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VINO & ASTE: L’11 OTTOBRE DA GELARDINI & ROMANI VENDUTE “WINE AUCTION” PER OLTRE I 100.000 EURO. IL PIÙ PAGATO UN’IMPERIALE DI PAUILLAC CHATEAU LAFITE 1998. BENE GLI ITALIANI, CON I BRUNELLI BIONDI SANTI, I BOLGHERESI E I GRANDI PIEMONTESI

Italia
Le vecchie Riserve Biondi Santi

Sarà che un motivo speciale per stappare una grande bottiglia di vino si trova sempre, sarà che anche in momenti di crisi economica e finanziaria il vino resta un ottimo bene rifugio (“male che vada puoi sempre berlo”, è la celebre massima dell’avvocato Agnelli), fatto sta che il nettare di Bacco, almeno nelle grandi aste, non conosce battute d’arresto. E così è stato anche per l’incanto dell’11 ottobre a Roma, organizzato da Gelardini & Romani Wine Auction (www.grwineauction.com), in cui sono stati aggiudicati più del 70% dei lotti, per un incasso di oltre 100.000 euro.
A farla da padroni, come sempre, sono stati i grandi francesi: ai primi tre posti della top 10 per valore incassato, si trovano Pauillac un’Imperiale (6 litri) di Chateau Lafite 1998, battuto a 4.312 euro, poi un lotto da 6 bottiglie di Muersault Perriere Coche Dury 2005 a 3.953, e sul terzo gradino del podio una bottiglia di Vosne Romanee Cros Parantoux H. Jayer 1990, assegnato per 3.354.
Tre i lotti italiani che fanno parte dei primi 10: 12 bottiglie di Sassicaia di Tenuta San Guido 1997 a 3.114 euro , al quinto posto, poi al settimo tre bottiglie dei Brunello Biondi Santi Riserva 1955 (ricolmatura nel 2002) a 2.156 euro, e all’ottavo una doppia Magnum di Masseto di Tenuta dell’Ornellaia 1998 a 2.036 euro.
Bene in generale tutti gli italiani: netto è stato l’apprezzamento per tutti i Brunelli di Biondi Santi, grazie anche alla degustazione organizzata dalla casa d’aste nel marzo 2008; i vini di Bolgheri, dal Masseto al Sassicaia, dall’Ornellaia al Messorio, fino al Solaia di Antinori hanno confermato il loro trend positivo; si confermano stabili i grandi vini piemontesi, con in testa griffe come Gaja, Sandrone e Aldo e Giacomo Conterno.
I vini che hanno registrato i maggiori apprezzamenti su base asta sono stati però quelli di Borgogna, particolarmente quelli veramente introvabili come Jayer e Coche Dury rispetto ai più comuni (si fa per dire) cru di Leroy o del Domaine de La Romanee Conti, che, forse, stanno scontando un eccessivo apprezzamento registrato negli ultimi 6/18 mesi.
Mediamente invariate le quotazioni dei premier cru di Bordeaux; continua l’ascesa del Rodano con gli Chateauneuf-du-Pape, resi sempre più appetibili per il loro eccellente rapporto qualità-prezzo-longevità.

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