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VINO & AGRICOLTURA NEL CUORE DEI CANDIDATI PREMIER: VELTRONI (PD), BOSELLI (PSI), CASINI (UDC), SINISTRA ARCOBALENO ... RISPONDONO A CITTA’ DEL VINO: “TECNOLOGIE, GIOVANI E TURISMO”. BERLUSCONI (PDL): “MENO BUROCRAZIA, PIU’ SOSTEGNO MERCATI ESTERI”

In vista delle elezioni politiche, il mondo del vino e l’agroalimentare, rappresentanti eccellenti del “made in Italy” e settori trainanti della crescita del nostro Paese, sembrano avere un posto speciale nel cuore dei candidati premier del centrodestra e del centrosinistra.
La risposta di Walter Veltroni ai “sei punti irrinunciabili” proposti dalle Città del Vino, l’associazione dei comuni a più alta vocazione vitivinicola d’Italia, è arrivata a Vinitaly 2008, “con una maggiore attenzione allo sviluppo e alla tutela del patrimonio rurale, della cultura e del turismo enogastronomico. Sulla proposta del tutto originale di un “Ministero del Bello e del Buono” - scrive Veltroni - penso ad una stretta sinergia con i settori del turismo, della cultura e dell’ambiente, concertando e coordinando comuni politiche tese alla crescita del turismo del vino, allo sviluppo sostenibile e al risparmio energetico, alla valorizzazione dei territori rurali e allo sviluppo delle reti locali”. Nella lettera, il candidato Partito Democratico ribadisce il suo impegno anche per l’innovazione tecnologica, “perché - aggiunge - se consideriamo che l’80% del territorio rurale non ha internet, la partita sui mercati globali è persa in partenza”, e sottolinea l’importanza di temi caldi per il mondo del vino come la competitività internazionale e la tracciabilità dei prodotti.
Il sostegno alle proposte delle Città del Vino è arrivato anche da Enrico Boselli (Psi) il quale afferma che “le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) sono tra gli strumenti necessari alle imprese, e lo sviluppo delle relative infrastrutture nei piccoli centri e nei territori rurali è una priorità del nostro programma di governo”. Il candidato Psi ribadisce inoltre “l’impegno per la salvaguardia degli ecosistemi locali e il tanto atteso decollo anche nel nostro Paese delle fonti di energia rinnovabile e alternative” e “il pieno appoggio alle proposte di educare, invece di proibire, i cittadini e i consumatori, e di rafforzare la tutela della concorrenza, anche mediante il rafforzamento del ruolo delle denominazioni di origine”.
Il coordinatore programma della Sinistra Arcobaleno Walter De Cesaris, a nome del candidato premier Fausto Bertinotti, sottolinea “l’insufficienza con cui la politica affronta queste tematiche, valga che nonostante il nostro paese primeggi nel mondo per produzioni tutelate da marchi doc, docg, dop, igp (al punto da provocare non poche invidie ad esempio dei francesi) il dibattito politico difficilmente affronti queste tematiche. In Francia ad esempio la riforma dell’Ocm vino avanzata dalla Commissione Europea è stata al centro della campagna elettorale tra la Signora Royal e l’attuale presidente Sarkozy cosi come la riforma di medio termine della Pac, in Italia invece queste tematiche difficilmente vengono affrontate nei dibattiti tra i candidati”.
Anche il leader Udc Pier Ferdinando Casini, rispondendo alle Città del Vino, ha ribadito il suo impegno a “prendere in considerazione quanto proposto e di valutarne l'attuabilità”.
Segnali importanti per il mondo vitivinicolo e agricolo arrivano dal candidato del Partito della Libertà (Pdl), Silvio Berlusconi, che a Confagricoltura, durante il Forum di Taormina ha ribadito l’importanza del settore nel proprio programma elettorale, proponendo alcune riforme quali la stabilizzazione dell’Irap agricola, “l’alleggerimento della burocrazia con la digitalizzazione e la riorganizzazione della pubblica amministrazione”, l’estensione della Legge Biagi (voucher sulla vendemmia) ad altri tipi di raccolti (ortofrutta, olive …), l’eliminazione della tasse di successione “che è un provvedimento importante per chi ha nella terra non solo un fattore ereditario da trasmettere ai propri figli, ma anche un elemento di produzione”, e ancora politiche di sostegno alla competitività delle imprese e alla promozione dei prodotti agricoli italiani all’estero.
Un’attenzione trasversale, quindi, sia da parte del centrodestra che del centrosinistra, più che mai necessaria in un momento il cui il “made in Italy” sta attraversando un periodo complicato.

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