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UN 2006 IN CHIARO SCURO … IL BILANCIO DELLA CONFAGRICOLTURA

L’agricoltura italiana chiude un anno in chiaro scuro. A fronte di settori in crisi acuta, come la bieticoltura, emergono altri con buone performances sul piano delle quantità prodotte (vino, latte, carni suine). In recupero l’andamento dei prezzi per i cereali ed alcuni settori zootecnici ed ortofrutticoli. Si può dire che emerge sempre più la necessità di adattare la produzione al mercato: laddove le quantità si riducono, i prezzi risalgono (tranne per il settore bieticolo, che appare terremotato dai tagli produttivi).
Insomma, nei settori riformati dall’Unione Europea nel segno del “disaccoppiamento”, sia in quelli in attesa della ridefinizione delle politiche comunitarie, le imprese sono sempre più esposte alla concorrenza.

Vino
Produzione
Confagricoltura stima un aumento della produzione di poco superiore all’1 per cento. La qualità è su standard elevati e il 2006 potrà essere annoverato tra le annate di maggiore soddisfazione per i produttori vitivinicoli italiani.
Quotazioni di mercato
E’ proseguita la tendenza, nel 2006, alla riduzione dei vini rossi da tavola; mentre si è registrato un tendenziale incremento per i bianchi. In entrambi i casi, siamo lontani dai valori registrati nella metà degli anni ’90.
Commercio Estero
Confagricoltura stima un miglioramento del saldo commerciale in valore dell’8%. L’incremento del saldo in quantità (Confagricoltura lo stima in un +16% circa) supera l’incremento in valore. Ciò a dimostrazione che i prezzi del prodotto esportato tendono a diminuire, evidentemente a causa dell’accresciuta concorrenza internazionale.

Olio di oliva
Produzione

Il 2006 doveva essere un’annata di carica. Invece, complice soprattutto l’andamento climatico avverso, vi sarà una contrazione della produzione, che Confagricoltura stima del 4-5 per cento, rispetto allo scorso anno. La qualità dovrebbe essere sufficientemente elevata, nonostante alcuni attacchi di mosca olearia.
Quotazioni di mercato
Nel primo periodo dell’anno le quotazioni si sono mantenute su livelli soddisfacenti. Successivamente si sono registrati vistosi arretramenti nei prezzi all’origine rispetto allo scorso anno. L’olio extra vergine di nuova produzione, a novembre, ha registrato, in media, cali addirittura nell’ordine del 15 per cento.
Commercio estero
La bilancia commerciale oleicola risulta sempre in deficit, anche se vi sono evidenti segnali di miglioramento. Nel 2006, il passivo si è ridotto di oltre 50 milioni di euro su base annua.

Latte
Produzione

Nel corso del 2006 si è registrata una contrazione dell’offerta che, peraltro, è comune a quasi tutti i Paesi dell’Unione europea. La minore produzione di latte non è stata tuttavia sufficiente a favorire il completo riequilibrio del mercato nazionale. Buone le performance del segmento bufalino, qualche problema persiste per gli ovini.
Quotazioni di mercato
Il prezzo del latte bovino si è ulteriormente ridotto nel corso del 2006, per effetto della difficile situazione di mercato e della graduale applicazione della riforma della Pac. Interessanti segnali di ripresa si sono verificati nel settore del latte ovino, con particolare riferimento al Pecorino Romano, le cui quotazioni nel corso del 2006 si sono attestate al di sopra del 13% rispetto allo scorso anno.
Commercio estero
Prosegue la buona performance delle esportazioni dei principali formaggi italiani, con particolare riferimento al Grana Padano, che registra un incremento dell’export di circa il 6%. L’Italia rimane comunque fortemente deficitaria, anche se prosegue il trend di riduzione del saldo negativo che si è attestato nel 2006 a 1,46 miliardi di euro.

Carni bovine
Produzione

L’andamento del comparto della carne bovina, nel 2006, ha registrato una sostanziale stasi: 4 milioni di capi macellati, con una produzione di carne di circa un milione di tonnellate.
Quotazioni di mercato
In complesso, il valore della produzione agricola del comparto ha segnato un incoraggiante aumento, che Confagricoltura stima in un +0,6% (da 3,3 a 3,5 miliardi di euro). L’aumento del valore della produzione, tuttavia, è stato più che compensato, sul fronte del reddito, dagli aumenti dei costi, in primis quelli legati ai capi da ristallo, per i quali si è registrato un aumento anche del 10% su base annua
Commercio estero
Il comparto era e resta uno dei più problematici della bilancia commerciale agroalimentare nazionale. Il forte deficit strutturale è in aumento, a causa di una crescita dell’import, che supera abbondantemente la pur lieve piccola ripresa dell’export di carni bovine italiane.

Carni suine
Produzione
Dopo un anno di marcata crisi, il comparto manifesta alcuni segnali di ripresa. Il 2006, infatti, ha visto un aumento dei capi macellati e della produzione di carni. Confagricoltura stima circa 13,5 milioni di capi macellati, con un incremento di quasi il 4%.
Quotazioni di mercato
L’andamento di mercato è stato tendenzialmente in ripresa per quanto riguarda i capi e i vari tagli di carne. A fronte del recupero sul fronte delle quotazioni, si è registrato un notevole incremento dei costi di produzione, essenzialmente quelli mangimistici, che Confagricoltura stima in un 6-7 per cento.
Commercio estero
A causa di un incremento delle importazioni di carni suine, il saldo delle partite commerciali è peggiorato, nel 2006, di oltre il 10 per cento. Positiva invece la performance dei prosciutti e in genere di tutte le carni suine trasformate.

Carni avicole ed uova
Produzione
Il comparto risente ancora notevolmente della crisi aviaria che lo ha interessata nei mesi passati, anche se ci sono segnali di recupero. Per la carne di pollame, il 2006 si chiude con un calo complessivo della produzione nell’ordine del 10 per cento. Per le uova, del 2,5%.
Quotazioni di mercato
I consumi di carne di pollame sono stati, nel 2006, in calo rispetto all’anno precedente (meno 7-8 per cento). Gli effetti della crisi tardano ad essere pienamente superati, benché, specie alla fine dell’anno, si sia registrato un certo lievissimo recupero delle quotazioni.
Commercio estero
Il saldo import-export di carni di pollame è ancora positivo e, nel 2006, si è apprezzato per circa 20 milioni di euro (+10%). Per quanto riguarda le uova, invece, sono diminuite le importazioni e, essendo aumentato anche l’export, si è passati addirittura da una situazione di deficit ad un attivo delle partite commerciali.

Frutta
Produzione

Sia la superficie, che la produzione di frutta si sono ridotti nel 2006. Le rese dell’uva da tavola sono state interessate, tra l’altro, da una preoccupante crisi climatica che ha influito negativamente sulla qualità. Produzione in calo anche per mele e pesche/nettarine, in controtendenza rispetto agli ultimi anni. Unica eccezione il kiwi.
Quotazioni di mercato
In generale per la frutta si sono registrati nel 2006 prezzi stabili, in lieve flessione.
Commercio estero
Il saldo dell’import-export italiano di frutta fresca - tradizionalmente una voce positiva della bilancia commerciale agroalimentare - è stimato in peggioramento rispetto al 2005.

Ortaggi
Produzione
La superficie investita e la produzione di ortaggi in Italia si sono ridotte nel 2006, rispettivamente, del 7,5% e del 6,1%, in confronto alla precedente campagna. In aumento insalate, carciofi, patate e il pomodoro da mensa. In drastico calo il pomodoro da industria.
Quotazioni di mercato
Il leggero recupero delle quotazioni di cavolfiori, fagiolini, patate, peperoni e pomodori da mensa è stato accompagnato da una piccola flessione per gli ortaggi a foglia (lattughe e radicchio), ma anche per zucchine e carote. Come il 2005, il 2006 rappresenta una campagna di recupero e consolidamento rispetto agli andamenti fortemente negativi del 2004.
Commercio estero
E’ aumentato il valore dell’export e si è stabilizzato l’import di ortaggi freschi, che tende addirittura a diminuire. Ne è risultato un saldo in valore largamente positivo. Confagricoltura stima che il deficit si sia ridotto di oltre il 40 per cento.

Fiori e Piante
Produzione

L’andamento produttivo è stato nella media, ma nel complesso soddisfacente, consentendo di fronteggiare l’aumento della domanda (si stima un aumento dei consumi del 6-7%) anche facendo minor riscorso alle importazioni. In diversi casi, tuttavia, le condizioni climatiche non ottimali hanno provocato un calo della produzione, specie per i fiori recisi.
Quotazioni di mercato
Il discreto andamento dell’offerta non ha determinato aumenti dei listini, che sono rimasti nel complesso stazionari rispetto ai valori dello scorso anno.
Commercio estero
La bilancia commerciale dovrebbe chiudersi con un miglioramento del 24 per cento del saldo, tradizionalmente in attivo, tra import ed export. Le esportazioni si sono mantenute stabili, con una lieve tendenza positiva, mentre sono risultate più contenute le importazioni.

Riso
Produzione

Sebbene si sia registrato un aumento della superficie investita a riso, la produzione nazionale ha subito una lieve riduzione per effetto delle negative condizioni climatiche.
Quotazioni di mercato
L’allargamento dell’Unione europea ai dieci nuovi Stati membri e la congiuntura del mercato internazionale hanno favorito un diverso equilibrio nel mercato italiano del riso, con un tendenziale eccesso della domanda rispetto all’offerta. In media, considerando le diverse tipologie di prodotto, l’incremento di prezzo che si è registrato nel 2006, rispetto all’anno precedente, è stato del 40%.
Commercio estero
Nel corso del 2006, si è assistito ad un aumento delle importazioni e ad una contrazione delle esportazioni italiane di riso. Ciò ha determinato una sensibile riduzione del saldo positivo degli scambi con l’estero in questo settore.

Barbabietola da zucchero
Produzione
La riforma dell’organizzazione comune di mercato decisa a livello di Unione europea alla fine del 2005 ed applicata per la prima volta nel 2006 ha comportato la riduzione al 50% della capacità produttiva della filiera bieticolo-saccarifera nazionale.
Quotazione di mercato
Uno degli effetti più evidente della riforma dell’Ocm è la riduzione del prezzo corrisposto ai bieticoltori per il conferimento della materia prima. Nel 2006 il calo è stato del 31,5%.

Frumento duro
Produzione
Dopo la riforma della Pac del 2003 e l’avvio del disaccoppiamento, la capacità produttiva italiana di frumento duro ha subito un netto ridimensionamento. Le superfici sono calate di circa mezzo milione di ettari e la produzione si è attestata, in base alle ultime stime, sui 3,5 milioni di tonnellate.
Quotazione di mercato
Dopo la fine dell’estate 2006, il prezzo di mercato del frumento duro in Italia ha subito un incremento di oltre il 30%.
Commercio estero
L’Italia è il principale Paese importatore al mondo di frumento duro. Gli acquisti sono aumentati negli ultimi due anni in risposta alla situazione di carenza dell’offerta nazionale. Il nostro Paese mantiene la posizione di leader mondiale nelle esportazioni di pasta. Anche nel 2006 si è registrata una tendenza favorevole, seppur lieve.

Mais
Produzione

Nel corso del 2006, la produzione italiana di mais ha subito una riduzione di quasi il 9%, per l’effetto combinato di un calo delle superfici seminate e di un ancora vistosa riduzione delle rese produttive.
Quotazione di mercato
Come per tutti gli altri cereali, anche per il mais c’è stato un notevole incremento dei prezzi nel corso degli ultimi mesi del corrente anno. A novembre 2006 la quotazione si è attestata attorno a 165 euro per tonnellata, il 32% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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