02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

VENDITE IN CRESCITA (+21%). IL TREND E’ POSITIVO … DAI MERCATI ESTERI E UNA BUONA VENDEMMIA 2010 FANNO BEN SPERARE IL CHIANTI CLASSICO. A FIRENZE SI DEGUSTA LE NUOVE ANNATE E SI GUARDA AL FUTURO CON MAGGIORE OTTIMISMO

Vendite cresciute del 21% (pari a circa 8-9 milioni di bottiglie in più) nel 2010 e segnali incoraggianti che provengono dai mercati esteri fanno ben sperare il Chianti Classico per l’anno appena iniziato che già a gennaio ha spuntato un +12% rispetto a 12 mesi fa. Lo hanno espresso questa mattina i vertici del Consorzio del Gallo Nero, il presidente Marco Pallanti e il direttore Giuseppe Liberatore, nella “Chianti Classico Collection 2011”, anteprima delle nuove annate vinicole.

Archiviato l’ultimo anno e mezzo in cui il prezzo del vino, soprattutto lo sfuso, è sceso fino a livelli quasi non remunerativi e in cui molto vino prodotto è rimasto in cantina, adesso l’orizzonte sembra decisamente più roseo. “Il mercato estero è in risalita - spiegano i massimi vertici del Consorzio - già adesso abbiamo pareggiato tra produzione e l’uscita e il trend è ancora in risalita. Nei prossimi mesi prevediamo un aumento dei prezzi del vino sfuso. Probabilmente siamo nella fase di risalita che ci permetterà di abbattere le giacenze che deprimevano il prezzo”.

A muoversi sono soprattutto “i grandi acquirenti che un anno e mezzo fa avevano smesso di fare acquisti, e stavano usando i magazzini in attesa di vedere quello che succedeva mentre adesso hanno ricominciato a comprare per far fronte alle vendite e ricostituire i loro stock”. Un buon segnale è giunto anche dall’ultima vendemmia che ha portato in cantina una quantità minore di uve, complice anche la riduzione del 20% delle rese attuata dal Consorzio. Alla fine dei conti, la produzione 2010 è stata di 248.000 ettolitri, 50.000 ettolitri in meno dell’anno precedente, che permetterà di spuntare prezzi migliori per i produttori. Pallanti ha sottolineato come “in questo momento i prezzi sono molto positivi per il consumatore e c’è una sorta di speculazione perchè c’è stata meno domanda e quindi dal lato dell’offerta c’è stato un abbassamento del valore del vino fino ad arrivare sotto al costo di produzione. Sarà un problema domani - ha aggiunto - spiegare perchè stiamo tornando su ma basta visitare il Chianti Classico per capire quali sono i costi di produzione e serve rispetto per chi compra ma anche per chi vende”.

Per Liberatore, “la ripresa sta venendo soprattutto dall’estero e i mercati più consolidati come Usa (27% dell’export), Germania (12%), ci stanno dando buone soddisfazioni”. Tra i nuovi mercati, il Chianti Classico guarda fortemente allo sviluppo del Brasile, mentre per quanto riguarda la Cina “stiamo lavorando sulla prensenza del marchio. La Cina tradizionalmente non beve alcol o vino e in più manca il traino dei ristoranti italiani. Per un grande paese come la Cina servono programmi di medio e lungo periodo. Fare una campagna di spot vuol dire buttar via i soldi e serve un progetto complesso e articolato e da solo il Chianti Classico potrebbe non bastare ma servirebbe invece un’immagine più ampia a livello di Toscana”. Nel complesso il Chianti Classico conta un fatturato stimabile in oltre 500 milioni di euro, un valore della produzione vinicola imbottigliata di 360 milioni; 70.000 ettari di estensione di cui 7.200 vitati a Chianti Classico e 10.000 coltivati ad oliveto.

Quanto all’annata 2010, nonostante l’annata particolare da un punto di vista metereologico, l’uva vinificata risulta, secondo il Consorzio, veramente interessante. Quello che arriverà in bottiglia sarà “un millesimo ricco di aromi e profumi e con una grande struttura conferita da ottimali livelli di acidità che fa sperare in un Chianti Classico da invecchiamento, sul filotto delle ultime ottime annate che il Chianti Classico ha collezionato nel primo decennio del 2000. Le gradazioni alcoliche risultano elevate ma senza eccessi, a vantaggio di prodotti equilibrati, che lasciano spazio a un ricco bagaglio aromatico”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli