Vino e arte si sono sempre “rincorsi” e nel tempo hanno creato partnership sempre più interessanti. Due mondi che si sono stimolati a vicenda e che ritroviamo nei libri di storia dell’arte senza dimenticare gli esempi di mecenatismo con casi virtuosi (anche a livello comunicativo) in grado di toccare vari ambiti, compreso quello sociale. L’ultimo è un progetto che unisce il vino all’arte, e che nasce da un’idea di Zonin1821, che, nel proprio “Annual Wine Tasting” di Londra, nei giorni scorsi, ha presentato la collaborazione artistica con Giulio Cinti, artista e scultore il cui percorso si è sempre nutrito di temi legati all’estasi, alla liberazione degli istinti e alla celebrazione del divino attraverso il dionisiaco. La collaborazione con la griffe ha dato all’artista la possibilità di esplorare questi temi connettendo la propria visione estetica con il mondo del vino, simbolo di convivialità e di riti sociali condivisi che si tramandano da generazioni. Sono nate, quindi, sei sculture espressive attraverso cui l’artista ha cercato di rappresentare volti pagani come Dioniso, le baccanti e le altre figure protagoniste del corteo del “Dio del vino”. Ogni opera è stata associata ad un Cru delle Tenute del Gruppo Zonin1821 - azienda con oltre 200 anni di storia, iniziati da Gambellara, in Veneto, con la fondazione dell’Azienda Vinicola Zonin nel 1821, per arrivare, un secolo dopo, nel 1921, alla nascita delle Cantine Zonin, a cui si sono aggiunte negli anni, sette tenute (Ca’ Bolani in Friuli Venezia Giulia, Castello di Albola nel Chianti Classico, Castello del Poggio ad Asti, Tenuta Il Bosco - Oltrenero in Oltrepò Pavese, e, ancoral Principi di Butera in Sicilia, Rocca di Montemassi in Maremma e Masseria Altemura nel Salento), per una realtà che mette insieme, in Italia, 4.000 ettari di terreno, di cui metà coltivati a vigneto, e il resto destinato a rimboschimento, olivicoltura e colture varie, oltre a Barboursville in Virginia, in Usa, ed una joint venture con la famiglia Vial in Cile, con il progetto Dos Almas - con il vino che è diventa così espressione culturale e fonte vitale del processo creativo stesso: da Aquilis di Ca’ Bolani a Il Solatio di Castello di Albola, senza dimenticare Oltrenero Brut Nature della Tenuta Oltrenero ad Altemura di Masseria Altemura, da Deliella di Principi di Butera all’Octagon di Barboursville.
“Questa collaborazione - ha spiegato Michele Zonin, vicepresidente del Gruppo Zonin1821 - nasce dalla volontà di raccontare l’eterogeneo patrimonio culturale che custodiamo da generazioni con un linguaggio complementare rispetto a quello che viene utilizzato tradizionalmente dal nostro settore. L’arte così come il vino è un ponte capace di dar inizio ad infiniti dialoghi, scambi e storie. Arte e vino esprimono entrambi apertura, condivisione ed alterità: essi generano nei loro fruitori emozioni uniche, personali e irripetibili. In questo senso il vino è arte, passione e cultura”. Una novità che si pone all’intero del percorso nel mondo dell’arte e della cultura che Zonin 1821 sta intraprendendo: già lo scorso anno, infatti, Castello di Albola ha presentato la propria prima esposizione, i “Dialoghi Paralleli”, un percorso culturale, tra arte e tecnica, pittura e vino, che ha dato la possibilità ai visitatori di scoprire, all’interno della tenuta chiantigiana, le opere di due artisti particolarmente vicini al territorio, Fabio Calvetti & Armando Xhomo.
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