02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

TUTTO PRONTO PER IL BRINDISI DI FINE ANNO, CON LE BOLLICINE TRICOLORE PROTAGONISTE IN ITALIA, DOVE SALTERANNO 72 MILIONI DI TAPPI, E ALL’ESTERO, GRAZIE ALL’EXPLOIT DEI CONSUMI DI UK, RUSSIA, USA E CINA. FOCUS: BISOL, PROSECCO PRIMO SPUMANTE NEL MONDO

Per festeggiare l’arrivo del 2014 si brinderà tricolore: i 72 milioni di tappi che voleranno, parleranno, nella maggior parte dei casi, italiano, anche per merito di un’offerta estremamente variegata, più articolata e suggestiva di qualsiasi altro Paese del mondo, tanto che, come ricorda Confagricoltura, le bollicine italiane piacciono sempre di più anche all’estero, e volano sui mercati, proseguendo un trend positivo che ha registrato, tra gennaio e agosto 2013, una crescita, in media, del 20%, confermata nelle feste natalizie. Ottime le performance nel Gran Bretagna (+50%) e in Russia (+30,7%), mentre gli Usa si confermano un mercato di eccellenza per gli spumanti, con un aumento che sfiora il 25%. Cresce la voglia di bere made in Italy anche in Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia e Paesi Baltici. Sola battuta d’arresto in Germania: -22% in volume e -6% in valore. In Cina, addirittura, gli spumanti italiani hanno avuto una tale accelerazione (con fatturato superiore al 120%) da mettere in difficoltà persino i rivali francesi, finora leader del mercato.

Focus - Prosecco primo spumante nel mondo, batte Francia e Cava: così dice Giancluca Bisol
“Quest’anno possiamo dire che siamo di fronte ad un fatto storico: guardando i dati consuntivi dell’export 2013 il Prosecco è lo spumante più venduto nel mondo, battendo per la prima volta Champagne e Cava spagnolo”, il concorrente più diretto. Lo afferma, utilizzando anche i dati dei diversi Consorzi di produzione, Gianluca Bisol, che, insieme al fratello Desiderio, guida l’omonimo gruppo del Prosecco, con un fatturato che ha raggiunto negli anni i 15 milioni di euro.
In attesa dei brindisi della Notte di San Silvestro, le bollicine italiane più diffuse - quelle prodotte tra Veneto orientale, soprattutto, e piccola parte del Friuli - confermano il boom che le ha portate a sopravanzare nettamente lo Champagne per bottiglie prodotte: quest’anno sono uscite dalla cantine attorno ai 330 milioni di “pezzi” di Prosecco, contro i 300 milioni di bottiglie del vino più famoso del mondo. Ovviamente i valori sono molto diversi, in quanto il prezzo medio di ogni etichetta francese a metodo classico è molto superiore a quello del nostro Prosecco con rifermentazione della massa del vino e non in bottiglia, ma stanno accadendo fatti nuovi. Il primo è che i francesi temono la crisi, in quanto hanno oltre 1 miliardo di bottiglie nelle cantine ad aspettare i tempi lunghi della loro produzione e cominciano a proporre prezzi molto ribassati, mentre per il Prosecco sono sufficienti pochi mesi dalla vendemmia alla vendita finale.
“Sul mercato siamo indubbiamente più flessibili, ma non c’è solo questo: nei primi 6 mesi 2013, in Cina, gli spumanti italiani in generale hanno venduto il doppio rispetto allo Champagne”, spiega Bisol, tra i primi ad attaccare il difficile ma cruciale mercato cinese, dove ha visto “in un ristorante di Shanghai le nostre bottiglie dagli 80 ai 160 euro”.
Qualcosa non va nella distribuzione, in mano a inattaccabili personaggi locali, ma per difendere un prodotto si cerca ogni strada. E si deve essere pronti a ogni sorpresa “come quando sull’onda del nostro successo altre Regioni, compresa la Sicilia, hanno chiesto di poter piantare il Glera (il vitigno di base, ndr) e di poterne chiamarne il prodotto finale Prosecco”.
Battaglie interne che non fermano il boom delle “bolle” italiane, confermato dalle stime della Confagricoltura: per festeggiare l’arrivo del 2014 saranno 72 milioni le bottiglie di spumante “made in Italy” stappate nel mondo. Tra gennaio e agosto la crescita dell’export è stata quasi del 20%, con il Regno Unito in crescita del 50% e la Russia del 30%. E Confagricoltura conferma soprattutto il boom della Cina: +120%. Dati che trovano conferma in Coldiretti, secondo la quale le bottiglie di bollicine made in Italy esportate ammontano a 290 milioni.
Fonte: Ansa - Autore: Alfonso Neri

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli