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AIUTI UMANITARI

“Una Pizza per Gaza”: solidarietà italiana contro la fame e la guerra

Luciano Sorbillo ed Emergency uniscono la cucina alla pace per aiutare le vittime colpite dal conflitto di Gaza
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“Una Pizza per Gaza”: solidarietà italiana contro la guerra (ph.Fb/Sorbillo)

In tempi in cui la guerra priva intere popolazioni dei beni più essenziali, fornire aiuti umanitari non è solo un gesto di solidarietà, ma un imperativo etico e civile. Quando il cibo diventa arma e la cura un privilegio negato, ogni azione concreta di solidarietà può partire dal basso, dai gesti concreti, e diventare forza collettiva capace di attraversare confini e coscienze. È in questo spirito che nasce “Una Pizza per Gaza”, l’iniziativa del maestro pizzaiolo Luciano Sorbillo, con il supporto dell’Associazione Custodi del Grano (presieduta proprio da Sorbillo), Sar Scatolificio ed Emergency, che trasforma uno dei simboli più amati della cultura italiana in uno strumento di pace. Per ogni pizza venduta, un euro sarà devoluto ad Emergency, organizzazione umanitaria italiana impegnata in Palestina con progetti sanitari rivolti soprattutto ai bambini vittime del conflitto.
Questa mobilitazione si inserisce nel più ampio contesto della Global Sumud Flotilla, una missione marittima civile internazionale che coinvolge oltre 50 imbarcazioni da 44 Paesi, con l’obiettivo di rompere il blocco su Gaza e consegnare aiuti umanitari direttamente alla popolazione promuovendo un corridoio di solidarietà dal basso. Un’iniziativa che sta suscitando un ampio dibattito pubblico, sia per la sua portata simbolica che per le implicazioni politiche e umanitarie. Tra i sostenitori vi è Cia-Agricoltori Italiani, che attraverso un appello ufficiale denuncia la carestia in corso a Gaza e chiede un cessate il fuoco immediato per garantire l’accesso sicuro agli aiuti alimentari. “L’accesso al cibo è sancito dal diritto internazionale - ricorda il presidente Cia Cristiano Fini - e deve essere rispettato in ogni circostanza, anche nei conflitti. Come cittadini e come organizzazione di agricoltori, non possiamo restare in silenzio di fronte alla condizione di fame e malnutrizione massiccia che oggi colpisce la Striscia. Migliaia di persone, in primis donne, bambini e anziani, stanno lottando per la sopravvivenza, tra il blocco quasi totale degli approvvigionamenti e la distruzione sistematica di campi, mercati, infrastrutture idriche e stradali. Auspichiamo che la pressione internazionale sblocchi gli aiuti a Gaza. Serve un cessate il fuoco immediato e prolungato per consentire una vasta azione umanitaria salvavita e fermare la carestia, perché non è tollerabile trasformare un diritto fondamentale come il cibo in uno strumento di punizione collettiva”, conclude Fini.

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