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VENDITE AL DETTAGLIO - CONFAGRICOLTURA E CIA DELINEANO LA SPESA DEGLI ITALIANI NEL 2010 SU DATI ISTAT: “MENO CARNE, PANE, PASTA, ORTOFRUTTA E VINO; PIU’ LATTE, UOVA, OLIO ...”. FOCUS: COLDIRETTI “BOOM PER IL BIO (+12,1%)”

La crisi economica non fa crescere le vendite alimentari, ma contribuisce a modificare le abitudini degli italiani a tavola. Il consumatore continua ad essere assai cauto negli acquisti e, viste le difficoltà, è costretto a rincorrere le promozioni e compra presso i canali più convenienti, come gli hard-discount. Si punta, quindi, al prezzo più basso e si cerca di evitare di spendere per il superfluo. Lo segnalano la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori e Confagricoltura sulla base dei dati Istat sulle vendite al dettaglio (novembre 2010).

Nel carrello della spesa troviamo così meno carne (soprattutto quella bovina), pane, pasta, ortofrutta e vino; più latte e suoi derivati, olio d’oliva e uova. Nel 2010 i consumi alimentari domestici, sulla base delle previsioni dell’Ismea, non mostrano, quindi, segnali di ripresa. Gli acquisti, dopo aver chiuso il 2009 con un +0,5% sul 2008, sono risultati in leggera crescita solamente nei primi tre mesi del 2010, per poi diminuire progressivamente da aprile a dicembre.

Nel 2010 - sottolineano le due associazioni - le prime stime (i dati definitivi si avranno soltanto nei prossimi mesi) parlano di una contrazione, su base tendenziale (rispetto al 2009), della domanda di pane (-2,3%), di pasta (-2,4%), di carni bovine (-3,5%), di frutta (meno 0,8%), di ortaggi (-0,6%), prodotti ittici (-1,5%), di vini e spumanti (-3,2%). Nel dettaglio, alla maggiore richiesta di vini a denominazione ha fatto da contraltare una diminuzione degli acquisti di vino da tavola.

Una domanda più vivace, invece, si ha per il latte e i derivati (+0,8%). In crescita anche i consumi di olio d’oliva (+1,9%), di uova (+1,6%), e dei salumi (+1,4%). Un vero e proprio exploit viene registrato dagli ortaggi (freschi confezionati), che dovrebbero aumentare del 10,2%.

Nel 2009 una famiglia su tre è stata costretta a “tagliare” gli acquisti alimentari, mentre tre su cinque hanno dovuto modificare il menù quotidiano e oltre il 30% è obbligato, proprio a causa delle difficoltà economiche, a comprare prodotti di qualità inferiore. Analoga la percentuale di chi si rivolge ormai esclusivamente alle “promozioni” commerciali che sono sempre più frequenti soprattutto nella Grande distribuzione. Una tendenza che, secondo le prime stime, sembra consolidarsi anche nel 2010, anno in cui i consumi alimentari sono rimasti, appunto, praticamente al palo.


Focus - Coldiretti: “in controtendenza, è boom per il biologico (+12,1%)”

In netta controtendenza sull’andamento generale, aumentano in media del 12,1% i consumi di prodotti alimentari biologici con punte del 17% per pasta e del 24,3% per il latte fresco. Emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea Ac Nielsen relativi ai primi 10 mesi 2010, sui prodotti biologici confezionati dopo il calo rilevato dall’Istat per il commercio al dettaglio. “A trainare le vendite del biologico, con aumenti compresi tra il 16% e il 20% è - sottolinea la Coldiretti - il comparto dei cereali e derivati (pasta, pane e sostituti, biscotti, dolciumi e snack), ad eccezione del riso che cede invece l’8,5%. Per l’ortofrutta fresca e trasformata, la crescita, sullo stesso periodo dell’anno passato, è stata del 5,5%, con punte del 76,5% per le melanzane, del 15,2% per le mele e del 11,8% per le zucchine mentre si segnalano riduzioni del 6,4% per i pomodori e del 4,4% per le pere”.

“Prosegue - continua la Coldiretti - l’andamento positivo del comparto lattiero-caseario che segna un incremento complessivo della spesa bio dell’11,1% grazie in particolare ai maggiori acquisti di latte fresco (+24,3%), burro (+11,7%) e yogurt (+1,6%) ma a contribuire alla crescita sono stati anche l’olio extravergine (+10,3%) e le uova (+8,1%). L’andamento di mercato conferma l’attenzione degli italiani alla qualità della tavola anche in tempo di crisi accentuata dalle emergenze sulla sicurezza alimentare che si rincorrono. Una tendenza che premia, il biologico ma anche il tipico e il prodotto a chilometri zero acquistato magari direttamente dagli agricoltori o nei mercati di campagna amica dove - conclude la Coldiretti - si rilevano acquisti in crescita nonostante l’andamento negativo generale”.

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