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Tra numeri (in crescita), curiosità e grandi bollicine: oggi nel mondo è lo Champagne Day

Italia quinto mercato nel mondo, e in crescita. Come testimonia Krug, tra i top brand mondiali, che ha nel Belpaese il secondo mercato europeo
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Oggi 28 ottobre, nel mondo, è lo Champagne Day

Oggi si celebra sua maestà lo Champagne: in tutto il mondo, infatti, e sugli immancabili social, con tanto di hastag (#ChampagneDay), si celebra lo Champagne Day, tributo al re delle grandi bollicine mondiali. Un vino, lo Champagne, che, nel 2021, ha battuto tutti i suoi record: 320 milioni di bottiglie vendute in tutto il mondo, volume più elevato degli ultimi 10 anni, +31% sul 2020, per un giro d’affari di 5,7 miliardi di euro, record storico per la regione in cui convivono e prosperano grandi Maison, piccoli vigneron e cooperative. E se la Francia resta il primo mercato, con 140 milioni di bottiglie, delle 180 che vanno nel mondo, una buona parte, poco sopra ai 9 milioni di bottiglie, arriva in Italia, con il Belpaese che, in valore, è il quinto mercato per lo Campagna, con 200 milioni di euro. Valore in crescita del +36% sul 2020, e che vede l’Italia dietro agli Usa, con 793 milioni di euro, il Regno Unito, con 503 milioni di euro, il Giappone, con 354 milioni di euro, e la Germania, ormai a tiro, con 201 milioni di euro.
Tra le tante iniziative ed i tanti locali che celebreranno lo Champagne Day, c’è anche Signorvino,
l’enocatena del gruppo Veronesi, che brinderà con grandi brand come Valentin Leflaive, Taittinger, Dany Fevre, Saint-Gybrien, Bruno Paillard, Charles Heidsieck, Pol Roger, Dom Perignon, Henriot, Armand De Brignac, Krug, Ruinart, Veuve Cliquot, Ayala, Encry, De Vilmont e Moët & Chandon. E che, proprio nei giorni dedicati alla bollicina francese, ha annunciato il suo sbarco all’estero, che partirà dalla Francia, a Parigi, dove aprirà nel 2023, in zona Boulevard Saint Michel, con la sua selezione di oltre 2.000 etichette italiane.
Intanto, però, come detto, lo Champagne, con tutte le leggende che ne circondano la fama, dalla nascita ad opera dell’abate Dom Perignon alla passione che ne aveva Napoleone, a cui è attribuita la frase, “In caso di vittoria me lo merito; in caso di sconfitta ne ho bisogno”, fino alla coppa ideale per gustarlo, che si vuole modellata sul seno di Maria Antonietta, come dicono i numeri, conquista sempre di più l’Italia. Come testimonia, la case history di Krug, uno dei top brand dello Champagne, che ha dato vita ad un progetto di grande spessore artistico con Krug x Music, con il maestro compositore giapponese Ryuichi Sakamoto. A raccontarla è Francesca Terragni, Marketing & Communication Director di Moët Hennessy Italia Spa del gruppo LVMH, che controlla brand come lo stesso Krug, ma anche Moet Chandon, Veuve Cliquot, Dom Perignon, Ruinart e non solo: “oggi, per Krug, l’Italia è il secondo mercato in Europa, ed è vicino a diventare il secondo nel mondo. Il futuro, per tutte le maison del gruppo, passa per la viticoltura sostenibile”.

“Focus - Le curiosità sullo Champagne”
“In caso di vittoria me lo merito; in caso di sconfitta ne ho bisogno”. La leggenda narra che Napoleone Bonaparte amasse così tanto lo Champagne da attribuirsi anche il primo di titolo di “Sabreur” (sciabolatore) per celebrare le proprie vittorie sui campi di battaglia: il suo aforisma è uno dei modi migliori per rendere omaggio al “vino dei re” visto che oggi, venerdì 28 ottobre, in tutto il mondo si celebra lo ChampagneDay. Nata nel 2009 grazie al wine tutor e blogger californiano Chris Oggenfuss per festeggiare le bollicine francesi, la ricorrenza è stata successivamente riconosciuta e supportata da Comité Champagne, organizzazione che riunisce 15.000 viticoltori e le maison del territorio transalpino di Champagne.
Simbolo di eleganza ed esclusività, il nettare degli dei mantiene immutato il suo fascino di luxury drink più famoso al mondo forte dei suoi 350 anni di storia: sui social network l’hashtag #Champagne raccoglie oltre 17 milioni di contenuti su Instagram e 1,5 miliardi di visualizzazioni su TikTok affermandosi come status symbol anche tra i più giovani come dimostrano le foto di Harry Styles e Ariana Grande che li ritraggono in compagnia di una flûte in mano. Icona di charme e glamour, anche i VIP si sono lasciati sedurre dallo Champagne: dal celeberrimo bagno nella vasca di Marilyn Monroe, che si dice fosse riempita per l’occasione con 150 bottiglie di Champagne, a Brad Pitt, che, per l’ultima notte degli Oscar, ha lanciato il proprio brand di Champagne per la cena di premiazione dell’Academy Awards. Anche la Regina Elisabetta II consumava regolarmente Champagne, convinta che fosse utile per riposare bene: “Il segreto di The Queen per un buon sonno? Champagne e Dowton Abbey prima di coricarsi”, ha riportato Julia Banim, reporter del Daily Record britannico, che indagò attentamente le abitudini serali della sovrana Britannica.
“Da sempre lo Champagne è presente nei momenti più significativi della nostra vita, è un’icona senza tempo, un simbolo di festeggiamenti in grado di esprimere ed affermare una dimensione chiave della nostra vita sociale. Lo Champagne è, di fatto, un linguaggio internazionale conosciuto in tutto il mondo, che accompagna i momenti più iconici di felicità mentre siamo circondati da parenti e amici, oltre che una bevanda con un mercato colossale e planetario”, afferma Luigi Sangermano, ad Laurent-Perrier Italia e imprenditore del lusso.
Lo Champagne viene esportato in 190 Paesi con una produzione di 320 milioni di bottiglie, nonostante costituisca solamente lo 0,5% dei vigneti mondiali e comprende solo il 4% del territorio vitivinicolo francese (35.000 ettari nella zona di Epernay a 150 km a est di Parigi) con tre vigneti autorizzati da Comité Champagne: Pinot Noir, Pinot Meunier e Chardonnay. Quest’area è stata definita nel lontano 1927, e da allora molte cose sono rimaste inalterate: la vendemmia, per esempio, viene fatta solo manualmente, e questo significa un fabbisogno di manodopera stagionale di 125.000 persone per la raccolta dei grappoli, che mediamente dura tre settimane. Anche il procedimento di produzione non ha subito modifiche nel corso degli anni: il metodo si chiama “Champenoise” ed è caratterizzato da una doppia fermentazione: per prima cosa, la pressatura delle uve deve avvenire subito dopo la raccolta, con grappoli interi spremuti molto gradualmente e delicatamente; successivamente, c’è una prima fermentazione del mosto che trasforma gli zuccheri in alcol (che avviene in vasche d’acciaio o in fusti di legno), mentre la seconda fermentazione avviene in bottiglia, dando vita - dopo un adeguato periodo di riposo e invecchiamento - alle bollicine più famose del mondo.
“Gli Champagne sono vini che coinvolgono direttamente e in modo marcato tutti i cinque sensi: molto sfaccettati aromaticamente, e sono in grado di offrire una pregevole quantità di sensazioni olfattive e gustative, sono vini tattili, delicati come una seta pregiata, che si rivelano al palato e alla lingua grazie alle loro uniche qualità di frizzantezza e texture; unici alla vista, e anche speciali all’udito, grazie al perlage delle bollicine e alla pressione della bottiglia che arriva a 6-7 atmosfere, e rende il cerimoniale dell’apertura unico e speciale”, prosegue ancora Luigi Sangermano. “Vi è una crescente attenzione, specie nel mondo della ristorazione, sulle piccole produzioni di Champagne - conclude l’imprenditore del lusso - ma dev’essere chiaro che al di la della doverosa ricerca di novità, il 75% del mercato mondiale ed oltre è presidiato dai grandi marchi di proprietà di fondi d’investimento e da importanti maison di grande tradizione ancora a controllo familiare come la nostra Laurent-Perrier, mentre solo il 25% è distribuito tra piccoli produttori e cooperative locali: la verità è che il massimo del godimento negli appassionati è stappare una bottiglia prestigiosa di un grande marchio”.
Dal varo delle navi alle premiazioni delle gare automobilistiche, fino al brindisi di Capodanno: attorno a nessun’altra bevanda nel mondo è stato costruito un simile culto associato ad allure e glamour, con testimonial le celebrity e gli artisti più famosi del mondo. E sono numerosissime anche le citazioni cinematografiche dove lo Champagne assume un ruolo da protagonista: da Leonardo di Caprio che regge il calice di Champagne in una scena iconica del “Grande Gatzby”, diventato poi uno dei meme più famosi sui Social network, a Margot Robbie che sorseggia una flute di bollicine francesi in una vasca da bagno spiegando l’economia di Wall Street nel film “La Grande Scommessa”, ai grandi classici come “Pretty Woman”, “The Blues Brothers”, “Casablanca” e “Colazione da Tiffany”.

Ma quali sono le 10 curiosità meno note sulla Champagne? Ecco quelle emerse da un’indagine, condotta da Espresso Communication, sulle testate internazionali per celebrare lo #ChampagneDay:

1. Il vino del diavolo - Agli albori della lavorazione dello Champagne la pressione all’interno della bottiglia era così forte da far scoppiare molti tappi. I produttori, vedendo numerose bottiglie rotte, attribuivano il fenomeno al diavolo dando l’appellativo di “vin du diable”.

2. Party Lover - Le bollicine francesi sono diventate il simbolo delle celebrazioni dalla metà del Seicento per merito di Filippo d’Orléans, nobile conosciuto in tutta la Francia per i suoi party leggendari: la stappatura dello Champagne, che avveniva per mano delle ragazze presenti, indicava l’inizio della festa.

3. Il Varo della Nave - Alla fine del XIX secolo lo Champagne fu associato alla cerimonia del battesimo delle navi: il frantumarsi della bottiglia ben stretta da un nastro e scagliata in direzione dello scafo da una madrina rappresenta il primo contatto tra la nave e l’elemento liquido ed è segno di buona sorte.

4. Top Luxury - Nel 2012 l’artista britannico Alexander Amosu ha incastonato un diamante bianco di 19 carati all’interno di una bottiglia di pregio con una decorazione di 48 grammi di oro massiccio realizzata a mano. Il tutto è stato venduto al prezzo di oltre 1,4 milioni di euro.

5. Energy Drink - Se oggi lo Champagne è utilizzato per celebrare il podio dei vincitori, alla fine del XIX secolo in Gran Bretagna agli atleti che si cimentavano nella maratona veniva consigliato di bere Champagne durante le gare: una sorta di energy drink non convenzionale.

6. In fondo al Mar - Nel 2010 un gruppo di sub nel Mar Baltico ritrovò un relitto con a bordo 150 bottiglie di Champagne risalenti al 1830 perfettamente conservate. Il percorso veniva utilizzato per le spedizioni in Russia: si pensa che Luigi XVI le avesse inviate come dono alla corte Imperiale russa.

7. Cave di Gesso - Il sottosuolo della regione di Champagne è calcareo e favorisce il drenaggio e la mineralità dei vini. Diverse maison fanno invecchiare le bottiglie nei loro cunicoli sotterranei scavati nel gesso che permettono di mantenere una costante temperatura riparandole anche dalla luce.

8. La Confraternita della Sciabola d’Oro - Nel 1986 il ristoratore francese Jean Claude Jalloux fondò la “Confrérie du Sabre d’Or”, il Club degli Sciabolatori presente in Italia e in decine di Paesi con più di 35.000 associati. Tra le finalità di questa associazione la promozione della cultura dello Champagne.

9. Un tappo più veloce di Jacobs - L’Università di Reims ha dimostrato che più la bottiglia è fredda, minore sarà la velocità del tappo. Ad alte temperature l’anidride carbonica si concentra nel collo, aumentando la pressione: se a 4 gradi raggiunge i 40 km/h, a 18 gradi può toccare ben 55 km orari!

10. Coppa perfetta - La coppa è per tradizione la forma ideale per degustare lo Champagne, ma come nasce? La leggenda narra che la coppa sia stata modellata niente meno che sul seno di Maria Antonietta. Una storia che ha fatto tendenza: Claudia Schiffer e Kate Moss hanno creato la loro versione sul modello del proprio seno!

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