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“VINITALY-CIBUS RUSSIA”(DI SCENA IL 9-10 GIUGNO, A MOSCA, E L’11 GIUGNO, A SAN PIETROBURGO) APRE UN TAVOLO BILATERALE PER MIGLIORARE LE PROCEDURE DOGANALI PER L’IMPORT DI VINO

Il Ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia ha incontrato a Mosca il collega russo Alexei Gordeev ed hanno deciso di aprire un tavolo bilaterale che avrà il compito di risolvere le problematiche relative alla normativa doganale, all’etichettatura e alla classificazione dei vini in Russia: così, con diplomazia e promozione, si è aperto il Vinitaly Cibus Russia 2008, l’evento organizzato da Veronafiere, in partnership con Cibus, che rappresentano per il wine & food l’eccellenza del sistema fieristico, e l’Ice (il prossimo confronto Italia/Russia su classificazione dei prodotti e nuova normativa doganale in Italia).
“Il mercato internazionale e gli operatori esteri riconoscono a Vinitaly il ruolo di certificatore del vero made in Italy. Un sistema efficace - ha spiegato il ministro Luca Zaia - per comunicare a una sola voce la qualità delle nostra produzioni nazionali all’estero e costruire importanti relazioni, anche dal punto di vista istituzionale. In tal senso ci vorrebbe un “Vinitaly World Tour” ogni giorno”.
“La Russia - ha detto Zaia - è un mercato che per l’agroalimentare italiano vale 350 milioni di export, con il vino che ricopre il ruolo più importante”. L’Italia è il quinto fornitore di vini del mercato russo, ma primo assoluto di bollicine, surclassando i francesi e il loro champagne.
Le prospettive in Russia per i vini italiani sono decisamente interessanti, visto l’ininterrotto trend di crescita degli ultimi anni, che potrebbe però essere rafforzato ampliando il bacino dei consumatori di prodotti italiani, portando i vini e le specialità alimentari sugli scaffali della distribuzione organizzata e nei punti vendita al dettaglio. Attualmente il “made in Italy” è soprattutto appannaggio dei palati più raffinati che frequentano i ristoranti di lusso della capitale e di San Pietroburgo.
Dopo un 2007 da record per l’export di vino (23,7 milioni di litri per oltre 57,5 milioni di euro), favorito anche dall’embargo russo nei confronti dei vini moldavi terminato alla fine dello scorso anno, l’andamento del primo bimestre 2008 conferma la positiva progressione degli anni precedenti. Si è così passati da poco più 1,26 milioni di litri, per un valore di quasi 4,8 milioni di euro di gennaio-febbraio 2006 a oltre 5,9 milioni di euro per oltre 1,8 di litri di quest’anno. Nei valori il vino italiano batte la blasonata Francia, con un prezzo medio al litro esportato superiore a 2,40 euro contro 0,87 euro del prodotto francese.
Le performance dello spumante sono ottime: leader con il 55% del mercato russo (7 milioni di litri per oltre 23,6 milioni di euro), lo spumante sta registrando un aumento anche rispetto all’anno scorso, con un incremento tendenziale del 12% in quantità e di quasi il 13% in valore, per circa 792 mila litri e più di 2,5 milioni di euro.
Il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani, a Mosca con il condirettore generale Flavio Piva e la “brand manager” Vinitaly Elena Amadini, ha spiegato che “il Vinitaly Russia registra ogni anno la fiducia che le imprese e le istituzioni italiane ripongono nella capacità dell’organizzazione di essere sistema integrato di servizi a sostegno delle aziende export-oriented; il ritorno è anche una crescita esponenziale degli operatori provenienti dalla Russia a Verona, cresciuti quest’anno del 60% sul 2007”.

Focus Russia - Il mercato del “wine & food” in Russia
La produzione enogastronomica italiana è presente in Russia nella fascia alta di mercato. Il vino, in particolare, per l’Italia esporta con un prezzo medio al litro superiore a 2,40 euro contro 0,87 del prodotto francese L’incremento in valore, inoltre, è maggiore rispetto a quello in quantità, con un andamento molto migliore rispetto a quello degli altri competitor.
In Russia i vini di fascia super premium (con un prezzo al dettaglio al di sopra dei 500 rubli, cioè superiore a 13,5 euro) e i premium (sopra i 200 rubli, cioè circa 5,4 euro) rappresentano solo il 5-6% del mercato enologico, mentre il segmento in maggiore espansione è quello di fascia bassa, con il 60% del volume e un prezzo al dettaglio al di sotto dei 100 rubli (meno di 2,70 euro). Il mercato d’elezione del vino italiano resta, quindi, saldamente legato alla ristorazione d’alta gamma, ma promettenti opportunità si aprono per la conquista del consumo casalingo, aumentando la presenza nella vendita al dettaglio.
Importante il ruolo dei wine bar, che aprono sempre più numerosi a Mosca, ma anche a San Pietroburgo; nelle altre città, e soprattutto le aree rurali, sono ancora poco toccate da questi nuovi modelli di consumo e di aggregazione; spesso si tratta di locali particolarmente curati, dove regna il lusso sfrenato per assecondare lo stile dei più ricchi; la maggior parte, invece, aiuta a far crescere il gusto e la conoscenza dei vino, in un ambiente conviviale.

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