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IL MERCATO N. 1

Usa, crescono (di poco) le importazioni dal Belpaese, ma calano (-9,5%) le vendite di vino

I dati SipSource e delle Dogane sui primi tre mesi 2024 secondo l’Osservatorio Unione Italiana Vini - Uiv

Si muovono in positivo le importazioni dal Belpaese, ma continuano a rallentare le vendite di vino (italiano e non solo, con unica eccezione quella del Cile), negli Stati Uniti, il primo sbocco per le vendite italiane all’estero, con un valore che nel 2023 ha sfiorato i 2 miliardi di euro. Da una parte il segno leggermente positivo delle importazioni trimestrali da Oltreoceano (+1,1% i volumi), dall’altra un ulteriore calo dei consumi nei canali off e on trade statunitensi. Secondo l’Osservatorio Unione Italiana Vini - Uiv, su base SipSource, che misura le vendite nel 75% degli esercizi commerciali statunitensi, marzo 2024 (a -13%) ha ulteriormente peggiorato il quadro trimestrale che vede i consumi di vino italiano a -9,5% sul già complicato avvio dell’anno precedente. Una tendenza, quella italiana, che fa il paio con gli acquisti complessivi di vino nel primo mercato al mondo, in contrazione, in media, di oltre il 10% (-10,3% per la Francia, -11,3% per i vini Usa, -12,2% per l’Australia, -15,3% per l’Argentina, mentre sono sempre in negativo, ma fanno meglio della media, Nuova Zelanda, Spagna, Germania, Portogallo e Sudafrica, con il Cile, a +6,5%, unico Paese in crescita sui primi tre mesi 2023).
“In un contesto di calo tendenziale che persiste dallo scorso maggio, pagano dazio tutte le tipologie di prodotto tricolore - spiega una nota - a partire dai bianchi (-11,5%), oltre che dai rossi (-8%) e dagli spumanti (-6%). Tra le principali denominazioni, cali in doppia cifra per Barolo, Chianti Docg e Pinot Grigio. Giù anche Prosecco (-4,5%), mentre risultano stabili i consumi di Asti Docg, in leggera crescita il Chianti Classico e in ascesa a due cifre il Brunello di Montalcino”.
Avvio di anno complicato sulle tavole, ma stabile alle dogane, che segnalano nel primo trimestre una mini-ripresa degli ordini con i volumi a +1,1% (80 milioni di litri) e i valori a +2,6% (508 milioni di dollari) dopo un 2023 chiuso a -13%. Nel periodo, gli spumanti calano a volume del 4,6%, mentre i vini in bottiglia segnano un +0,6%. Il dato complessivo registra una regressione a marzo sul primo bimestre, che si era chiuso con un attivo di quasi il 3% di bottiglie dirette negli Usa.
“La speranza - ha detto il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti - è che si possa arrestare un avvitamento figlio di un mix di fattori congiunturali e strutturali, e il refill di ordini di inizio anno può essere un buon segno a patto che i consumi li sostengano. Un fattore determinante per il medio-lungo periodo - ha aggiunto - è quello della promozione, con i fondi Ocm che restano strategici per un mercato ancora ad alto potenziale come gli Stati Uniti. Il Ministero dell’Agricoltura è in fase di presentazione del nuovo bando con grande anticipo sugli anni passati e questo di per sé è un’ottima notizia per le imprese del vino”.

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