Dopo un autunno segnato dal maltempo, Ismea e Unione Italiana Vini hanno rivisto le previsioni di vendemmia per tracciare una valutazione definitiva della produzione 2005. Rispetto al -3% previsto a fine agosto, il calo produttivo al 9 novembre è stimato nell’ordine dell’8%. In altri termini, a fronte dei 53,3 milioni di ettolitri della scorsa campagna, la produzione di vino in Italia dovrebbe superare di poco i 49 milioni di ettolitri. È un dato significativo visto che, se dagli anni Settanta al Duemila non eravamo mai scesi sotto la soglia dei 50 milioni di ettolitri, a partire dal 2002, ovvero negli ultimi quattro anni, è la terza volta che questo accade.
A soffrire degli effetti del maltempo, in termini di quantità e qualità, sono state soprattutto le varietà nere, e solo in misura limitata quelle bianche. Per queste ultime il bilancio qualitativo è rimasto dunque positivo, grazie a un andamento meteorologico che durante l’estate ha favorito l’accumulo di sostanze aromatiche.
A livello regionale, il calo produttivo risulta ovunque più accentuato rispetto alle previsioni di fine agosto, con poche eccezioni. Tra queste sono da citare Sicilia e Puglia che, in controtendenza rispetto al resto della penisola, confermano un aumento della produzione rispettivamente del 10 e 8%, compensando almeno in parte le perdite di prodotto accusate nel Centro-Nord. Intanto in Veneto si stima una flessione produttiva media del 20%, con punte del 25-30% sui rossi. In Abruzzo e Piemonte la flessione rispetto allo scorso anno, leggermente accentuata dal clima autunnale, è valutata nell’ordine del 10%; meno 15% invece per l’Emilia Romagna, ma con una situazione differenziata all’interno della regione, che lascia emergere perdite più accentuate in Emilia. Nel frattempo la produzione della Toscana risulta scesa del 20% circa. Il Sangiovese ha sofferto per le piogge soprattutto nell’entroterra, con perdite che nella zona di Montalcino sono state anche del 40%, a seguito delle severe selezioni delle uve prodotte. È andata meglio, invece, per le realtà produttive che hanno vitigni precoci, come il Merlot.
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