: il rischio di una perdita d’identità riguarda non solo il comparto vitivinicolo, ma coinvolge l’intero paesaggio rurale, che appare oggi profondamente mutato rispetto a qualche decennio fa.
Il prossimo obiettivo del progetto è ora la realizzazione di un campo di conservazione dell’antico patrimonio viticolo autoctono della città di Siena nell’Orto dei Pecci, nella valle di Porta Giustizia, che accoglierà anche filari allevati secondo le forme storiche di coltivazione. Sarà anche avviata la produzione del “Vino della Città” o “Senarum Vinum”, ottenuto dai vitigni selezionati e riconosciuti come tradizionali, e saranno creati itinerari di enotrekking, che conducano il turista alla scoperta delle persistenze di antichi vigneti e delle forme tradizionali di coltivazione della vite negli spazi verdi interni alla città e fuori delle mura.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli