Se la pandemia cambierà molte cose, ci sono trend di lungo periodo, anche nel vino, che seguiranno la propria strada, a prescindere dal Covid. Tra questi la crescita dell’importanza di tutto quello che è “sostenibilità”, anche nei criteri di acquisto. In Usa, per esempio, 9 consumatori su 10, soprattutto tra i Millennials, si dicono disposti a spendere di più per una bottiglia di vino prodotta nel rispetto dell’ambiente. Con i consumatori che si dicono disposti a spendere in media 3 dollari a bottiglia in più per un vino “sostenibile” rispetto ad un “pari grado” che potremmo definire “convenzionale”. A dirlo un’analisi di MiBD Analytics, che ha messo sotto la lente la provenienza geografica dei vini nei liquor store di California, lo Stato di riferimento per la produzione di vino in Usa, uno dei più importanti in assoluto per livelli di consumo, e anche per sensibilità al tema della sostenibilità.
Ebbene, se al top assoluto c’è proprio la “padrona di casa” California, davanti alla regione argentina di Cuyo, sul podio, al terzo posto, c’è il Piemonte dei grandi Barolo e Barbaresco, della Barbera e del Gavi, dell’Alta Langa e dell’Asti, per fare alcuni esempi, davanti alle tante e diverse Igt del vino made in Italy. Ancora, posizione n. 6 per la Toscana del Brunello di Montalcino e del Chianti Classico, di Bolgheri e del Nobile di Montepulciano, del Chianti e della Vernaccia di San Gimignano, del Morellino di Scansano delle Maremma. E tra i primi 15 territori di origine, al n. 13, c’è anche il Veneto dell’Amarone della Valpolicella e del Soave, del Prosecco Doc e Docg e del Lugana, per fare degli esempi. Una presenza robusta in una California che è tra i mercati più evoluti e maturi del vino in Usa.
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