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NORMATIVE CHE CAMBIANO

Unione Europea: la riforma sulle Ig piace a tutti, quella su pesticidi e imballaggi no

I commenti del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, Orign Italia, Federvini, Coldiretti e del “mondo Prosecco”
DOP, IGP, RIFORMA, UE, Mondo
Unione Europea: la riforma sulle Ig piace a tutti, quella su pesticidi e imballaggi no

La soddisfazione è grande per il progresso sulla riforma delle Indicazioni Geografiche, sollievo per il salvataggio dai fondi della promozione orizzontale per vino e carne, preoccupazione per il percorso che va avanti sul taglio dei pesticidi, che secondo molti mette a rischio la competitività delle produzioni agricole in molti Paesi europei, ma anche per la riforma della regolamentazione sugli imballaggi (da cui il vino è escluso, ndr), che rischia di penalizzare soprattutto la produzione delle verdure di “IV gamma” (ovvero quelle pronte all’uso, in busta), ma non solo. I tanti voti in diverse Commissioni di ieri, in Unione Europea, hanno lanciato la volata a tanti provvedimenti che dovrebbero essere varati definitivamente tra la fine 2023 e i primi mesi 2024. E dopo molte realtà che hanno già espresso i loro commenti, come quelli espressi da Unione Italiana Vini (Uiv), Federvini, Confagricoltura ed Alleanza Cooperative, oltre che dal relatore sul regolamento delle Indicazioni Geografiche, Paolo De Castro, continuano ad arrivare reazioni dal mondo dell’agricoltura italiana nei confronti di un quadro normativo europeo in profondo mutamento, ma decisivo per le sorti del settore.
“L’accordo raggiunto sulla riforma del sistema delle Indicazioni Geografiche è un risultato importantissimo per la Dop Economy. Il nuovo regolamento rappresenta un successo dell’Italia - ha detto il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida - e ha l’obiettivo di difendere le nostre eccellenze dai tentativi di imitazione ed emulazione, come nel caso del prosek croato o dell’aceto balsamico sloveno e cipriota. Saranno così valorizzati i Consorzi di tutela, che rappresentano il motore di sviluppo delle Ig e possono essere un volano per le economie del territorio, e ci sarà un controllo più capillare dei domini internet. Per questo traguardo raggiunto oggi, desidero ringraziare il relatore del provvedimento, Paolo De Castro, per aver lavorato con costanza e puntualità a un testo che metterà al sicuro la qualità che caratterizza i nostri prodotti, e tutte le delegazioni italiane al Parlamento Europeo che hanno sostenuto in maniera trasversale la nostra proposta di riforma. Questo risultato, infatti, è la dimostrazione che il sistema Italia, quando si muove compatto, al di là delle divisioni politiche e nell’interesse della Nazione e della tutela delle nostre eccellenze agroalimentari, è vincente”.
Applaude alla riforma delle Ig anche Origin Italia, l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche che rappresenta oltre il 95% delle produzioni Ig italiane. Secondo cui la riforma è “un successo per tutto il modello italiano”.Secondo l’Associazione, guidata da Cesare Baldrigi, la riforma darà “più forza al ruolo dei Consorzi di tutela, maggiore protezione (anche online grazie all’ex-officio sui domini internet che bloccherà in automatico i contenuti illeciti) delle Ig e procedure semplificate, oltre agli impegni di sostenibilità. Sono alcune delle novità che arriveranno con l’entrata in vigore del nuovo regolamento, a partire dal 2024. Inoltre tante nuove opportunità per quanto riguarda i Consorzi stessi, come la promozione del turismo enogastronomico e l’estensione da 3 a 6 anni per i piani di regolazione dell’offerta, che consolidano una ulteriore crescita della Dop Economy e dei territori che riguardano il settore. È un obiettivo raggiunto grazie a un lavoro di concerto tra il mondo produttivo e quello politico che dimostra come quello italiano sia ancora una volta un modello per quanto riguarda il settore delle Dop e delle Igp”, ha detto Baldrighi.
Positivo anche il commento di Federvini, che considera il testo come “un risultato fondamentale per garantire la tutela delle nostre eccellenze agroalimentari da imitazioni come il Prošek o l’aceto sloveno o cipriota. Con il nuovo regolamento comunitario sulle produzioni di qualità si promuove il lavoro delle filiere italiane, assicurando sul piano internazionale la piena salvaguardia dei marchi e delle indicazioni geografiche che fanno del nostro Paese la realtà capofila in Europa con più di 800 prodotti riconosciuti”, ha commentato la presidente Federvini, Micaela Pallini. Che, anche lei ringraziando De Castro, aggiunge: “in un mondo globalizzato e sempre più complesso abbiamo l’obbligo di non lasciare spazio alla proliferazione di falsi e di imitazioni che danneggerebbero la nostra economia e, voglio sottolinearlo, le nostre aree rurali che vivono di produzioni di qualità. Con il nuovo testo unico sulle Ig, prodotti di qualità, espressione della tradizione e del portato storico e culturale nazionale come l’Aceto Balsamico di Modena Igp e il Prosecco, potranno finalmente godere di una protezione rafforzata”.
A gioire, dal mondo del vino, in particolare, è proprio il mondo “Prosecco”, visto che il nuovo regolamento sulle Indicazioni Geografiche rappresenta un argine importante contro nuovi casi “Prosek”, come sottolineato da Stefano Zanette, presidente del Consorzio del Prosecco Doc. “Credo che il compromesso raggiunto dai rappresenti del Consiglio, della Commissione e del Parlamento Europeo, per quanto riguarda la revisione delle norme relative alle Indicazioni Geografiche dell’Unione Europea, rappresenti quanto di meglio si potesse ottenere in questo momento. Credo infatti che la riforma risponda ad alcune esigenze fondamentali del mondo delle Ig:in primis la definizione del ruolo delle Associazioni di produttori e di quelle “riconosciute”, in particolare; ma ha anche il pregio di aver introdotto delle novità in tema di nomi a dominio, ancorché limitatamente ai nomi di primo livello con codice paese stabiliti nell’unione; per non parlare della soluzione relativa alle menzioni tradizionali e ai loro possibili conflitti con le Indicazioni Geografiche. In ogni caso - conclude Zanette - permangono buoni motivi per ritenere che, se non ci fosse stata un’aprioristica avversione al progetto da parte di alcuni soggetti - che fino all’ultimo hanno cercato di boicottare l’iter normativo della riforma - si sarebbe potuto lavorare maggiormente sul merito e migliorare, in questo modo, alcuni contenuti del testo, come ad esempio regolamentazione relativa all’uso delle Ig come ingrediente negli alimenti trasformati preimballati”.
Ad applaudire per il risultato raggiunto ad oggi, è anche Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene: “è stata una giornata importante nella difesa dell’identità e del valore delle denominazioni. Il gioco di squadra che ci ha visti collaborare per il “caso prosek” deve essere il nostro punto di forza anche in futuro per la difesa degli interessi del Veneto. Verrà vietato l’uso di menzioni tradizionali, come quella di “prosek”, che emulano l’indicazione geografica di altri Stati membri, e che generano confusione nel consumatore e favoriscono il fenomeno dell’“italian sounding”, dannoso tanto per i prodotti quanto per i territori che li producono. Un sentito ringraziamento va a Paolo De Castro, relatore del provvedimento e da sempre in prima fila nella battaglia alla difesa del Made in Italy, al Governo il cui supporto è stato determinante nella battaglia al “prosek”, e ai tre Consorzi di tutela (Prosecco Doc, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e Asolo, ndr) che, insieme all’Associazione, hanno portato a casa un risultato straordinario. Il gioco di squadra che ci ha visti collaborare per il “caso prosek” deve essere il nostro punto di forza anche in futuro per la difesa degli interessi del Veneto”. Ma come detto, se sul tema delle indicazioni geografica tutti i commenti sono sostanzialmente positivi, più critica è la visione su altri temi, a partire da quello dei pesticidi. E alle critiche già mosse da Confagricoltura e non solo, per esempio, si aggiungono quelle della Coldiretti, secondo la quale “l’Unione Europea vuole sacrificare produzioni alla base della dieta mediterranea, dal vino al pomodoro, ritenute meno importanti pur di portare avanti la propria irrealistica proposta di dimezzare l’uso di fitofarmaci”. Il provvedimento approvato dalla Commissione per l’Ambiente, la Sanità Pubblica e la Sicurezza Alimentare del Parlamento Europeo del progetto di relazione sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Sur), secondo la Coldiretti, “avrebbe un impatto devastante sulla produzione agricola dell’Unione Europea e nazionale aprendo di fatto le porte all’importazione da paesi extra Ue che non rispettano le stesse norme sul piano ambientale, sanitario e del rispetto dei diritti dei lavoratori. Vale la pensa ricordare che i cibi e le bevande stranieri sono oltre 6 volte più pericolosi di quelli italiani - dice la Coldiretti - con il numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari oltre i limiti di legge che è stato pari al 6,4% nei prodotti di importazione, rispetto alla media dello 0,6% dei campioni di origine nazionale, secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati dell’ultimo Rapporto Efsa che offre uno spaccato della presenza dei loro residui di pesticidi su frutta, verdura, cereali, prodotti per l’infanzia, olio e vino e altri prodotti analizzati da ciascuno dei Paesi dell’Unione sul proprio territorio. Serve un approccio realistico per sostenere l’impegno dell’agricoltura verso la sostenibilità che ha già portato l’Italia a classificarsi come la più green d’Europa con il maggior numero di imprese agricole che coltivano con metodo biologico su 1/5 della superficie agricola totale e il taglio record in un decennio del 20% sull’uso dei fitofarmaci che restano essenziali per garantire la salute delle coltivazioni”. Secondo lo studio della Commissione Europea, peraltro, aggiunge la Coldiretti, “i maggiori impatti sulla resa si verificano in colture che hanno una rilevanza limitata, come l’uva, il luppolo e i pomodori”. Una vera assurdità se si pensa che il pomodoro è l’ortaggio più consumato in Europa, tal quale e come derivati (passata, polpa, pelati, sughi ...), e l’uva, sia da tavola che trasformata (in vino, succhi, distillati ...) è una produzione di cui l’Europa detiene il primato mondiale. Senza dimenticare che l’Italia, che si contende con la Francia il ruolo di principale produttore mondiale di vino ed il primo produttore di derivati di pomodoro in Europa, sarebbe il Paese più danneggiato da una politica europea folle e lontana dalle realtà delle imprese e dei consumatori. “Un indirizzo che - conclude la Coldiretti - tradisce ancora una volta l’approccio incomprensibile al cibo, inteso come tradizione, distintività, qualità, ma anche una mancanza di visione rispetto alla possibile penalizzazioni di settori di punta dell’economia europea, con drammatici effetti sull’occupazione”.

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