
Le esportazioni globali di vino sfuso, che rappresentano una parte minoritaria ma comunque importante del mercato del vino, soprattutto in volume, hanno totalizzato 16,5 milioni di ettolitri nella prima metà dell’anno, con un modesto calo del -2,3% sullo stesso periodo del 2024. Nonostante la riduzione dei volumi, però, i valori sono rimasti stabili, a 1,2 miliardi di euro (-0,3%), sostenuti da un aumento del 2,1% dei prezzi medi, a 0,78 euro al litro, secondo il report della World Bulk Wine Exhibition (Wbwe), curato da Rafael del Rey, Analysts of Wine Markets (Awm). Un mercato peculiare, quello dei vini sfusi, che ha la Spagna come assoluta leader (6 milioni di ettolitri esportati nel primo semestre 2025, per 302 milioni di euro), ma in cui anche l’Italia gioca un ruolo importante (155 milioni di euro, di poco dietro alla Nuova Zelanda, con 158). Paesi che saranno tra i protagonisti, insieme a Cile, Nuova Zelanda, Australia, Sudafrica e Stati Uniti, e, per la prima volta, anche Mauritius, Libano e Panama, tra gli altri, della stessa World Bulk Wine Exhibition (Wbwe) n. 17, il principale appuntamento mondiale per il comparto dei vini e distillati sfusi, in programma il 24 e 25 novembre al Rai Amsterdam.
Organizzata da Vinexposium, tra i leader globale per gli eventi dedicati a professionisti e operatori di vino e distillati (firma anche la fiera internazionale “Wine Paris”, ndr), “la manifestazione è dedicata al mondo dello sfuso che oggi rappresenta un terzo del mercato globale del vino e che si distingue come soluzione competitiva e sostenibile in un contesto segnato da sfide economiche e ambientali”, spiega una nota. Saranno presenti oltre 240 produttori da 25 Paesi e buyer provenienti da più di 60 mercati, coprendo così il 70-80% del commercio globale di vini e distillati sfusi. Non mancheranno i vini a denominazione, biologici, distillati, no/low-alcohol e ready to drink, oltre alle più recenti soluzioni di packaging sostenibile studiate per ridurre l’impronta carbonica e ottimizzare i costi di logistica. Da oltre 15 anni l’evento sostiene la crescita e la strutturazione di questo segmento, oggi trainato da formati innovativi come bag-in-box, lattine e fusti, dal successo dei prodotti no/low-alcohol e ready-to-drink e dalla crescente domanda di soluzioni efficienti e accessibili.
L’Italia, tra i principali player del settore, come detto, che ha esportato 1,7 milioni di ettolitri nella prima metà del 2025, sarà presente alla Wbwe 2025 con oltre 20 espositori. Il nostro Paese è anche un notevole importatore, con 1 milione di ettolitri all’anno di vini sfusi, provenienti in larghissima parte (l’80%) dalla Spagna. Nel primo semestre del 2025 le importazioni dalla penisola iberica hanno registrato un calo del 26,6% in volume e del 20,3% in valore fino a raggiungere 80,3 milioni di litri. Nello stesso periodo gli acquisti dalla Francia, secondo Paese fornitore, hanno segnato un +65% in volume e +44% in valore per un totale di 8,3 milioni di litri e 7 milioni di euro. Il programma della Wbwe 2025 prevede la Silent Tasting Room, uno spazio di degustazione libera che mette a disposizione vini e distillati degli espositori; l’Academy, un ciclo di conferenze e masterclass dedicate a temi e sfide attuali del settore, dalla logistica alle nuove tecniche di dealcolizzazione, dalla sostenibilità degli imballaggi al ruolo del rovere nella vinificazione, e l’International Bulk Wine Competition (Ibwc), il concorso che anticipa l’apertura della fiera e premia i migliori vini e distillati sfusi attraverso una degustazione alla cieca condotta da buyer e giornalisti internazionali. Novità dell’edizione 2025 è il Grand Gold Pitch, una sessione esclusiva riservata ai vincitori delle medaglie Grand Gold e Gold, che avranno la possibilità di presentare le proprie cuvée al pubblico professionale della fiera.
“Il mercato del vino sfuso - spiega Rodolphe Lameyse, ceo Vinexposium - è una leva strategica per il settore, al crocevia tra competitività, flessibilità e sostenibilità. Organizzando la World Bulk Wine Exhibition, Vinexposium ha esteso l’orizzonte di questo evento e ne ha potenziato il ruolo, dando vita a un punto d’incontro strategico dove acquirenti e produttori individuano soluzioni concrete e contribuiscono insieme a delineare il futuro del settore”. Per Grace Ghazalé, responsabile Vinexposium Overseas Events, “queste iniziative massimizzano la visibilità dei produttori premiati e migliorano l’esperienza dei visitatori combinando business, innovazione e scoperta”.
Focus - Il mercato dei vini sfusi nel report, curato da Rafael del Rey per World Bulk Wine Exhibition (Wbwe)
Il mondo del vino, soprattutto in questo ultimo periodo storico, tra dazi e contrazione dei consumi, si trova spesso a fare i conti con i numeri per “certificare” il proprio stato di salute e agire di conseguenza. Eppure, in uno scenario non semplice, a livello internazionale, come più volte raccontato da WineNews, non tutte le categorie sembrano avere un andamento commerciale simile, mostrando proprie specificità. Come spiega il report della World Bulk Wine Exhibition (Wbwe), curato da Rafael del Rey, Analysts of Wine Markets (Awm), le spedizioni di vini sfusi stanno infatti registrando solo un calo marginale, rispetto ai cali più marcati dei vini in bottiglia. I dati, infatti, indicano la resilienza del vino sfuso in un contesto di mercato turbolento. Le esportazioni globali di vino sfuso hanno totalizzato 16,5 milioni di ettolitri nella prima metà dell’anno, con un modesto calo del 2,3%. Nonostante il calo dei volumi, i valori sono rimasti stabili, a 1,28 miliardi di euro (-0,3%), sostenuti da un aumento del 2,1% dei prezzi medi a 0,78 euro al litro. Rispetto ai vini in bottiglia, che hanno subito una contrazione più marcata, con un calo del -4,8% in volume e del -3,1% in valore nello stesso periodo, il vino sfuso appare ancora relativamente solido.. I dati sui dodici mesi (fino a giugno 2025) mostrano, in termini di volume, un calo del -2,3% (a 33 milioni di ettolitri), ma vendite in valore più elevate (2,59 miliardi di euro, +3,3%), grazie a prezzi unitari migliori (0,79 euro al litro, +5,7%).
Guardando alla prima metà dell’anno in corso, invece, la Spagna rimane il Paese più importante nel commercio di vino sfuso, sia in valore che in volume. Nel primo semestre del 2025, ha infatti esportato 6 milioni di ettolitri per un valore di 302 milioni di euro, a prezzi relativamente più elevati, a causa di un raccolto inferiore nella maggior parte dei paesi produttori di vino. Il calo dei prezzi del vino sfuso neozelandese, ancora superiore ai 2 euro al litro, colloca la Nuova Zelanda al secondo posto in classifica per valore (158 milioni di euro), leggermente al di sopra dell’Italia, terzo esportatore a 155 milioni di euro, dato che mostra una certa stabilità dei flussi. Tra i principali esportatori ci sono anche l’Australia (137 milioni di euro), il Cile (94 milioni di euro), la Francia (97 milioni di euro), gi Stati Uniti (85 milioni di euro), il Sud Africa (54 milioni di euro)
C’è da sottolineare che, tra gennaio e giugno 2025, i principali mercati di vino sfuso hanno ridotto i loro acquisti: Regno Unito e Germania hanno registrato cali in volume e valore; gli Stati Uniti hanno acquistato il 10% in meno di vino sfuso a prezzi più bassi; una maggiore produzione in Italia ha ridotto la domanda di importazioni e la Francia, nonostante una crescita costante dei volumi, si è orientata verso vini a prezzi più bassi. Un cambiamento degno di nota, viene riportato, è che l’Italia sembra uscire progressivamente dal mercato del vino sfuso in Germania, con la Spagna che si sta muovendo per colmare il divario. L’Italia, secondo il report, importa circa un milione di ettolitri all’anno di vino sfuso, anche se molto dipende dall’andamento delle proprie vendite e dalla disponibilità data dalla produzione. La Spagna è il principale importatore con il 77% del valore totale e l’83% del volume, ad un prezzo di 0,52 euro al litro. Nel primo semestre dell’anno, però, si è verificato un calo del -26,6% della quantità di vino acquistato in Spagna, con una riduzione del 20,3% in valore. Tuttavia, le importazioni dalla Francia di vini sfusi più costosi sono aumentate del 65% in volume e del 44% in valore, raggiungendo gli 8,3 milioni di litri per un costo totale di 7 milioni di euro.
Nel frattempo, le importazioni di vino sfuso dalla Cina sono scese al di sotto del milione di ettolitri in dodici mesi, generando solo 76 milioni di euro di fatturato, con Australia e Cile che monopolizzano il mercato (95,6% in volume). Guardando ai fornitori, la Spagna ha mantenuto volumi di esportazione sostanzialmente stabili (+0,8% a 6 milioni di ettolitri) e ha anche aumentato il fatturato del 3,5%, beneficiando chiaramente delle minori rese agricole in altri importanti Paesi produttori. L’Australia ha continuato a godere di una rinnovata crescita in Cina e di una ripresa negli Stati Uniti dopo un anno particolarmente negativo, nel 2024, mentre la vicina Nuova Zelanda ha allo stesso modo registrato aumenti di volume a livello internazionale, sebbene a prezzi più bassi. L’analisi di Rafael del Rey evidenzia anche un cambiamento degno di nota: le esportazioni Ue di vini rossi e rosati, che erano scese da 10,5 a 7,6 milioni di ettolitri tra il 2017 e giugno 2025, hanno ripreso una modesta tendenza al rialzo. Al contrario, i vini bianchi sfusi sono passati dalla stabilità a un leggero calo nello stesso periodo.
Considerando le vendite di vino sfuso in una prospettiva a lungo termine, il rapporto rivela che negli ultimi otto anni il vino sfuso ha mantenuto una tenuta maggiore rispetto ai vini in bottiglia in termini di volume, sebbene la crescita del valore sia rimasta indietro. Secondo del Rey, questo è probabilmente sintomatico di una polarizzazione del mercato: i vini di fascia alta sono in calo, mentre i vini più popolari prosperano. I bag in box, tuttavia, raccontano una storia contrastante: hanno visto le vendite globali in volume diminuire del 17,2%, dal 2017, pur ottenendo un aumento del fatturato del 24% rispetto al calo dell’1,8% registrato per il vino sfuso. Gran parte di questa crescita deriva dal fatto che i vini di questa tipologia trovano la loro strada direttamente sugli scaffali dei negozi al dettaglio in Paesi non produttori come la Scandinavia, mentre quantità significative di vino sfuso vengono scambiate tra Paesi produttori a prezzi relativamente inferiori.
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