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“UNA FOGLIA DI VITE CHE SI RALLEGRA DEL NOBILE VINO CHE RIEMPIE IL BICCHIERE”: COSÌ PIERRE ALECHINSKY, UNO DEGLI AUTORI PIÙ RAPPRESENTATIVI DELL’ARTE MODERNA, SPIEGA L’ETICHETTA ARTISTICA PER L’ANNATA 2009 DEL “CHIANTI CLASSICO CASANUOVA DI NITTARDI”

Italia
Ecco l’etichetta disegnata da Pierre Alechinsky nelle bottiglie di Chianti Classico Nittardi

“Una foglia di vite che si rallegra del nobile vino che riempie il bicchiere”: così Pierre Alechinsky, uno degli autori più importanti e rappresentativi dell’arte moderna, spiega l’etichetta artistica per l’annata 2009 del Chianti Classico Casanuova di Nittardi”, firmando l’ultima di una serie di etichette realizzate per la storica Fattoria Nittardi, dal 1981, da artisti come A.R. Penck, Yoko Ono, Corneille, Mitoraj, Emilio Tadini, Arroyo, Giuliano Ghelli, Valerio Adami, Mimmo Paladino, Tomi Ungerer, Friedensreich Hundertwasser e Günter Grass, per un’iniziativa pensata da Peter Femfert e sua moglie Stefania Canali, proprietari della tenuta nel cuore della Toscana, tra Siena e Firenze, e originariamente appartenuta al “sommo artista” Michelangelo Buonarroti. E tutte le etichette saranno in mostra nella Galleria del Palazzo di Palazzo Coveri a Firenze, dal 19 al 28 ottobre, e poi a Roma, dal 17 al 26 novembre 2011, nella Galleria Edieuropa di Palazzetto Cenci.
Info: www.nittardi.com

Focus - Chi è Pierre Alechinsky
L’artista nasce nel 1927 a Bruxelles, la città che contribuirà con il proprio nome a comporre l’acronimo di uno dei più importanti e influenti movimenti artistici del dopoguerra: il Gruppo CoBrA. Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam, dalle cui iniziali deriva il nome del gruppo, rappresentano le tre città di origine dei giovani artisti appartenenti al movimento, che nel 1948 suscitarono, con il loro stile irruente, notevole scalpore.
Pierre Alechinsky, benché fosse il più giovane membro del gruppo, ebbe un grande influsso su CoBrA, un circolo illustre che vantava già nomi come Corneille, Karel Appel, Asger Jorn, Eugène Brands, Lucebert, Theo Wolvekamp. Quando nel 1949 Alechinsky ne diventò membro, a soli 22 anni, i più importanti quotidiani olandesi, a proposito della prima mostra del Gruppo presso lo Stedelijk Museum di Amsterdam, tuonavano titoli come “Follia elevata a dignità artistica”, “Pazzia che si crede arte”, “Scarabocchi, sgorbi e sbrodolature”, a dimostrare come le opere di questi artisti, caratterizzate da una notevole sinergia di immagine e parola e da uno stile spontaneo, che rifiuta la tradizione e si oppone alla ricerca della bellezza e dell’armonia nell’arte, fosse riuscita a provocare forti reazioni tra gli intellettuali dell’epoca e avesse dato inizio a una nuova arte sperimentale. Dopo solo tre anni di attività, nel 1951, il gruppo CoBrA si sciolse, avendo però influenzato, “in modo profondo e persistente l’arte della seconda metà del XX secolo”, come afferma lo storico dell’arte Sepp Hiekisch-Picard, “proponendosi come linea di collegamento dell’arte europea tra l’avanguardia prebellica, prima divisa e poi sepolta dalle ceneri lasciate dal nazionalsocialismo, e quella di una nuova generazione artistica alla ricerca di linguaggi adeguati al mondo contemporaneo”.
La pittura di Pierre Alechisnky è stata influenzata anche dal movimento post-cubista: deformazioni espressionistiche, ornati spontanei e fantasmagorie surrealistiche si intrecciano in opere di corposa densità che ricordano talvolta Picasso. Oppure Matisse, con cui Pierre Alechinsky, come lui stesso riporta in un’intervista alla rivista Art, “condivide la passione per il decorativo“. Passione emersa in modo eccelso nella prima acclamata retrospettiva dell’opera omnia di Alechinsky tenutasi nel 2001 al Museo Jeu de Paume di Parigi: 110 tra grafiche e quadri, di cui alcuni anche a olio, materiale per tanto tempo disprezzato dall’artista per la sua natura “collosa come marmellata”.
Originariamente mancino, venne “rieducato a scuola a usare la destra. Solo per un’attività all’epoca considerata trascurabile quale il disegno mi permisero di rimanere mancino“, racconta Alechinsky. Da allora continua a creare grande arte e si dice che l’autore abbia parlato di questa sua mano come di “colei che ha conosciuto solo libertà e piacere”.
Alechinsky, che dal 1983 al 1987 ha ricoperto la cattedra di professore all’Ecole Nationale Supérieure di Parigi e dal 1994 è dottore onorario all’Università di Bruxelles, vive dal 1963 a Bouvigal (Parigi). Qui tutt’ora lavora l’ultimo artista vivente dei CoBrA, che scherzando afferma: “La mia ultima parola non è ancora stata dipinta”.
I due originali creati da Pierre Alechinsky, per l’etichetta e per la carta seta, confermano il tocco leggero dell’autore e la sua ricerca stilistica, caratterizzata da una continua invenzione di segni, tra scrittura e immagine, animati sempre da una sottile ironia. La sua immaginazione è stata in passato stimolata da oggetti preesistenti: vecchie fatture, certificati bancari di nessun valore, carte geografiche e antichi materiali di archivi scritti a mano. Alechinsky adora dipingere su questi vecchi e stropicciati documenti e li utilizza come fossero una tela. La stessa tela, che l’artista ha utilizzato con diverse tecniche nel corso della sua carriera: già negli anni cinquanta, ne utilizzava di grandi dimensioni e le posava direttamente per terra, non per “scaraventarvi” i colori, stile distintivo di Jackson Pollock, ma, come afferma lo stesso autore, “perché così il pennello scorre più liscio”, dipingendo con pennelli calligrafici di pelo di cavallo giapponese.

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