Mentre tutta Italia aspetta con trepidazione e fiducia il 10 dicembre, quando l’Unesco deciderà se dichiarare Patrimonio Immateriale dell’Umanità la cucina italiana, in questi giorni, si sta celebrando l’edizione n. 10 della “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo”, con la regia del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e che, con oltre 11.000 iniziative in più di 100 Paesi, “rappresenta un efficace strumento per promuovere il nostro soft power nel mondo e un tassello fondamentale della diplomazia della crescita, strategia che fin dall’inizio del mio mandato ho perseguito con determinazione per sostenere nel mondo le nostre imprese in ogni settore, a partire da quello, fondamentale, agroalimentare”, ha detto il Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, sottolineando come “il cibo e la cucina rappresentano per noi anche uno strumento di pace e di solidarietà economica con cui il nostro Paese e le nostre imprese possono offrire un sostegno tangibile ai Paesi più esposti ai rischi di crisi alimentare e contribuire al miglioramento delle condizioni di vita delle loro comunità locali”, ha spiegato, nei giorni scorsi, in un convegno a Palazzo Madama a Roma.
Un convegno nel quale, sottolineando che l’edizione 2025 della “Settimana” ha per tema “La cucina italiana tra cultura, salute e innovazione”, con il triplice obiettivo di sostenere la candidatura Unesco, valorizzare la cucina italiana come modello alimentare sano, equilibrato, sostenibile, e “porre l’accento sugli aspetti di innovazione e ricerca che contraddistinguono la nostra filiera alimentare, dalla produzione alla trasformazione, confezionamento, distribuzione, consumo, riutilizzo, riciclo”, ma anche per ribadire il valore sociale e umanitario di iniziative come a “Food for Gaza” per portare aiuti alla popolazione civile palestinese e l’iniziativa “Italy for Sudan” con cui verranno inviati presto aiuti umanitari nel Paese africano, a portare la voce del vino italiano è stata Marzia Varvaglione, vicepresidente Unione Italiana Vini - Uiv e alla guida del Ceev (Comitato europeo delle imprese del vino), focalizzandosi ovviamente sul tema critico dei dazi Usa, ma sono solo. “La speranza è che sui dazi si possa giocare un “secondo tempo”, con l’esenzione del comparto wine and spirits. Ma in attesa che la diplomazia faccia il suo corso, bene ha fatto il Governo a inserire nel Ddl Bilancio ulteriori 100 milioni di euro l’anno per il triennio 2026-2028 in attività destinate a promozione e internazionalizzazione (come annunciato dallo stesso Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida). Confidiamo che una buona fetta di queste risorse sia riservata al nostro comparto, che tra dazi, calo del dollaro e del potere di acquisto è a forte rischio ridimensionamento”, ha commentato Varvaglione.
“La situazione di mercato del vino verso i Paesi extra-Ue e in particolare gli Stati Uniti - ha aggiunto - è molto critica: in pochi mesi siamo passati da un export oltreoceano a +12,5% di un primo trimestre fortemente condizionato dal frontloading pre-dazi, a un -4% nei primi 9 mesi, con un -23% solo nell’ultimo trimestre. Uiv è convinta che in questa fase di pesante incertezza sia necessario aumentare le risorse per la promozione all’estero e al contempo attivare progetti più efficaci e condivisi con le imprese del vino. Una terapia d’urto appoggiata dal Governo”.
Secondo l’Osservatorio Uiv, il calo del prezzo medio per i vini in uscita dalle cantine italiane e dirette oltreoceano nel trimestre luglio-settembre è stato del 15,5%. Un’auto-tassazione, operata per mantenere le quote di mercato, che, però, le nostre imprese non potranno sostenere oltre il breve termine. Per questo, rileva Uiv, “è necessario aumentare ulteriormente il plafond destinato al capitolo internazionalizzazione e a progetti di promozione attuati mediante Agenzia Ice. Progetti straordinari, che dovranno essere sviluppati mediante una regia pubblico-privata con un lavoro sinergico tra imprese e agenzie pubbliche per calibrare al meglio gli strumenti più adatti, la comunicazione più efficace, i segmenti di mercato prioritari”.
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