La conquista del mercato cinese, per il vino italiano, è una strada lunga da battere con costanza e determinazione. E così, per la terza volta nel 2014, dopo Chengdu e Shanghai, Vinitaly International torna nel Paese del Dragone nel “China Dalian International Wine & Dine Festival”, il più importante e conosciuto festival vinicolo nella Cina nordorientale, di scena dal 18 al 20 luglio (http://www.vinitalyinternational.com/events/dalian2014). Per aiutare le imprese italiane a fare affari ma anche, come ormai succede da tempo, per formare il pubblico e i professionisti cinesi sul vino italiano: dopo il successo riscosso dalla tappa di Shanghai, il numero di sessioni didattiche è salito a 12, incluse 9 Mastercass organizzate in collaborazione con gli stessi importatori d’eccellenza cinesi presenti anche a Chengdu e Shanghai: SinoDrink, Emw, Venas Vinus, Chu Xiao, Insider, Amore Fine Wines, Vm Fine Wines, Kelit e 100Ita. L’area espositiva ospiterà anche tre esclusivi seminari sul vino della “Vinitaly International Academy”, presentati, tra gli altri, dal direttore scientifico Ian D’Agata e che, il primo giorno, saranno inaugurati da un seminario sul Brunello di Montalcino, seguito da due seminari che daranno una panoramica sull’immensa varietà dei vini italiani.
“Il prossimo appuntamento di Vinitaly International a Dalian, il terzo nel territorio in pochi mesi - ha commentato il dg Veronafiere, Giovanni Mantovani - è importante non solo perché conferma il nostro forte e concreto impegno a supporto della produzione vitivinicola italiana nel presidio di un mercato tanto strategico e ricco di opportunità come la Cina, ma anche perché organizzato in piena collaborazione con i principali importatori del Paese, a riprova che il lavoro che abbiamo svolto rispondere ai bisogni reali di tutti gli attori del mercato, a partire dall’importante valore aggiunto in termini di formazione e cultura offerto dal ricco programma della nostra Vinitaly International Academy. Con la stessa logica stiamo preparando le nostre attività anche in altri nuovi mercati, come l’Australia dove approderemo il prossimo ottobre a Melbourne”.
L’interesse verso il contenente asiatico rispecchia l’obiettivo di Veronafiere di supportare la produzione vitivinicola italiana favorendo sia le attività di export che quelle di incoming degli operatori stranieri nel nostro paese. Questo si concretizza attraverso una presenza mirata e tramite l’utilizzo di strumenti finalizzati a promuovere la conoscenza dell’immensa varietà produttiva italiana, che comprendano anche lo scambio e l’incontro tra produttori e distributori. Con una costante tendenza all’aumento del consumo pro capite di vino (1,31 litri nel 2012 contro gli 0,3 del 2003), negli ultimi tre anni, infatti, è quasi raddoppiato il numero di consumatori di vini importati che oggi sono 38 milioni di cinesi (Wine Intelligence 2014). La città di Dalian in particolare, che dal 1984 possiede lo status di zona economica speciale che l’ha resa un’area di rilievo per gli investimenti stranieri, con una popolazione di quasi 7 milioni di abitanti sta rapidamente diventando il fulcro economico della Cina settentrionale e rientra tra i primi 10 mercati di consumo del vino in Cina, con un fatturato di 300 milioni di Rmb (oltre 35 milioni di euro) in bottiglie l’anno e un consumo in crescita.
Ma se Vinitaly porterà a Dalian il meglio del vino italiano nel suo complesso, oggi, a Shanghai, ha fatto bella mostra di sé una delle chicche del panorama enoico nazionale, il Consorzio del Carignano del Sulcis (www.consorziovinocarignano.it), con “Discovering Carignano del Sulcis”, il percorso guidato alla scoperta dei vini della costa sud-occidentale della Sardegna, nell’ambito del “Taste Italy” organizzato da Aie (Associazione Italiana Export) all’Inter Continental di Shanghai. Un punto di partenza, quello del marchio, fondamentale per conquistare i mercati esteri, Cina in primis. “È una Cina sempre più attenta nello scegliere le eccellenze vinicole del nostro Paese. Perciò - ha dichiarato Silvana Ballotta, Ceo di Business Strategies e promotrice delle attività che sostengono i partner di Aie nel cammino verso l’internazionalizzazione - occorre presentarsi in questo mercato investendo in brand che siano simbolo e garanzia del Made in Italy. E i Consorzi di produzione e di tutela possono giocare un ruolo chiave in questo senso”.
150, nel complesso, gli importatori, distributori, giornalisti e partner cinesi di Business Strategies che hanno partecipato all’appuntamento, tra cui anche Jenny Wang, customer director dell’autorevole rivista cinese Wine Press Magazine e Ningbo Mei, caporedattore di Vinehoo.com. Iniziativa che, peraltro, si inserisce nel progetto di promozione triennale del neonato Consorzio formato dalle storiche Cantine di Santadi, Calasetta e Sardus Pater, fino alle più recenti Mesa e Agricola Punica. Un programma del valore di 2 milioni di euro, che ha come obiettivo i mercati di Cina, Stati Uniti, Giappone e Russia. Tutto parte dalla costa sudoccidentale della Sardegna, il Sulcis, dove si assiste alla rinascita dell’antico vitigno del Carignano grazie al personale impegno di un “mostro sacro” dell’enologia italiana, Giacomo Tachis, che negli anni Ottanta riporta alla luce la sua bellezza riscoprendo le vecchie vigne a piede franco. A questa fa seguito la volontà dei produttori della zona di rilanciare una delle grandi eccellenze d’Italia, anche attraverso la promozione del brand con i colori della bandiera sarda - il bianco, il rosso e il nero - che contraddistinguono il logo e l’immagine coordinata del Consorzio realizzata dal celebre pubblicitario (e produttore di vino) Gavino Sanna.
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