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UN AMERICANO, UN INGLESE ED UN CINESE: ECCO I MIGLIORI SITI DI E-COMMERCE SPECIALIZZATI NELLA VENDITA DI VINO. A GIUDICARLI, UNA RICERCA DELLA BORDEAUX MANAGEMENT SCHOOL, L’E-PERFORMANCE BAROMETER. ITALIA AI PIEDI DEL PODIO CON WINESHOP.IT

I produttori, almeno in Italia, non hanno mai puntato troppo sull’e-commerce, un po’ per l’endemico timore della novità, un po’ perché vendere vino in maniera tanto impersonale, senza poterlo fare assaggiare, vedere, annusare, in effetti, fa perdere metà del fascino all’acquisto stesso. Eppure, di siti specializzati in vendita di vino, nel mondo, ne esistono a decine. A metterli in fila ci ha pensato una ricerca realizzata dalla Bordeaux Management School, l’e-Performance Barometer, coinvolgendo 3.000 internauti di 8 Paesi diversi (Francia, Inghilterra, Italia, Germania, Spagna, America, Australia e Cina), chiamati a giudicare in base a 7 criteri (informazione, navigazione, sicurezza, offerta, interattività, affidabilità e design) i 28 siti più importanti al mondo, classificati su una scala da 1 a 20, in base al peso specifico dei criteri sopra elencati. Il risultato? Un podio rappresentativo delle 3 differenti realtà in cui, probabilmente, si sta giocando e si giocherà il futuro del vino, con l’americano www.wine.com sul gradino più alto, incalzato dall’inglese www.laithwaites.co.uk e dalla new entry cinese www.boboqiu.com. Ai piedi del podio l’unico sito italiano (ma non c’è da stupirsi, dei 28 siti presentati agli intervistati ben 20 sono francesi, quindi 2 inglesi, 2 americani, 1 italiano, 1 tedesco, 1 spagnolo, 1 australiano, 1 cinese), www.wineshop.it. Per trovare il primo sito francese si deve addirittura scendere fino alla posizione n.6, dove si piazza www.vinatis.com.
Un mondo, quello delle vendite di vino on-line, che, se all’estero vola, in Italia arranca. Eppure i numeri di www.wineshop.it rendono il quadro di una realtà che funziona: 700.000 euro di fatturato nel 2010, frutto della vendita di 50.000 bottiglie, per un prezzo medio, quindi, di 14 euro a bottiglia, una fascia di prezzo decisamente superiore a quella, ad esempio, della grande distribuzione, dove invece viene venduta la grande maggioranza del vino italiano. Certo, colossi come l’americana www.wine.com o la francese www.chateauonline.fr da noi non ce ne sono, le spedizioni sono a volte problematiche, e la digitalizzazione del Paese non è neanche paragonabile all’analoga realtà d’Oltreoceano, eppure, proprio dagli Stati Uniti, dove l’e-commerce è pratica diffusa da anni, l’interesse verso la possibilità di acquistare comodamente seduti in salotto una cassa di vino italiano, è forte, nonostante la burocrazia non renda le cose semplici. Un settore tutto da scoprire, e dalle mille opportunità, sicuramente in futuro un canale che neanche le grandi aziende potranno permettersi di trascurare.

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