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UNA CANTINA DI DESIGN PER IL SOAVE, ISPIRATA AI SUOI VIGNETI E COLLINE E, NATURALMENTE, COMPATIBILE: COME LE ARCHISTAR DELLE CANTINE D’AUTORE, È LA SFIDA PER 8 GIOVANI ARCHITETTI, LANCIATA DA “DOMUS ACADEMY” DI MILANO E DAL CONSORZIO DEL SOAVE

Italia
Le colline di Soave

Da archistar del calibro di Renzo Piano, Massimiliano Fuksas, Mario Botta, Frank Gehry, Christian de Portzamparc, Massimo Pagliari, Jean Nouvel e ora anche lo scultore Arnaldo Pomodoro, sono molti gli architetti che hanno messo e che mettono mano alle cantine dando alla luce delle vere e proprie opere d’arte e non solo esteticamente, ma anche dal punto di vista dell’impatto ambientale e della funzionalità. Difficile mettersi a confronto con i grandi nomi dell’architettura mondiale, ma con il progetto promosso dalla Domus Academy di Milano, prima scuola post-universitaria di design in Italia, in collaborazione con il Consorzio per la tutela dei Vini di Soave, otto giovani architetti provenienti dal tutto il mondo, dall’India alla Malaysia, da Singapore al Libano, dalla Turchia alla Grecia, hanno accettato la sfida, e da luglio a ottobre si metteranno alla prova firmando la riqualificazione e ristrutturazione di una cantina nella zona di produzione del Soave, prendendo ispirazione proprio dagli elementi che compongono il paesaggio delle sue colline e dai suoi vigneti, con al centro equilibrio, armonia e rispetto delle forme.Il must? Il progetto deve essere realizzabile e naturalmente compatibile col paesaggio circostante (info: www.ilsoave.com).
Così, otto giovani architetti, nel master di perfezionamento e di formazione post universitaria, il Master in interior and living design 2012, metteranno in campo tutte le loro conoscenze per dare vita al progetto di riqualificazione e ristrutturazione di una cantina - che sarà presto rivelata - che sarà poi oggetto di discussione di fronte alla commissione di valutazione e su questo gli studenti verranno misurati. Per questo, questi giovani professionisti sono arrivati nel territorio del Soave per un sopralluogo, non solo per vedere lo stato reale della struttura, ma anche per cogliere l’essenza del paesaggio dentro al quale dovranno calare il progetto di ristrutturazione.
Non è, infatti, pensabile, spiegano dal Consorzio, scindere l’architettura delle cantine dal paesaggio dove esse sono collocate. Equilibrio, armonia, rispetto delle forme vanno di pari passo nel Soave con scelte urbanistiche lungimiranti che nel tempo hanno permesso lo sviluppo di molte attività commerciali ed economiche, senza però mai minare l’integrità del paesaggio viticolo. Ultimo ma non certo per importanza: paesaggio e territorio sono ormai percepiti come veri e propri strumenti di lavoro, risorse limitate e che per questo vanno tutelate ed utilizzate con attenzione e rispetto. Da qui la tendenza, conclude il consorzio, sempre più diffusa tra i produttori di tecniche a basso impatto ambientale, come la lotta integrata e la confusione sessuale, simbolo evidente di un impegno da parte del mondo della produzione a tutelare l’integrità dell’ambiente.

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