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VENDEMMIE & CURIOSITA’ - IN SICILIA LA “FONDAZIONE SAN VITO ONLUS” CERCA VOLONTARI PER LA “VENDEMMIA DELLA LEGALITÀ” NEI TERRENI CONFISCATI ALLA MAFIA, DA SETTESOLI SI FA DI NOTTE CON IL GPS. E A TENUTE RUBINO, IN PUGLIA CI PENSANO “SOLO” LE DONNE

Italia
Ecco la vendemmia di sole donne: in Puglia nella Tenute Rubino

Le vendemmie più curiose? Caso vuole che due esempi arrivino dalla Sicilia: in una delle regioni top dell’Italia del vino, mentre la Fondazione San Vito Onlus della Diocesi di Mazara del Vallo (info: www.fondazionesanvito.it) cerca volontari per la “vendemmia della legalità” nelle contrade Fiumelungo, Baronia Sottana (a Salemi) e Rosignolo (a Calatafimi) nei terreni confiscati alla mafia, da Cantine Settesoli a Menfi, la più grande realtà cooperativa dell’Isola, per la prima volta la vendemmia delle uve bianche si farà in notturna con tanto di monitoraggio satellitare Gps a prova di risparmio energetico e migliore qualità di resa (info: www.cantinesettesoli.it). E in Puglia, invece, nelle Tenute Rubino, il taglio dei grappoli è questione per sole donne (www.tenuterubino.com).

Le uve biologiche sono già mature e la terza settimana di settembre si dovrà fare vendemmia: ecco perchè la Fondazione San Vito Onlus, che gestisce alcuni fondi agricoli confiscati alla mafia, ha lanciato l’appello per cercare volontari - singoli o gruppi - che vogliono fare quest’esperienza, aiutando i pochi operai della Fondazione nella raccolta. Si chiamerà la “vendemmia della legalità”, appunto perché la raccolta avviene in vigneti che sono stati confiscati alla mafia e sono tornati alla fruizione sociale. “Raccoglieremo i vitigni d’Inzolia e Grillo - spiega Don Francesco Fiorino, presidente della Fondazione - e l’uva sarà venduta ad una società di Campobello di Mazara che la trasformerà in succo concentrato d’uva per l’utilizzo nel commercio alimentare. Il ricavato della vendita servirà a coprire le spese della coltivazione e il salario degli operai agricoli”. I beni confiscati gestiti dalla Fondazione San Vito Onlus - che li ha avuti affidati dai comuni di Salemi e Calatafimi - sono simbolo della riappropriazione del territorio da parte della comunità, del riscatto civile e dell’impegno di tanti, perchè non si perda mai la speranza nel cambiamento. “E’ per questo - aggiunge il vescovo monsignor Domenico Mogavero - che quest’uva ha un sapore in più: quello della legalità”. Nel terreno di contrada Rosignolo a Calatafimi, la Fondazione negli anni ha reimpiantato un nuovo vigneto ed ora sono nati i nuovi frutti simbolo della vittoria contro la criminalità. In contrada Fiumelungo a Salemi, invece, il vecchio casale presente sul terreno è stato ristrutturato ed è diventato un punto di turismo rurale (“Al Ciliegio”), con un’aula didattica e 40 posti a sedere.

La novità della vendemmia in notturna in “casa” Settesoli (che non è nuova alle raccolte di uve originali, basti pensare alla suggestiva “Vendemmia sul Mare” nei filari che arrivano fino alla spiaggia a Menfi, ndr) fa parte, invece di un progetto più ampio di investimento in ricerca e sviluppo messo in campo dalle Cantine ed è mirata alla produzione di uva di qualità, perché permette di accorciare i tempi della vendemmia e far sì che le uve possano essere raccolte quando hanno raggiunto la loro corretta maturazione. L’impiego delle vendemmiatrice di notte consente infatti di garantire elevati livelli qualitativi (temperature delle uve, tempi di raccolta, velocità di conferimento sulle tre cantine). La novità è che ognuna di queste macchine (40 in tutto) è stata dotata di telecamera con installato un software con l’applicazione satellitare, che consente di localizzare in ogni momento la posizione della macchina. La localizzazione sulla mappa satellitare della posizione corrente ed aggiornata dei veicoli aziendali, degli autisti e degli operatori sul campo tramite i localizzatori satellitari, consente, tra l’altro, di poter intervenire in tempo reale in caso di guasti e richieste di assistenza tecnica specializzata. Non da ultimo l’aspetto dell’eco-sostenibilità: l’impiego delle vendemmiatrici di notte, infatti, permettendo l’ottimizzazione dei tempi di lavorazione, consente un significativo risparmio energetico in cantina, dal momento che la trasformazione delle uve conferite di notte con temperature più basse necessita di un minor fabbisogno di Kwe (Kilowatt of Electric Power).

In Puglia, invece, da Tenute Rubino si rinnova uno degli appuntamenti più attesi del calendario vitivinicolo salentino. Sabato 10 settembre, le suggestive vigne della Tenuta di Jaddico, di proprietà della cantina brindisina, si aprono al pubblico per la “Vendemmia delle Donne”. Un progetto nato anni fa nell’azienda di Luigi Rubino, per di valorizzazione il lavoro nei vigneti come fattore qualificante del processo produttivo, soprattutto nella parte agricola. Siamo nell’agro di Brindisi, a poche decine di metri dal mare, in un contesto paesaggistico emozionante e ricco di storie, personali e collettive. Qui, la fase di raccolta ma anche la cura del vigneto durante l’anno (diradamento, defogliazione, cimatura) sono affidate alla sensibilità femminile, secondo un’esperienza ed una specializzazione che in queste piccole comunità locali si tramanda fedelmente da madre in figlia.

“Queste donne - racconta Luigi Rubino - hanno mantenuto vivo il legame antico tra vite, vino e comunità, da sempre espresso in questa terra. A noi tocca innovarlo, renderlo ancora più forte e radicato, esaltarne il valore e l’unicità. Essere consapevoli di questo valore, ed in particolare al lavoro delle donne nei campi, in Italia, e soprattutto nel sud, assume una valenza straordinaria, di grande significato simbolico e prospettico. Dietro ad una grande etichetta, c’è sicuramente il vitigno, c’è il territorio, ma soprattutto la cura e il lavoro dell’uomo”. E per raccontare questo insieme di storie e di legami c’è anche la fotografia, con il concorso Salento Photography Tellers.

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