Robert Parker Wine Advocate Symposium, Roma (175x100)
Consorzio Collio 2024 (175x100)
ECONOMIA ENOICA

Vino italiano e mercato: segnali di ripresa in Gdo, stabile l’export, cresce il fuori casa

Sentiment positivo in uno scenario complesso. A raccontarlo la ricerca di Nomisma Wine Monitor e Trade Lab per Federvini
FEDERVINI, GDO, MERCATI, NOMISMA WINE MONITOR, TRADE LAB, Italia
Vino italiano: ripresa in Gdo, stabile l’export, cresce il fuori casa (ph: pvproduction)

Se negli anni duri della pandemia la Gdo è stata l’argine economico più importante per il settore del vino, oggi, con un quadro internazionale di forti tensioni legate alla guerra tra Russia ed Ucraina, ma non solo, e con economie importanti in difficoltà come quella della Cina, della Germania, del Regno Unito e in parte degli Usa, ed un export che tiene ma non cresce più di tanto, almeno nella prima parte del 2023, il segnale più positivo ed importante arriva dal fuori casa, anche in Italia, dove i consumi continuano a crescere, dopo un 2022 già di grande ripresa. È il quadro di insieme che emerge dalle analisi di Wine Monitor Nomisma e Trade Lab per Federvini, organizzazione riunita oggi in assemblea a Roma, e che tra vino, spiriti e aceti, rappresenta oltre 2.600 imprese con un giro d’affari complessivo di 20,6 miliardi di euro. Le note meno positive, come detto, arrivano dalle esportazioni. Nei principali mercati stranieri del vino italiano, nei primi 3 mesi 2023, secondo le elaborazioni di Nomisma su dati doganali, nel complesso la cose sono sostanzialmente stabili in valore per il vino made in Italy (-0,3%), rispetto ad un mondo che cresce del +2,4%. In positivo, in valore, ci sono gli Usa (+12,8%), la Francia (+18,5%), il Giappone (+10%), e la Svizzera (+3,3%), è stabile la Germania (+0,1%), che però sta iniziando una fase di trend negativa, mentre tra i big sono in calo importante il Regno Unito (-11,1%), il Canada (-21,5%), ma anche la Cina (-24,2%).
Dopo la frenata del 2021 su un 2020 da record, invece, pare in lieve ripresa nei valori, ma non nella quantità, la grande distribuzione italiana. Nel primo trimestre si parla di un +2% sul 2022, per un valore di 670 milioni di euro, il 79,4% imputabile a vini fermi e frizzanti ed il 20% agli spumanti. La crescita più rilevante interessa i vini spumanti con un incremento a valore pari a +9,8%, margini inferiori pari al +0,2% per vini fermi e frizzanti, mentre i vermouth sono in flessione del -2,6%.
Le note più liete arrivano dal fuori casa: in uno scenario in cui la ripresa economica italiana rallenta, con un Pil 2022 al 3,9% rispetto al +6,6% del 2021 (e con una previsione di 0,6% per il 2023), il mercato complessivo del fuori casa nel 2022 ha chiuso a 93 miliardi di euro nel complesso, tra food & beverage, facendo meglio di un 2019 a quota 85 miliardi. Il giro d’affari dell’on trade nel 2022, pertanto, è cresciuto del 33%, con un raddoppio nel primo trimestre dell’anno rispetto al trimestre 2021 in cui vigevano le restrizioni per il Covid. La categoria con le migliori performance in percentuale è quella degli spiriti lisci (+88%), seguiti da cocktail alcolici (+32%), poi amari e dopo pasto (+24%), vino (+24%) e bollicine (21%). Tra pranzi, cene, aperitivi in locali (diurni e notturni), sono state 1,47 miliardi le consumazioni di vini e spiriti in Italia nel 2022, in aumento del 28% sul 2021. 800 milioni sono relative a vini (40%) e spumanti (15%). La performance più significativa per il vino si registra in occasione dell’aperitivo serale, ma i maggior contributi alla crescita arrivano da pranzo e cena in ristoranti di fascia medio-alta.
Nel fuori casa, infatti, il vino si consuma nel 40% dei casi a pranzo, così come a cena, e quindi ai pasti, mentre le bollicine vedono il momento clou nell’aperitivo serale, con il 30%, seguito da cena (23%) e pranzo (16%). Per il vino, ancora i consumi si concentrano al 63% nei ristoranti in cui si spende mediamente 30 euro a testa, canale che calamita anche il 32% dei consumi di bollicine, che, però, vedono un’incidenza importante anche dei bar, che tra diurni e serali pesano per il 53% del canale. E quello che conforta di più, è che tra ripresa del turismo internazionale e voglia di ritrovare serenità e convivialità da parte degli italiani, le stime di Trade Lab parlano di una ulteriore crescita del mercato complessivo del fuori casa nel 2023, che dovrebbe sfiorare il valore dei 100 miliardi di euro. Una crescita di cui beneficerà, ovviamente, anche il vino, soprattutto quello di fascia più alta, che era anche quello che aveva sofferto di più nell’era del Covid.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli