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MERCATI

Uk, prezzi del vino in aumento: la colpa è delle complesse norme fiscali post-Brexit

Previsti oltre 40 pence in più a bottiglia dal 2025. Le nuove imposte giudicate “ridicole, costose e impraticabili” dagli addetti ai lavori
AUMENTI, BREXIT, UK, Mondo
Da febbraio 2025 aumenti in arrivo per il vino in Gran Bretagna 

Pessime notizie in arrivo per i consumatori di vino britannici: il prezzo di alcuni dei loro vini rossi preferiti potrebbe aumentare l’anno prossimo di oltre 40 pence a bottiglia (0,50 euro, ndr), dopo che il Governo ha ignorato le richieste dell’industria del vino di abbandonare le complesse modifiche fiscali post-Brexit. Il nuovo sistema di accise sugli alcolici, che entrerà in vigore nel febbraio 2025, aumenterebbe il numero di scaglioni fiscali per il vino da uno a trenta, e costerebbe alle aziende ingenti somme di denaro, secondo il periodico “The Guardian”. Novità che sono state giudicate “ridicole, costose e probabilmente impraticabili” dagli addetti ai lavori.
La revisione post-Brexit delle imposte sugli alcolici, che tasserebbe le bevande in base al volume alcolico piuttosto che al tipo di alcol, è stata introdotta ufficialmente lo scorso agosto, dopo essere stata avanzata dal Tesoro quando il Primo Ministro Rishi Sunak era cancelliere dello Scacchiere (cioè ministro dell’Economia). Secondo il piano, l’importo dell’imposta aumenta di 2 centesimi per ogni aumento dello 0,1% del grado alcolico. Il Governo ha attualmente istituito un periodo di “congelamento” di 18 mesi, durante il quale tutti i vini tra 11,5% e 14,5% pagano una quota fissa di  2,67 sterline di tasse.
Il settore del vino ha esercitato pressioni sul Governo affinché mantenga in vigore queste regole in modo permanente, ma Gareth Davies, segretario dello Scacchiere del Tesoro, ha confermato che andrà avanti. Ciò ha spinto aziende come Majestic Wine, che ha più di 200 negozi in tutto il paese, a parlare apertamente, affermando che ciò comporterà prezzi più alti ed un enorme onere amministrativo per i venditori. “Il Ministro ha dimostrato in questo dibattito una preoccupante mancanza di comprensione del nostro settore, suggerendo che il sistema delle accise sugli alcolici è diventato più semplice e più facile dopo la Brexit -  ha affermato John Colley, ad Majestic Wine - semplicemente, non è così. In effetti, il sistema in vigore prima della Brexit era molto più semplice”.
L’analisi della Wine and Spirits Trade Association (Wsta) ha rilevato che, una volta terminato il periodo di congelamento, i prezzi di circa il 43% dei vini aumenteranno. L’imposta su una bottiglia di vino con un grado alcolico di 14,5%, la percentuale più alta prevista, aumenterà al massimo di 42 pence. I vini rossi saranno i più colpiti a causa del loro contenuto alcolico più elevato, con prezzi che dovrebbero aumentare del 75% a partire dal prossimo febbraio. Le modifiche comporteranno enormi costi amministrativi per le imprese, che dovranno calcolare l’imposta dovuta su ciascun vino, inclusi i piccoli negozi che vendono centinaia di vini diversi.
Il co-fondatore di Wine Merchants, Hal Wilson, ha affermato che le nuove regole richiederanno il controllo e la registrazione del contenuto alcolico di quasi il 90% delle bottiglie acquistate. Ciò comporterebbe un aumento di sette volte del carico di lavoro per il personale, un costo non sostenibile per l’azienda.
Steve Finlan, ceo Wine Society, la più antica community per la vendita del vino in Uk, ha definito le nuove accise “ridicole, costose e probabilmente impraticabili”, affermando che, per la Wine Society, che immagazzina decine di migliaia di vini, i cambiamenti si tradurrebbero in prezzi più alti per i consumatori. Gli ultimi cambiamenti arrivano dopo che lo scorso anno i venditori di vino sono stati colpiti da un aumento del 20% delle accise sull’85% dei vini, l’incremento più alto degli ultimi 50 anni. “La riduzione della burocrazia dovrebbe sicuramente essere una priorità per i conservatori, che spesso la citano come un “vantaggio della Brexit” - aggiunge Miles Beale, ad Wine & Spirits Trade Association - non vogliamo ulteriori riforme, chiediamo semplicemente al Governo di mantenere l’attuale procedura semplificata per tassare il vino, per evitare quello che sarà un errore molto costoso”.

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