
Valorizzazione del “brolo” di una delle dimore storiche più belle ed affascinanti d’Italia, Villa della Torre, e delle denominazioni di origine che ruotano intorno alla città di Verona, Valpolicella, Soave e Lugana, con un marchio che fin dal nome - “Peaks & Valleys” - e dal segno grafico, ne individua le peculiarità paesaggistiche, climatiche e geologiche che si riflettono sulla qualità dei vini ottenuti “secondo le regole” alla base della filosofia del gruppo Marilisa Allegrini. I due nuovi progetti - firmati dalla Cavaliere del Lavoro Marilisa Allegrini, che ne è presidente, dopo l’uscita dall’azienda Allegrini, alla quale ha dato in quaranta anni di lavoro un valore importante nella sua azione di strategia e di promozione in Italia e nel mondo, avvenuta nel dicembre 2023 - illustrati a Villa della Torre in Valpolicella, la prestigiosa sede della “neonata” azienda che porta il nome della produttrice, sono ambiziosi e con un denominatore comune: Verona ed i suoi vini.
A sottolineare la valenza “territoriale”, in senso lato, del progetto “Peaks & Valleys”, la presenza delle istituzioni della città scaligera, con la partecipazione del sindaco di Verona, Damiano Tommasi, del presidente della Provincia, Flavio Massimo Pasini, del presidente Veronafiere, Federico Bricolo, e dei presidenti del Consorzio Vini Valpolicella, Christian Marchesini, e del Consorzio del Soave, Cristian Ridolfi.
Entrambi in progetti concorrono, da un lato, a rafforzare l’identità dell’azienda di famiglia di Marilisa Allegrini in Valpolicella, e, dall’altro, si pongono l’obiettivo di offrire un nuovo, inedito, racconto di tutto il territorio di Verona. A generare questo percorso l’incontro tra il coraggio dell’imprenditrice Marilisa Allegrini, una delle personalità che comunque ha dato tanto in questi ultimi 20 anni al mondo del vino italiano, e la filosofia di Andrea Lonardi, Master Of Wine e “Strategic & Executive Advisor” del gruppo Marilisa Allegrini.
I vini dei due progetti di Marilisa Allegrini debutteranno, come non poteva che essere, a Vinitaly 2025, e chiaramente nelle eleganti e fastose cene nella Villa Della Torre, a Fumane, “gioiello” del Rinascimento italiano, voluta dalla nobile famiglia veronese a pochi passi da Verona, e costruita con la mano di Giulio Romano tra Quattro e Cinquecento in chiaro omaggio alla civiltà di Roma ed esempio unico di “domus antiqua romana”, ma considerata anche un “piccolo Palazzo Te” (la celebre villa cinquecentesca di Mantova, ndr), luogo perfetto per incontri letterari e simposi.
“Il progetto Marilisa Allegrini, che include tutto quello che ho fatto nella mia vita professionale, non è solo mio, però, ma della mia famiglia, ed è quello che abbiamo fatto anche in quest’anno con Andrea Lonardi - ha spiegato la produttrice, 42 anni nell’azienda familiare, già nel 1983, valigia in mano, alla conquista degli Usa “un mercato importantissimo, non maturo in quegli anni - da cui ho imparato tutto: comunicazione, presentazione dei vini e pragmatismo. A questa nuova avventura, iniziata tra il 2023 ed il 2024, hanno dato una spinta determinante le mie due figlie, Carlotta e Caterina, che, pur avendo intrapreso strade diverse, hanno deciso di affiancarmi e sostenermi. Come determinante è stata la collaborazione con Andrea Lonardi, e la sua insostituibile e preziosa visione strategica anche nel coordinare il team enologico, guidato dall’enologo Tobia Cenzato; la competenza è indispensabile per poter arrivare, in un lasso di tempo così breve, a costruire tutto questo. Lavoriamo insieme da un anno soltanto e siamo riusciti a costruire una struttura aziendale complessa ed a concepire e mettere le basi per questi due progetti”. Il primo progetto riguarda Villa della Torre dove - dopo Bolgheri (Poggio al Tesoro, 500.000 bottiglie) e Montalcino (San Polo, 250.000, tra Brunello e Rosso di Montalcino), e che così si definisce il mosaico della triade di cantine nei tre luoghi tra i più consacrati del vino italiano - il 2025 segna un cambio di passo con la produzione a partire dall’annata 2019 dei vini del “brolo”, 10 ettari di vigneto racchiusi da antiche mura (ad oggi solo 16.000 bottiglie, tra Amarone della Valpolicella Classico e Valpolicella Classico Superiore, ma 60.000 bottiglie a regime). Vini caratterizzati da un approccio innovativo e contemporaneo per freschezza e precisione che si legge all’assaggio del Valpolicella Classico Superiore (2021) e dell’Amarone della Valpolicella (2020). Vini che rappresentano un’evoluzione consapevole degli stili classici e introducono, pur nel rispetto più profondo della tradizione, nuovi standard con cui immaginare il futuro della Valpolicella. Il rigore tecnico e profondo rispetto per le radici vitivinicole della Valpolicella sono gli elementi della nuova filosofia enologica, come spiega Andrea Lonardi: “la tenuta è stata la prima della Valpolicella ad introdurre la selezione ottica per la produzione dell’Amarone 2024. Non meno importante l’impegno nella vinificazione. In attesa di avviare i lavori della cantina pertinente alla Villa, abbiamo ripensato la nostra cantina a Sant’Ambrogio di Valpolicella. Qui l’azienda pratica l’appassimento strategicamente più breve a basse temperature controllate, per preservare la freschezza del frutto e le lunghe macerazioni che favoriscono complessità ed equilibrio tra tannini e acidità. L’affinamento avviene in grandi botti di legno per meno di due anni, seguito da un lungo invecchiamento in bottiglia. L’influenza del legno è volutamente minima, grazie all’uso di grandi botti e al cemento, per esaltare l’espressione del vigneto e del terroir”. Le etichette di questa linea (con storytelling di Antonio Bonanno, fine illustratore e grafico, con opere esposte dal Lucca Comics & Games all’Édition du Lampion a Parigi, ndr) enfatizzano il legame dei vini con la storia e l’architettura di Villa Della Torre; riportano gli elementi più iconici del monumento rinascimentale - il camino del Leone e la facciata di Villa della Torre impreziositi da un tocco di colore - e portano la firma di Marilisa Allegrini.
E se i vini di Villa della Torre rappresentano l’espressione di un singolo luogo, seppure con una visione nuova, il secondo progetto del Gruppo Marilisa Allegrini con Andrea Lonardi, denominato “Peaks & Valleys - Verona’s Landscape”, non è solo innovativo, ma ha anche un respiro ampio tale da abbracciare tutto il territorio veronese (da cui, a regime, arriveranno 200.000 bottiglie). “Per la prima volta Verona diventa - spiega Andrea Lonardi, Master of Wine e Strategic & Executive Advisor del gruppo Marilisa Allegrini - la forza unificante delle sue aree vitivinicole circostanti ovvero Valpolicella, Soave e Lugana. Spostiamo di fatto l’attenzione dalle singole denominazioni a un’identità vinicola veronese più ampia, e lo facciamo tramite la valorizzazione del paesaggio, mettendo in connessione gli elementi topografici, geologici, climatici e culturali. Il nome che abbiamo scelto riflette la forma del territorio dell’area vitata della provincia veronese, una terra definita proprio da picchi e valli che è stata modellata nel corso dei millenni da forze tettoniche, dai movimenti glaciali e dall’attività vulcanica”. Sotto il brand “Peaks & Valleys” - con un logo che riprende graficamente il profilo geografico del territorio veronese - usciranno vini di altre denominazioni veronesi provenienti da vigneti di proprietà o in affitto o in collaborazione con viticoltori locali di fiducia. Vigneti che riflettono la filosofia del Gruppo Marilisa Allegrini. Per i vigneti, scegliendoli in base a criteri precisi: diversità del suolo (calcareo, vulcanico, morenico), clima, esposizione e altitudine (ogni vigneto è scelto per la sua specifica combinazione), varietà autoctone, sistemi di allevamento (spalliera, pergola tradizionale e moderna), età e patrimonio delle vite. Criteri che oltre a garantire l’espressione dell’origine per ogni vino, raggiungono naturalmente livelli moderati di alcol, inferiori a 12,5%.
“Non si tratta solo di un nuovo brand - precisa Lonardi - ma del primo progetto vinicolo a guida veronese che rende Valpolicella, Soave e Lugana denominazioni ambasciatrici di un’identità univoca ed espressione armonizzata del territorio, un territorio sempre più meta attrattiva e ospitale”.
E in futuro, a queste denominazioni, potrebbero aggiungersene delle altre. La linea Peaks & Valleys a firma Marilisa Allegrini comprende quattro referenze: Valpolicella Classico Doc Monte Lencisa 2024; Lugana Doc Selva del Vescovo 2024; Soave Classico Doc Castelcerino 2024; Soave Classico Doc Fittà 2024.
“Un numero di bottiglie che, a regime, arriverà a 200.000, e destinato a crescere ogni anno gradualmente - ha detto Caterina Allegrini, direttore marketing del Gruppo Marilisa Allegrini - con un posizionamento nella ristorazione tra i 30 ed i 40 euro a bottiglia. I riscontri sul mercato Usa sono positivi, come pure quelli del Nord Europa. Abbiamo puntato su un vetro leggero, più sostenibile, e su una bottiglia retrò, Anni Settanta del Novecento: si tratta di una bottiglia verde, simile a quelle utilizzate per la birra, che vuole scardinare l’equazione tra bottiglia importante e qualità del vino e aggiunge un elemento ulteriore di distintività a questo marchio, connotato da gradazioni alcoliche ridotte”.
“Quando Andrea Lonardi mi ha parlato di quest’idea - ha aggiunto la produttrice Marilisa Allegrini - mi sono immediatamente riconosciuta. Il punto di partenza si sposta dalla cantina del produttore alla terra che produce quell’uva; il fulcro è l’identità di un territorio che diventa sempre più interessante e attraente per il consumatore contemporaneo. Raccontiamo l’anima e l’identità della nostra amata Verona. La valorizziamo. La facciamo scoprire in modo completamente nuovo, le riconosciamo quella forte leadership che merita. È uno storytelling inedito che apre i confini del mondo del vino e lo promuove raccontando il paesaggio. Un grande orgoglio e penso, sinceramente, anche una grande opportunità per noi veronesi”.
Dai rilievi accidentati della Valpolicella, dove le colline incontrano il fiume Adige, ai suoli vulcanici delle dolci pendici del Soave, alle colline moreniche e alle rive scintillanti del Lago di Garda, il paesaggio è una testimonianza della maestria della natura. Aspetti geografici, ma non solo. Queste cime e queste valli rappresentano le fondamenta stesse dei vini, basti pensare ai vigneti calcarei della Valpolicella, collegati ai Monti Lessini che danno vita a vini rossi leggeri, croccanti e sapidi; alle colline vulcaniche e calcaree del Soave, che danno vita a vini salati, minerali e longevi; alle colline moreniche, scavate dai ghiacciai del Lago di Garda nella zona del Lugana, che producono vini bianchi strutturati e complessi.
“Tengo particolarmente al coinvolgimento dei Consorzi di questi territori - ha sottolineato ancora Andrea Lonardi, Master of Wine e Strategic & Executive Advisor del gruppo Marilisa Allegrini - perché oggi i territori hanno bisogno di forme di tutela, disciplina e valorizzazione. Non sempre è facile lavorare nelle organizzazioni, ma è necessario stare in questo sistema dando il proprio contributo per portare avanti l’idea del rispetto dei territori. Altre Regioni lo hanno capito, chi volontariamente chi in forma strategica, e oggi la Toscana e il Piemonte hanno un passo doppio rispetto al Veneto. Il Veneto gode di una situazione produttiva diversa, con il gigante Prosecco che richiede delle strategie diverse rispetto al polo veronese. Perciò per noi Verona deve giocare la sua partita, grazie a un paesaggio non meno bello e ricco - per aspetti naturalistici, climatici e geologici - di altri più celebrati. Peaks & Valleys è un marchio su cui vogliamo investire, ma anche una visione racchiusa in un segno grafico: tutte le vallate hanno una forma abbastanza regolare, sono tutte nord-sud. Possiamo rappresentarle visivamente come una mano aperta in cui il dorso culmina con le nocche, a rappresentare le creste dell’altopiano della Lessinia, e prosegue con le dita che raccontano le Valli fino alla Pianura Padana: questa è la firma del territorio veronese che porta con se la qualità del vino che, con Marilisa Allegrini, Caterina e Carlotta Mastella Allegrini vogliamo portare nel mondo. Useremo questa “signature”, per fare vino, ma anche per promuovere partnership e valorizzare questo marchio, e con esso Verona”.
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