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VINO & LIBRI: L’ACCADEMIA DEI GEORGOFILI, UNA DELLE PIU’ IMPROTANTI FONDAZIONI CULTURALE DEL PAESE, RACCONTA LA STORIA DELLA VITE IN TOSCANA … UN APPROFONDIMENTO SUL PASSATO CON LO SGUARDO ATTENTO AL FUTURO

Italia
Vite e vino in Toscana

Raccontare in modo approfondito e puntuale il patrimonio storico, culturale, tecnico e produttivo della vite e del vino in Toscana: è l’obiettivo del volume la “Storia regionale della vite e del vino. Toscana” (Edizioni Polistampa) il libro realizzato dall’Accademia dei Georgofili di Firenze.
Il libro, realizzata con una tiratura limitata a 2.000 copie, tutte numerate, è stata curata da Paolo Nanni, e da oltre trenta specialisti di diverse discipline. La finalità è quella di offrire una trattazione ampia del patrimonio storico, culturale, tecnico, produttivo della vite e del vino in Toscana. Si tratta di un volume originale che contempla in una unica pubblicazione tutti gli aspetti della originalità del “caso toscano”. Il libro affronta tutti gli aspetti dell’originalità del “caso toscano” e si apre con il quadro storico: dall’età antica fino alla prima metà del Novecento. Quindi, la cultura, dal paesaggio, alle arti figurative, alla letteratura, fino alle forme conviviali, alla cucina e ai proverbi.
L’evoluzione degli ultimi cinquant’anni è stata affidata all’innovazione ed allo spirito imprenditoriale che ne hanno assecondato le trasformazioni, le tecniche colturali, le tecnologie enologiche, l’architettura delle cantine; infine uno sguardo allo scenario di oggi che prende in considerazione l'attuale situazione produttiva e normativa, il mercato, le istituzioni che operano nel campo della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo, fino agli aspetti legati al turismo del vino; chiudono il volume le schede sui vini a denominazione d’origine e indicazione geografica tipica e un album fotografico che consente di ripercorrere l’evoluzione della viticoltura toscana: dalle prime foto, alle trasformazioni avvenute negli ultimi decenni, fino ad una rassegna di aziende vitivinicole nelle principali zone di produzione, comprese le nuove cantine d’autore, e i panorami odierni.
Come ricordato da Franco Scaramuzzi, presidente dell’Accademia dei Georgofili: “l’opera è indispensabile affinché, consapevoli dei traguardi raggiunti e delle posizioni d’avanguardia oggi occupate fra i produttori mondiali, si possano affrontare meglio anche le grandi sfide che ci attendono. Sul mercato globale, in particolare fra i due emisferi, si è appena aperto un confronto che vede sul tappeto un rapido progresso scientifico-tecnologico, giocato da una delle parti senza remore e vincoli legati alle tradizioni, ma avendo come obiettivo essenziale la conquista dei mercati con tutti i mezzi disponibili, in una cruda lotta economica”. Scaramuzzi sottolinea poi come “dalla nostra antica civiltà abbiamo ereditato molte consuetudini, con le quali conviviamo da sempre. Dovendoci però confrontare anche con mondi diversi, è necessario farci conoscere meglio, a cominciare dalle nostre antiche specificità, se vogliamo far apprezzare ciò che abbiamo imparato a produrre attraverso scelte maturate e convalidate in un lungo arco di secoli”.
“Il libro rappresenta - spiega presidente dell'Accademia Italiana della Vite e del Vino, Antonio Calò - la summa della cultura enologica della regione. Una storia artistica e letteraria particolarmente ricca ha accompagnato lo sviluppo e l’evoluzione della vitivinicoltura toscana, nelle sue varie tappe. Proprio in Toscana, a Siena, nel 1949 fu fondata l’Accademia Italiana della Vite e del Vino che onora, anche con questo volume, la vitivinicoltura nazionale. L’opera costituisce un utile strumento culturale per valorizzare le specifiche esperienze regionali acquisite attraverso i secoli e per comprendere la portata dei progressi realizzati”.

“Storia regionale della vite e del vino. Toscana” ... in pillole
Storia e cultura
1. Quadro storico: Dall’età antica fino alla prima metà del Novecento, con un approfondimento tecnico sul contributo portato dai Georgofili.
2. La cultura della vite e del vino: La vite nella rappresentazione del “bel paesaggio” toscano; Vite e vino nell’arte, nella letteratura, nelle forme conviviali; vino e cucina tipica.
Linee evolutive nella seconda metà del Novecento
3. Le tecniche colturali: vitigni e viticoltura, sistemazione del terreno, difesa, meccanizzazione.
4. Le tecnologie enologiche: metodi di vinificazione, e cantine “cattedrali del vino”.
La vitivinicoltura toscana oggi
5. Lo scenario attuale: produzione, normative, mercato, Istituzioni per l’innovazione e la ricerca, turismo. Sono riportate anche le schede dei vini a Denominazioni d’Origine e Indicazione Geografica Tipica.
Apparato iconografico
Il volume è corredato di 343 illustrazioni. Immagini d’arte corredano i capitoli della storia e della cultura. Un ampio corredo fotografico, dai vigneti alle cantine, documenta le trasformazioni avvenute.
Il volume si conclude con un Album fotografico che consente di ripercorrere l’evoluzione della vitivinicoltura toscana: dalle prime foto, alle trasformazioni avvenute negli ultimi decenni, fino ad una rassegna di aziende vitivinicole nelle principali zone di produzione, comprese la nuove cantine “d’autore”, e i panorami attuali.

Il curatore - Le parole di Paolo Nanni
“Questo volume dedicato alla Toscana, nel quadro della collana sulla Storia regionale della vite e del vino in Italia ideata dall’Accademia Italiana della Vite e del Vino, nasce intorno a due considerazioni: la prima riguardo al passato, la seconda al presente.
Innanzitutto si è inteso offrire ai lettori una trattazione di lungo corso, dall’antichità fino alle problematiche attuali, capace di contemplare i molteplici aspetti culturali, tecnici ed economici attribuiti alla vite e al vino. Dall’età antica etrusco-romana, e poi attraverso quel particolare connubio stabilitosi tra città e campagna nel corso del Medioevo, la diffusione delle superfici vitate ha infatti profonde radici in Toscana. Le arti, la letteratura, la stessa cultura alimentare, sono state sensibilmente segnate dalla vite e dal vino. I tempi lunghi dell’agricoltura sono poi giunti fino ad epoche più recenti, quando i sistemi tradizionali sono stati messi alla prova dall’evoluzione scientifica e tecnica, dalle trasformazioni economiche e sociali, dall’ampliamento dei commerci a livello internazionale. La vitivinicoltura fra Otto e Novecento è stata oggetto di gravi crisi legate alle avversità, alla competizione e affermazione sui mercati, fino a quella vera e propria crisi «strutturale» che investì le aree mezzadrili all’indomani del secondo dopoguerra in un contesto che stava modificando radicalmente gli assetti delle campagne. L’esodo rurale e l’abbandono delle coltivazioni fecero dare l’allarme non più di cinquanta anni fa, all’epoca del memorabile convegno sul Chianti dell’Accademia dei Georgofili, di fronte alla minaccia di una difficoltosa permanenza della stessa coltivazione. Gli anni che sono seguiti, tra luci e ombre, hanno tuttavia sancito una definitiva affermazione dei nostri vini, fino all’ultimo decennio caratterizzato da nuove dinamiche fra tradizione e innovazione. Non si dovrà mai trascurare il fatto che l’utilizzazione del suolo a fini agricoli nella nostra regione deve molto alla permanenza e al costante sviluppo proprio della viticoltura.
A queste riflessioni sulla storia se ne sono aggiunte però altre tutte incentrate sul presente. Oggi la vitivinicoltura toscana è ancora in movimento, caratterizzata da continue trasformazioni anche sotto la spinta di rinnovate istanze relative all’inconfondibile legame con il territorio d’origine, a nuove domande dei consumatori e alle attuali attenzioni ambientali. Eppure, di fronte a queste recenti sfide è proprio il legame delle produzioni con la storia, l’arte, l’ambiente che costituisce un vantaggio competitivo per ogni bottiglia dei nostri vini. Sarebbe dunque miope, o fuorviante, trattare la storia della vite e del vino senza accettare le sollecitazioni che il presente rivolge alla storia, rendendo necessaria una trattazione adeguata che non si limiti ad una semplice rievocazione o mitizzazione.
Questi, dunque, gli intenti che hanno orientato metodologicamente la struttura del volume, coinvolgendo specialisti nei rispettivi campi d’indagine, per realizzare un approccio pluridisciplinare. Il quadro storico innanzitutto, dall’età antica fino alla prima metà del Novecento, senza trascurare gli aspetti più propriamente tecnici della vitivinicoltura. Quindi la cultura, dal paesaggio, alle arti figurative, alla letteratura, fino alle forme conviviali, alla cucina e ai proverbi. L’evoluzione degli ultimi cinquant’anni è stata quindi affidata alla competenza tecnica di studiosi che ne hanno accompagnato le trasformazioni, le tecniche colturali, le tecnologie enologiche, l’architettura delle cantine. Infine uno sguardo allo scenario attuale, considerando l’attuale situazione produttiva e normativa, il mercato, le istituzioni che operano nel campo della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo, fino agli aspetti legati al turismo del vino. Chiudono il volume le schede sui vini a Denominazione d’origine e Indicazione geografica tipica e un album fotografico.
Naturalmente questa impostazione può avere dei limiti. Innanzitutto le inevitabili intersezioni tra gli argomenti trattati dai singoli Autori. Non si tratta in realtà di ripetizioni ma, in alcuni casi, degli stessi aspetti affrontati in modo diverso in relazione alle diverse sensibilità scientifiche. Tuttavia, proprio attraverso l’integrazione e la complementarietà, è possibile verificare la convergenza intorno ad alcune linee di fondo. Tra queste emergono il ruolo della vitivinicoltura negli assetti delle campagne toscane; il miglioramento e la qualificazione dei vini; i fattori caratteristici del modello toscano; la vite e il vino come parte di un patrimonio ambientale, economico, artistico.
Oggi, nel pieno di una nuova e radicale trasformazione del mondo dell’agricoltura, riteniamo di primaria importanza il ruolo che la storia può rivestire, soprattutto per discernere più criticamente termini non confondibili come conservazione e tradizione. Al tempo stesso una più corretta riflessione sull’evoluzione storica fino allo sviluppo recente può offrire elementi positivi per le specifiche competenze e settori di intervento delle istituzioni di ricerca, delle amministrazioni pubbliche e dello spirito imprenditoriale delle aziende che operano nel settore.

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