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Vale 4,3 miliardi di euro la spesa degli italiani per la tavola delle feste, dove vince la tradizione, ma si fanno spazio anche i menu “alternativi”. E l’export made in Italy supererà il record di 3 miliardi di euro. Il Natale 2015 per Coldiretti/Ixè

Gli italiani, per imbandire le tavole del Natale e del Capodanno, spenderanno 4,3 miliardi di euro, il 6% in più del 2014, con l’agroalimentare che tra regali enogastronomici, pranzi e cenoni è la voce più pesante del budget che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno. E trascorreranno quest’anno 3,1 ore in media per la preparazione del pasto principale del Natale, con uno storico ritorno al “fai da te” casalingo che non si registrava da oltre 50 anni. E se vincerà, come sempre, la tradizione, ci sarà anche un 28% di italiani che guarderà a menu diversi, dall’autarchico all’hi-tech, dal biodiverso al salutista, dall’etnico al green, da quello di lusso a quello da “sniffare”. Ma il made in Italy alimentare sarà protagonista in tutto il mondo, con l’export di vini, spumanti, grappa e liquori, panettoni, formaggi, salumi e pasta, solo per il periodo di Natale, che supera i 3 miliardi di euro, in aumento dell’8% sul 2014. A dirlo il rapporto “Il Natale sulle tavole degli italiani”, firmato Coldiretti e Ixè, di scena nell’assemblea nazionale dell’organizzazione agricola, di scena oggi a Roma.
“Se la spesa per cibi e bevande rappresenta il 34% del budget delle famiglie italiane per queste feste di fine anno, al secondo posto secondo - spiegano Coldiretti ed Ixè - si piazzano i regali con il 23%, seguiti dall’abbigliamento con il 17%, mentre al divertimento è destinato il 15% e ai viaggi e vacanze appena l’11%. Anche per effetto dei recenti fatti di cronaca - precisa la Coldiretti - gli italiani quest’anno preferiscono scambiarsi i regali e avere una buona cena a casa piuttosto che lanciarsi in lunghi viaggi o andare al cinema, a teatro, ai concerti o nelle discoteche”.
“Gustare insieme pranzi e cenoni o fare gustosi regali a parenti e amici è una scelta gratificante per gli italiani che qualificano però le proprie scelte di acquisto con una netta preferenza verso i prodotti locali e made in Italy. Si assiste - afferma la Coldiretti - a una fortissima attrazione verso la riscoperta del legame con i prodotti del territorio e, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, il 61% degli italiani responsabili della preparazione dei pasti porterà in tavola prodotti made in Italy, anche se c’è un buon 24% che acquisterà guardando soprattutto al prezzo e alle offerte”.
“Nel tour de force enogastronomico di quasi due settimane gli italiani - stima la Coldiretti - faranno sparire quasi 100 milioni di chili tra pandori e panettoni, 50 milioni di bottiglie di spumante, 20.000 tonnellate di pasta, 6,5 milioni di chili tra cotechini e zamponi, 800.000 capponi, 500.000 tacchinelle e 500.000 faraone lesse, farcite o cotte in forno, in gelatina o in rollè ma anche frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci. L’andamento dei consumi di Natale - precisa la Coldiretti - condiziona il futuro di molte imprese agroalimentari e addirittura l’esistenza di interi comparti, dal pandoro al panettone, dai cotechini alle lenticchie.
“Dalle scelte di Natale degli italiani dipendono anche i posti di lavoro di una parte consistente dell’economia made in Italy”, afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’agricoltura e l’alimentazione sono gli elementi piu’ evidenti di distintività del Paese che possono offrire un grande contributo ad una ripresa sostenibile e duratura che fa bene all’economia all’ambiente e alla salute”.

Focus - Coldiretti: “a Natale è record storico per il ade in Italy sulle tavole estere. Export a +8% sul 2014 per il periodo natalizio (+19% per gli spumanti, +8% per il vino), per la prima volta oltre 3 miliardi di euro”
È record storico per il made in Italy alimentare sulle tavole delle festività di tutto il mondo con l’export di vini, spumanti, grappa e liquori, panettoni, formaggi, salumi e pasta solo per il periodo di Natale che supera i 3 miliardi di euro, in aumento dell’8%. A dirlo la Coldiretti, sulle proiezioni relative al mese di dicembre 2015. “Ad aumentare - sottolinea la Coldiretti - è il valore delle esportazioni di tutti i prodotti più tipici del Natale, dallo spumante (+19%) ai panettoni (+9%), ma crescono anche i vini (+8%), la pasta (+7%) e i formaggi (+4%), secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi nove mesi del 2015. Un record ottenuto nonostante l’embargo della Russia che ha sancito a partire dal 6 agosto 2014 il divieto totale all’ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi”.
A guidare la classifica di questo Natale all’estero è dunque lo spumante italiano. “Mai così tanti brindisi come quest’anno nel mondo saranno Made in Italy con la domanda che - sottolinea la Coldiretti - è cresciuta in valore del 50% in Gran Bretagna e del 32% negli Stati Uniti che si classificano rispettivamente come il primo e il secondo mercato di sbocco delle bollicine italiane, le quali però vanno forte anche in Germania che si posiziona al terzo posto. E le richieste - precisa la Coldiretti - sono aumentate del 19% anche da parte dei cugini francesi, sempre molto nazionalisti nelle scelte della tavola. Nella classifica delle bollicine italiane più consumate nel mondo ci sono nell’ordine il Prosecco, l’Asti, il Trentodoc e il Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne. Quest’anno - sostiene la Coldiretti - all’estero si stapperanno più bottiglie di spumante italiani che di Champagne”.
“Si tratta di risultati che - precisa la Coldiretti - trainano l’intero settore dei vini per i quali si registra complessivamente un aumento dell’8% in valore dell’export. Ad essere molto richiesti - continua la Coldiretti - sono anche i dolci nazionali come panettoni, altri prodotti della pasticceria tipica delle feste, in aumento del 9% in valore e la pasta con un +7%. Cresce anche la domanda di formaggi italiani che fanno registrare un aumento in valore delle esportazioni del 4%, ma addirittura del 31% per il pecorino e il fiore sardo”.
“Il record fatto segnare sulle tavole del Natale straniere è significativo delle grandi potenzialità che ha l’agroalimentare italiano che traina la ripresa dell’intero made in Italy”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare da una piu’ efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. All’estero - afferma Moncalvo - sono falsi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre. In questo contesto è particolarmente significativo il piano per l’export annunciato dal Governo che prevede per la prima volta azioni di contrasto all’italian sounding all’estero. A questa realtà - conclude Moncalvo - se ne aggiunge pero’ una ancora piu` insidiosa: quella dell’italian sounding di matrice italiana, che importa materia prima dai paesi piu` svariati, la trasforma e ne ricava prodotti che successivamente vende come italiani senza lasciare traccia, attraverso un meccanismo di dumping che danneggia e incrina il vero made in Italy, perché non esiste ancora per tutti gli alimenti l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta”.

Focus - Coldiretti/Ixè: “Natale, oltre 3 ore ai fornelli, come negli anni Sessanta”
Gli italiani trascorreranno quest’anno 3,1 ore in media per la preparazione del pasto principale del Natale, con uno storico ritorno al “fai da te” casalingo che non si registrava da oltre cinquanta anni, con l’enogastronomia che, quest’anno, è vincente in tutte le forme, dall’acquisto dei prodotti agli strumenti per la preparazione casalinga fai da te dei cibi.
“Un ritorno al passato determinato però - sottolinea la Coldiretti - da motivazioni diverse con gli italiani, soprattutto giovani, che si gratificano ai fornelli, e la cucina e il buon cibo che si affermano tra le nuove generazioni come primarie attività di svago, relax e affermazione personale. La passione per la cucina peraltro oggi ha contagiato praticamente in egual misura uomini e donne con l’emergere - precisa la Coldiretti - di una mascolinità di nuovo conio che esprime la sua soggettività in termini creativi nel rapporto con la cucina, con la manipolazione del cibo che diventa un modo per esprimere se stessi. Lo show cooking casalingo per gli amici si afferma come appuntamento dei momenti di festa e trascina il boom dell’informazione legata all’enogastronomia”.
Una tendenza che porta ad arricchire il Natale con tocchi di personalità o con menu tematici, ma anche a cambiare i contenuti della tavola. “Il 61% - riferisce la Coldiretti - sceglierà prodotti made in Italy e ben il 30% prodotti locali a chilometri zero. Il risultato è un cambiamento anche nei prodotti simbolo del Natale e se il panettone consumato dal 76% degli italiani - sottolinea la Coldiretti - vince la tradizionale sfida con il pandoro, scelto “solo” dal 68%, sulla metà delle tavole (51%) saranno serviti dolci della tradizione fatti in casa. Non c’è invece sfida tra spumante e champagne con il primo scelto da quasi nove italiani su dieci (86%). Dopo lo spumante, il piatto piu’ gettonato delle feste sono, a sorpresa, le lenticchie che sorpassano il panettone e sono chiamate a portar fortuna, soprattutto nella notte piu’ lunga dell’anno - spiega la Coldiretti - dall’80% degli italiani”.
Il ritorno in cucina spinge anche verso una scelta attenta degli ingredienti, con una tendenza elevata alla ricerca di materie prime fresche e genuine. “Il risultato è un vero boom degli acquisti nelle fattorie o nei mercatini degli agricoltori dove faranno la spesa di Natale quasi un italiano su cinque (17%)”, secondo l’analisi Coldiretti/Ixè. “La migliore garanzia sull’originalità dei prodotti alimentari in vendita nei mercati è quella della presenza personale del produttore agricolo che - sottolinea la Coldiretti - può offrire informazioni dirette sul luogo di produzione e sui metodi utilizzati. Per il cibo e le bevande - continua la Coldiretti - si registra infatti una tendenza al ritorno al contatto fisico con il produttore, magari con acquisti direttamente in azienda o nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, per assecondare la crescente voglia di conoscenza sulle caratteristiche del prodotto e sui metodi per ottenerlo. Una garanzia di genuinità, convenienza e in molti casi - precisa la Coldiretti - anche la possibilità di prepararsi o farsi preparare i tipici cesti natalizi con prodotti inimitabili caratteristici del territorio a chilometri zero”.
“L’acquisto diretto dal produttore garantisce il miglior rapporto prezzo/qualità, con il taglio delle intermediazioni, ma è anche la garanzia del legame con il territorio”, afferma Roberto Moncalvo” nel sottolineare che “grazie alla Fondazione Campagna Amica si contano quasi 10.000 punti di vendita diretta dei produttori agricoli su tutto il territorio nazionale”.

Focus - Coldiretti: “Natale, per 1 su 4 nuovi menu, da autarchico a green, ma c’e’ anche chi mangia salutista, etnico, hi-tech o cerca il lusso estremo”
C’è quello “autarchico”, che utilizza solo prodotti esclusivamente italiani, o quello “hi-tech”, che introduce elementi di innovazione tecnologica sulla tavola, ma anche quello “biodiverso”, che punta su prodotti minori salvati dall’attività degli agricoltori, e quello “salutista”, attento alle intolleranze e alle patologie piu’ diffuse e con ingredienti salutari. E ancora, quello “etnico”, che arricchisce la tavola con le esperienze culinarie di altre culture, e quello “green”, che utilizza prodotti sostenibili come quelli biologici o a chilometri zero, e se non manca quello improntato al “lusso”, con specialità uniche e inimitabili molto costose, ci sono anche quello ispirato alla “Cop21”, la conferenza sul clima di Parigi, che stupisce con le novità che arrivano dai cambiamenti climatici, e quello “da sniffare”, in cui la tavola si distingue per profumi intensi delle portate. In questo Natale si affermano in Italia nuovi menu, con più di un italiano su quattro (28 %) che dichiara di voler dare un tocco personale alla tavola. Emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè “Il Natale sulle tavole degli italiani”.
“La molteplicità dei comportamenti alimentari degli italiani trova la massima espressione nelle scelte per la tavola piu’ importante dell’anno con l’affermarsi - sottolinea la Coldiretti - di una decisa tendenza alla personalizzazione che fa emergere nuove tendenze che arricchiscono la tradizione”.
“Una domanda che - sottolinea la Coldiretti - trova risposte nella grande capacità di innovazione del made in Italy agroalimentare che è in grado di offrire produzioni in grado di soddisfare le esigenze dei consumatori più esigenti. “L’Italia è l’unico Paese al mondo che può vantare 276 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) riconosciuti dall’Unione Europea, oltre a 4.886 prodotti tradizionali censiti dalle Regioni, ma è anche leader in Europa con oltre 50.000 imprese biologiche e dispone di un eccezionale patrimonio di biodiversità grazie a ben 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi, ma anche 533 varietà di olive contro le 70 spagnole”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nell’evidenziare la “grande creatività degli agricoltori e allevatori italiani che hanno saputo coniugare tradizione con l’innovazione”.
Se per chi vuole mangiare green o difendere la biodiversità non c’è dunque che l’imbarazzo della scelta, per chi vuole coltivare uno spirito autarchico senza rinunciare ai prodotti cult del Natale c’è ad esempio - sottolinea la Coldiretti - la possibilità di acquistare dell’ottimo caviale di lumaca nostrano al posto di quello del Volga, ma anche bottarga o trote al posto del salmone dell’Alaska. Novità in arrivo anche per i salutisti che possono mantenere l’attenzione alla dieta senza rinunciare a qualche sfizio gustando specialità come pecorino anticolesterolo, i cioccolatini all’olio d’oliva, la pasta alla canapa contro le intolleranze o il muscolo di grano che consente di portare in tavola dalla porchetta alla fiorentina, dal filetto agli straccetti, dagli hamburger ai salumi, tutto rigorosamente fatto di frumento e legumi.
“Sotto la spinta dell’attualità della Conferenza sul clima di Parigi - aggiunge Coldiretti - si può decidere anche di imbandire le tavole con i primi prodotti coltivati in Italia per effetto dei cambiamenti climatici, che hanno reso possibile la raccolta di avocado o arachidi rigorosamente made in Italy, o di offrire l’olio ottenuto da piante mai arrivate prima cosi a nord a ridosso delle Alpi oltre il 46esimo parallelo, oppure il vino prodotto a quasi 1.200 metri di altezza nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove nei vitigni più alti d’Europa si coltivano le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop. E per quanti possono permetterselo e cercano il menu del lusso è possibile stappare lo spumante con polvere d’oro o quello tempestato di swarowsky, ma anche il caviale “Doc” di produzione nostrana”.
“Non mancano quanti - secondo la Coldiretti - sono alla ricerca della tradizione con la riscoperta dei cibi antichi degli avi, dal vino cotto con il quale concludevano i loro succulenti banchetti patrizi e gli imperatori romani, che amavano anche il formaggio caciofiore di Columella e il liquore d’ulivi utilizzato dagli antichi romani come curativo. Ma è possibile provare anche la manna, il prodotto simbolo della Bibbia, salvata dall’estinzione dagli agricoltori siciliani, che la estraggono dal tronco del frassino”.
“Per una idea regalo che concilia il passato con il futuro - continua la Coldiretti - ci sono i legumi coltivati nell’Isola di Ustica portati nello spazio da Samantha Cristoforetti o la bibita energizzante con incredibili e imparagonabili proprietà antiossidanti, grazie alla ricca presenza di omega tre dovuta al recupero di una antica varietà di mais che utilizzavano i Maya, ma ci sono pure le microalghe della specie Spiruline e Haematococcus consigliate come integratori e ricostituenti nelle diete ipocaloriche perché particolarmente ricche di proteine, sali minerali e antiossidanti naturali. Per i più romantici non può mancare un mix di prodotti afrodisiaci, dal pistacchio di Bronte al famoso brodo di giuggiole fino all’immancabile peperoncino per rendere la ricorrenza più piccante. Per gli anticonformisti infine - conclude la Coldiretti - il tocco alternativo può essere una stupefacente combinazione di prodotti da “sniffare”, dal puzzone di Moena al tartufo, dall’aglio di Sulmona fino il marcetto teramano per un Natale all’insegna della puzza che piace”.

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