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Tra export e mercato interno, a guidare la crescita del vino italiano nella prima parte del 2015 sono i vini Dop e, soprattutto, le bollicine, che crescono a doppia cifra in Italia e nel mondo. A dirlo il report firmato da Ismea

Italia
Gli spumanti guidano la crescita del vino italiano in Italia e nel mondo

L’export di vino italiano, tra gennaio e aprile 2015 sul 2014, secondo Ismea, ha visto una frenata dell’1,8% in volume (a 6,3 milioni di ettolitri), ed una crescita del 6,2% in valore (per 1,6 miliardi di euro). Un dato che nasce dalle buone performance in valore dei vini Dop (+6%) e Igp (+4%), che hanno compensato il -8% registrato dallo sfuso. Ma come sono andate, nel dettaglio, le cose nei principali Paesi partner dell’Italia enoica? Gli Usa (i dati si riferiscono al complesso di vini e mosti, ndr) si confermano ancora una volta il principale mercato, in valore, per il Belpaese: nel primo quadrimestre del 2015 hanno fruttato 428,6 milioni di euro, in crescita del 20,4%, per 1,08 milioni di ettolitri, +12,8%. Male, invece, la Germania, di gran lunga il primo sbocco straniero, in volume, per i produttori italiani, che segna -8,3% in quantità, a 1,7 milioni di ettolitri, e -2,1% in valore, a 305,1 milioni di euro. In ripresa, invece, il Regno Unito, dove nella prima parte dell’anno sono arrivati, dall’Italia, 897.047 ettolitri (+6,9%) per un valore di 200,2 milioni di euro.
Bene in valore anche Svizzera e Canada (+3,7% e +6,7%, rispettivamente per 104,9 e 86,7 milioni di euro), nonostante lievi flessioni in volume (-0,7% e -0,3%), mentre torna a correre il Giappone, il partner asiatico storico e ad oggi più importante per il vino made in Italy, a +10,8% in volume e +8,4% in valore.
Continuano a volare, invece, le bollicine: +25,9% in volume, per 731.376 ettolitri, e +26,3% in valore, per 258,5 milioni di euro. Con il 70% del totale che è ormai rappresentato dal Prosecco, mentre perde terreno l’Asti, -17,6% in volume e -20,8% in valore. Tra i mercati che vanno meglio, ci sono ancora Stati Uniti e Regno Unito, che fanno segnare incrementi della domanda per gli spumanti italiani pari al 67% e 61% per cento in volume, e del +64% e +53% in valore, ma crescono a doppia cifra anche Germania, Svizzera e Belgio.
Se questo è l’export, qualche piccola buona notizia arriva anche dal mercato italiano, che da solo rappresenta la metà del business delle cantine del Belpaese. Almeno nella grande distribuzione organizzata, dove le vendite, nel primo semestre 2015 sul 2014 sono cresciute dell’1,2% in volume e dell’1,8% in valore, anche in questo caso soprattutto grazie agli spumanti (che rappresentano il 10% del totale), che hanno fatto +10,4% in volume e +9,3% in valore anche in patria. A crescere, nel complesso, sono soprattutto in vini Dop, ma segnano buoni risultanti anche gli Igp. Male, invece, i vini comuni, che hanno perso il 2% in volume ed il 5% in valore.

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