VINO: LA COLDIRETTI CHIEDE ALL’UNIONE EUROPEA DI ANDARE VERSO I “SOLFITI 0” PER IL BIOLOGICO. MA AUSTRIA E GERMANI SI OPPONGONO

Arrivare a un vino biologico a “solfiti 0” non appena le tecniche di vinificazione o permetteranno, per offrire ai consumatori un prodotto “che si differenzi nettamente da quello convenzionale” per poter essere apprezzato appieno: lo chiede la Coldiretti nella discussione sul regolamento Ue sul vino bio, che punta a ridurre al minimo l’uso di sostanze chimiche. Auspicabile, per Coldiretti, uno step intermedio, dimezzando il contenuto di solfiti, e fondamentale produrre bio solo nella aree realmente vocate. Per l’organizzazione agricola, l’osservanza da parte del produttore, in vigna, delle buone pratiche agronomiche, inclusa la scelta delle varietà più adatte all’area di produzione, consente di ottenere uve di elevata qualità, che nel processo di vinificazione riducono la necessità di ricorre ad additivi o processi di lavorazione che si tradurrebbero in una forzatura del metodo di produzione biologico.Ma, a livello, Ue Germania ed Austria si stanno decisamente opponendo alla previsione di limiti per l’anidride solforosa, perché vorrebbero fossero adottati gli stessi parametri stabiliti per i vini convenzionali. Tali Paesi infatti, viste le loro condizioni climatiche ed ambientali, non riuscirebbero ad ottenere le stesse performance dei vini biologici nei Paesi mediterranei. L’attuale legislazione comunitaria - riferisce la Coldiretti - prevede come limiti massimi di anidride solforosa, per i vini convenzionali rossi di 150 mg/l mentre per i vini Bianchi 200 mg/l.

In Italia, oggi, sono coltivati 30.000 ettari di vigneto biologico da 10.000 cantine, soprattutto nel centro sud Italia.