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LO SCENARIO

Vendemmia 2024 in Europa: giù Francia (-18%), Germania (-2%) e Portogallo (-8%), su la Spagna (+20%)

Le previsioni vendemmiali di quest’anno vedono produzioni colpite dal cambiamento climatico, ma la qualità è ottima grazie al lavoro dei viticoltori

L’impatto del cambiamento climatico sulla produzione di vino si fa sentire in Ue, con una produzione, prendendo i principali Paesi produttori, ancora una volta inferiore alla media. A pesare sul bilancio produttivo del Vigneto Europa, secondo i dati del Comité Européen des Entreprises Vins (Ceev), i raccolti di Francia (-18% a 39,2 milioni di ettolitri), Germania (-2% a 8,4 milioni di ettolitri) e Portogallo (-8% a 6,9 milioni di ettolitri). In ripresa la produzione spagnola, che con 39,75 milioni di ettolitri registra un aumento del 20% sui volumi 2023 e scalza la Francia dalla seconda posizione nella classifica dei produttori. Nonostante le difficili condizioni climatiche e l’aumento delle fitopatie in alcune aree, la qualità del raccolto rimane buona grazie al lavoro eccellente dei viticoltori. In un quadro in cui l'Italia, nel gioco dei numeri e delle previsioni, ad oggi, tornerebbe primo produttore in quantità, per quel che vale, con 41 milioni di ettolitri (+7% sul 2023 ma -12,8% sulla media quinquennale), come evidenziato dalle previsioni vendemmiali 2024, presentate, oggi, al G7 di Ortigia e firmate Assoenologi, Unione Italiana Vini - Uiv ed Ismea.
A pesare particolarmente sulla produzione francese sono stati i cali a doppia cifra delle sue tre principali aree del vino, con la Champagne al -16%, Bordeaux al -10% ed infine la Borgogna che perde, addirittura, il 25%, ai quali partecipa la strategia dell’estirpo percorsa oltralpe. La Spagna, invece, ha potuto contare sulla crescita della Castilla la Mancha rispetto al 2023 (+33%), ma anche sulla situazione del Cava che, anche grazie al provvidenziale intervento della pioggia primaverile, si stabilisce sui 6.000 kg/ha, pari a metà della produzione massima autorizzata.
Per Gaya Ducceschi, Head of Wine & Society and Communication del Comité Européen des Entreprises Vins (Ceev), l’associazione che rappresenta le aziende vinicole europee nell’industria e nel commercio di vino, “il declino strutturale a lungo termine dei consumi, soprattutto nei mercati tradizionali, è al centro della crisi attuale del settore. Mentre il mercato globale degli alcolici e dei prodotti a basso o zero alcol è in crescita, il consumo di vino continua a diminuire. Il supporto dell’Ue dovrebbe concentrarsi sul miglioramento della competitività, riducendo i costi e favorendo l’accesso ai nuovi consumatori . A tal riguardo, insieme alla filiera europea del vino, stiamo per lanciare in tutta Europa Vitaevino, una campagna a difesa del nostro settore, per proteggere il vino come parte di uno stile di vita sano ed equilibrato, mettendo in evidenza il suo ruolo culturale e socio-economico . La campagna si concentrerà nel generare un ampio supporto pubblico attraverso un impegno collettivo, incoraggiando cittadini, consumatori e la comunità globale del vino a firmare una Dichiarazione che sostiene il ruolo del vino nella società e ne difende il patrimonio culturale”. Per quanto riguarda il resto del mondo, invece, ed in particolare le produzioni di vino dell’emisfero Sud di quest’anno, la crescita maggiore è quella dell’Argentina con ben 11,2 milioni di ettolitri, quindi al +27% rispetto alla vendemmia precedente, seguita dall’Australia a 11,7 milioni di ettolitri, al +21%, e poi dal Sudafrica, che con la sua produzione di 9,4 milioni di ettolitri resta sostanzialmente sui dati riferiti all’anno precedente (+1%). Al contrario, scendono Cile, con una produzione di 9,9 milioni di ettolitri ed un saldo negativo del -10%, e Nuova Zelanda a 2,8 milioni di ettolitri, che perde poco più di un quinto della sua produzione rispetto al 2023 (al -21%).

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