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ATTUALITÀ

Vini dealcolati in Italia, c’è la novità. “Il decreto-legge fiscale sblocca lo stallo normativo”

A dirlo è Unione Italiana Vini. Il segretario generale Paolo Castelletti: “i Ministeri potranno lavorare già da subito al decreto interministeriale”
MINISTERO DELL'AGRICOLTURA, MINISTERO DELL'ECONOMIA, UNIONE ITALIANA VINI, vini dealcolati, Italia
Vini dealcolati, il decreto-legge fiscale sblocca lo stallo normativo

La produzione di vini dealcolati o parzialmente dealcolati in Italia (in altri Paesi, come la Francia, è già realtà) tra sostenitori e detrattori, fa passi avanti. Come è noto lo scorso 14 febbraio l’Italia aveva dato il definitivo via libera alla produzione dei vini dealcolati made in Italy. Ma c’era ancora qualcosa da risolvere a livello burocratico. “Sui dealcolati oggi il settore è fermo con le quattro frecce: dobbiamo risolvere gli snodi fiscali e normativi e dobbiamo iniziare a produrre” disse il presidente di Unione Italiana Vini-Uiv, Lamberto Frescobaldi, a Vinitaly 2025, puntando il dito su “l’ennesima impasse legislativa che impedisce alla filiera di produrre in Italia e di fatto rende inattuabile il decreto firmato lo scorso dicembre”. Ma una novità significativa è arrivata. A riportarla è il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, “nel commentare lo schema di Dl fiscale di ieri che ha anticipato il termine entro il quale deve essere adottato il decreto interministeriale del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero dell’Economia”, spiega in una nota l’Uiv. “L’approvazione del decreto-legge fiscale di ieri - dice Castelletti - ha sbloccato lo stallo sui vini dealcolati, che rischiava di protrarsi sino al 2026. Ora i Ministeri dell’Economia e dell’Agricoltura potranno lavorare già da subito al decreto interministeriale che definirà le condizioni e le autorizzazioni fiscali relative alla produzione di dealcolati anche in Italia. Nell’apprezzare quanto stabilito ieri, Uiv auspica una pronta risposta da parte dei due dicasteri preposti al fine di rendere attuativo un decreto che il settore attende da tempo”.
Quello fiscale, spiega l’Unione Italiana Vini, “rimane infatti l’ultimo nodo da sciogliere per consentire - finalmente - alle imprese italiane di dealcolare in Italia. Alla fine di marzo il decreto-legge n.43 ha infatti modificato il Testo Unico delle Accise inserendo l’articolo 33-ter per disciplinare il processo di dealcolazione in ambito fiscale, rinviando a un decreto interministeriale dei ministeri dell’Economia e dell’Agricoltura la definizione delle condizioni relative all’assetto del deposito fiscale e le modalità semplificate di accertamento e di contabilizzazione dell’accisa per questi prodotti. L’entrata in vigore tardiva della norma - fissata al 1 gennaio 2026 - ha spinto Uiv a sollecitare negli scorsi mesi un intervento transitorio per colmare il vuoto normativo e non ritardare ulteriormente la produzione”.
Per l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, quello dei vini No-Low è un mercato che in Italia vale oggi solo 3,3 milioni di euro, ma dovrebbe raggiungere i 15 milioni nei prossimi 4 anni. Sul fronte globale, la stima del mercato attuale è fissata a 2,4 miliardi di dollari, con prospettive di crescita fino a 3,3 miliardi di dollari entro il 2028.

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