In Italia come in Francia, la vendemmia 2025 sta prendendo pian piano sempre più corpo. E, guardando Oltralpe, dove le cronache parlano di una ondata di grande caldo che sta accelerando un po’ ovunque le maturazioni, a dare il via ufficialmente alla raccolta è uno dei territori più prestigiosi ed importanti dal punto di vista economico, come la Champagne. Un territorio che, nel 2024, nonostante qualche difficoltà sui mercati, ha esportato nel mondo 3,75 miliardi di euro per poco più di 150 milioni di bottiglie. “La vendemmia in Champagne inizia presto quest’anno, a causa di una maturazione che si è rivelata estremamente rapida. Le date di apertura si estendono da martedì 19 agosto a giovedì 4 settembre, con un avvio collettivo intorno a lunedì 25 agosto”, spiega una nota del Comitè Champagne. Secondo il quale “date le attuali condizioni del vigneto (stato sanitario quasi perfetto e condizioni climatiche favorevoli), queste date riflettono l’ambizione data all’annata e il desiderio di raggiungere l’equilibrio aromatico”. Secondo le stime del Comitè, le gradazioni alcoliche dei vini dovrebbero essere intorno al 10% per il Meunier, sul 10,5% per il Pinot Nero, e dell’11% per lo Chardonnay.
“È ancora troppo presto per esprimersi sulla qualità dell’annata, ma il potenziale è enorme”, commenta ancora il Comitè. Dando il via ad una vendemmia che, dunque, parte dopo qualche polemica sulle rese, con il Comitè che ha fissato la resa commercializzabile a 9.000 kg di uva per ettaro abbassandola ancora una volta, come già successo nel 2024 (quando la quota fu 10.000 kg/ha) e nel 2023 (11.400 kg/ha), per una decisione che non è piaciuta ai Vignerons Indépendants de Champagne.
In un territorio che, in ogni caso, resta un mito del vino mondiale, nonostante un “Sistema Champagne” che sta cambiando, come ha raccontato, WineNews, nel suo ultimo viaggio, con tappe in prestigiose maison, come Joseph Perrier, Veuve Clicquot, Dom Pérignon, Moët & Chandon, Ruinart, Perrier-Jouët, Louis Roederer e Deutz, e come testimonia, tra le altre cose, la sempre maggiore presenza di donne nel ruolo di “chef de cave”, come abbiamo raccontato qui.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025