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Vini emergenti: riflettori puntati sulle etichette dell’Est, dalla Slovenia alla Polonia

Secondo il quotidiano “The Guardian”, i Paesi del blocco orientale hanno una ricca storia enologica e producono etichette di grande livello
Paesi emergenti, Polonia, SLOVENIA, Mondo
La Slovenia, insieme ad altri Paesi dell’Est, vanta una ricca tradizione enologica

Conosciamo i vini rumeni, ungheresi e greci, ma c’è un’intera schiera di etichette tutte da esplorare in Slovenia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Polonia: a dirlo è il quotidiano inglese “The Guardian”, che in un articolo intitolato “Stelle ad Est” sostiene che i Paesi che un tempo facevano parte del cosiddetto blocco orientale hanno un lunga e ricca storia enologica alle spalle, e producono bottiglie di grande livello. La vinificazione in queste regioni è antica quanto in Francia e in Spagna; nella Repubblica Ceca, che è ovviamente più famosa per la birra, in realtà il vino precede la produzione della bionda di circa 1.000 anni. E se durante il comunismo i vini venivano trattenuti all’interno dei singoli Paesi e destinati ad un consumo interno, adesso gli importatori stanno cercando di cambiare le cose.
I vini dell’Europa centrale ed orientale non sono una novità: le etichette rumene sono ormai dei pilastri sugli scaffali dei supermercati e l’Ungheria è da tempo nota per i suoi Tokaji, eleganti bianchi che spaziano dal vino secco al vino da dessert. Ma sono Slovenia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Polonia i Paesi emergenti, tutti ancora da scoprire. Come riportato dal Guardian, in particolare la Slovenia propone buoni vini (per lo più bianchi) in un’ampia gamma di fasce di prezzo: confinante con il Friuli, i vini delle due regioni hanno alcuni punti in comune.
Molte etichette prodotte nell’Europa centrale consentono buoni abbinamenti, in particolare i blend di uve diverse, che danno origine a vini secchi e aromatici perfetti con i piatti speziati.
La Newcomer Wines , società con sede a Londra, sta motivando i coltivatori della Štajerska, la più grande regione vitivinicola della Slovenia, a convertirsi all’agricoltura biologica, offrendo loro prezzi migliori rispetto al vino prodotto con pratiche convenzionali. “Se possiamo convertire la terra e produrre un ottimo vino, allora c’è valore”, afferma Peter Honegger della Newcomers. E per chi ama la Borgogna, il suggerimento è quello di provare i Pinot noir e gli Chardonnay cechi e slovacchi, che offrono un ottimo rapporto qualità/prezzo.

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